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Avv. Asteriti: “L’azzardo ‘legale’ dovrebbe essere cioè un servizio pubblico”

“Il significato che oggi viene attribuito alla locuzione “azzardo legale” è quello di giochi con vincite in denaro offerti dai monopoli, contrapponendo ad esso l’azzardo illegale, in mano alle organizzazioni

27 Luglio 2016

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“Il significato che oggi viene attribuito alla locuzione “azzardo legale” è quello di giochi con vincite in denaro offerti dai monopoli, contrapponendo ad esso l’azzardo illegale, in mano alle organizzazioni criminali.

A nostro avviso – spiega l’avvocato Osvaldo Asteriti intervenendo sulla questione – il termine “legale” dovrebbe essere usato in una accezione più ampia e ricomprendere anche il suo significato letterale di “conforme alla legge” e il termine legalità dovrebbe essere predicato nel suo significato di “condizione di ciò che è conforme alla legge; rispetto, osservanza della legge” (Diz. Zingarelli, 2007)

 

L’azzardo “legale” dovrebbe essere cioè un servizio pubblico, erogato dai monopoli ma nel pieno rispetto delle norme generali e di settore, dettate espressamente per la sua disciplina. A questo proposito non  può non farsi riferimento al decreto Balduzzi e alla sua “effettività”, al grado cioè della sua applicazione e della sua osservanza. A tutela della salute dei giocatori, il decreto legge Balduzzi, convertito in legge, prescriveva che sui biglietti g&v fossero indicate le probabilità di vincita riconosciute al giocatore. Dal primo gennaio 2013.

Assolveva il concessionario dall’osservanza di quest’obbligo solo nel caso che i dati non potessero essere contenuti nelle dimensioni del biglietto, concedendo in questo caso di inserire nei tagliandi un rimando al sito istituzionale AAMS.

 

Pur esistendo la possibilità di inserire sui biglietti l’indicazione della probabilità di vincita, accanto alla indicazione dei singoli premi in palio, come dimostrato e comunicato ai monopoli, per anni il concessionario ha inserito sui biglietti solo l’invito a visitare il sito aams, per informarsi sulla probabilità di vincita.

 

Fino a settembre 21015.  In quella data, con la lotteria istantanea “Soldi … soldi” il concessionario ha cominciato a inserire sui tagliandi la probabilità di vincita, senza alterare le dimensioni del biglietto, dimostrando così, a proposito di legalità, che tale possibilità esisteva fin dall’inizio dell’entrata in vigore dell’obbligo, 2 anni e mezzo prima. Nonostante le denunce, i monopoli hanno tenuto sul punto il massimo silenzio, come se la questione non li riguardasse, non esistesse neppure.

 

Il “quomodo” dell’inserimento sui tagliandi dell’indicazione delle probabilità di vincita, lo abbiamo detto più volte, fa rimpiangere l’omissione precedente, la pura mancanza, meno ingannevole rispetto alla indicazione attuale, fornita “in media”! e “per fascia di premio”, un  metodo incomprensibile e ingannevole.

 

C’è anche un  altro aspetto della vicenda- conclude l’avvocato –  che merita di essere segnalato. Da settembre 2015 il concessionario, con la benedizione dei monopoli, ha inserito sui tagliandi gratta & vinci la probabilità di vincita e ha proseguito per le 16 lotterie successive, modificando anche il lay out posteriore di 13 lotterie già attive, per inserirla. Oggi ci sono 61 lotterie attive, la probabilità di vincita, “in media” e “per fascia di premio” viene indicata solo su 30, mentre sui biglietti di altre 31 rimane l’invito a consultare il sito. Quanto raccontato rappresenta sembra uno splendido esempio di “azzardo legale”, nella accezione che ne danno i monopoli”.

 

 

PressGiochi