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Apparecchi: il “bestiario” degli emendamenti alla Stabilita’ 2016

Se non fosse perché il clima di tensione nell’ambiente degli apparecchi a premio è ormai alle stelle, verrebbe quasi da riderci su leggendo quella sessantina di emendamenti presentati in Senato

10 Novembre 2015

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Se non fosse perché il clima di tensione nell’ambiente degli apparecchi a premio è ormai alle stelle, verrebbe quasi da riderci su leggendo quella sessantina di emendamenti presentati in Senato all’art. 48, fatte ovviamente le dovute – poche – eccezioni.

Allora, delle due l’una: o si tratta di provocazioni belle e buone, e del tutto fini a se stesse, quasi voler dire al Governo: stai attento a quello che fai, noi ti teniamo d’occhio; oppure siamo di fronte a niente più che tentativi di guadagnarsi qualche minuto di ribalta da parte di qualche parlamentare di seconda o terza schiera.

Comunque sia, l’impressione è desolante, anche perché non vogliamo più considerare una scusante il fatto che, tra Palazzo Madama e Montecitorio, siano ancora troppi i politici a “vantare” (ci si passi l’ironia) un bagaglio culturale pari a zero per quanti riguarda il settore di giochi.

Per non concedere pubblicità immeritata ad alcuno di siffatti protagonisti, ci limiteremo a qualche annotazione en passant, tanto per far capire (se ancora ce ne fosse bisogno) in che mani siamo.

 

C’è un fantastico terzetto, composto da un paio di IdV più un Movimento X (il gruppo dei grillini delusi), che si è divertito (non avendo meglio da fare, evidentemente) a buttar lì una raffica di emendamenti della serie “n’do cojo cojo”. Ovvero – per i non romani – noi spariamo nel mucchio, qualcosa di buono alla fine uscirà fuori.

 

Prima il terzetto attacca dicendo: aboliamo tutto l’art.48. Poi fa di peggio: se non lo volete abolire, uccidiamo il comparto apparecchi con tasse impossibili. Il Preu Awp al 15%? Ma non scherziamo, portiamolo al 50%!; è troppo? Vabbè, allora scendiamo al 45%… E via con questa tiritera sino a scendere al 20%, e non se ne parli più. Follia allo stato puro! E ancora, in tutti gli emendamenti in questione vi è una postilla misteriosa: “Il maggior gettito per lo Stato è ottenuto attraverso la decurtazione per due terzi dei profitti dei gestori e per un terzo del montepremi.” Ora, che un atto di indirizzo possa entrare in una norma del Tulps è forse la cosa più bislacca che si possa immaginare. Ma questo è il meno: cosa si intende per “profitti” dei gestori? Cosa si intende per “montepremi”? State a vedere, magari è solo un refuso. Magari…

Non meno irragionevole è la proposta del gruppone di Alleanza Libera: portare il Preu sugli apparecchi comma 6A al 16% e ridurre il payout al 72%. Non vogliamo dilungarci nei conteggi; è sin troppo intuitivo che penalizzare ulteriormente il giocatore significherebbe provocare un crollo della raccolta ben superiore a quanto lo Stato immagina di incassare dall’incremento di 3 punti del prelievo.

 

Da parte sua il M5S, si dimostra più saggio del trio suddetto, “accontentandosi” di portare l’aliquota Preu Awp al 19%, mentre il SEL è ancora più accomodante: 16,5%! Meglio di tutti, incredibile a dirsi, l’ormai famosissimo Endrizzi, considerato uno dei nemici più acerrimi dei giochi: a lui basta il 16%.

Per quanto riguarda le Vlt, il “trio dei tre” si è comportato analogamente alle Awp: primo emendamento: 50%; secondo: 45%…e così via ad arrivare al 10%. Per AL è sufficiente un aumento al 7%; per M5S al 6,5%, mentre Endrizzi, a quanto pare, se ne è dimenticato.

 

La chicca di chiusura ce la regala la PD Donatella Albano (qui il nome ci vuole, perché pensiamo sia un’iniziativa tutta sua): in pratica, chiede la modifica di una norma abrogata ormai 4 anni fa!! Parliamo di quella inerente il divieto di gioco ai minori con relative sanzioni, assorbita dalla Legge Balduzzi.

Passando alle cose più serie, registriamo gli emendamenti del Sen.Mirabelli (PD). Il primo replica quanto già previsto nella delega fiscale: dirimere i conflitti Stato-Regioni sulle competenze in materia di gioco, vietando a queste ultime di “introdurre misure o assumere azioni idonee a vanificare l’unitarietà del quadro regolatorio nazionale di fonte primaria in materia di giochi pubblici”.

 

Niente più che un sogno, parliamoci chiaro, perché il Governo non può permettersi, in una fase politica così delicata, di prendere di petto e sbattere al muro i governi locali, scavalcando di fatto le loro competenze esclusive in fatto di sanità e urbanistica, che sono poi i fronti sui quali le amministrazioni insistono maggiormente per combattere il gaming legale. Insomma, l’idea è che Mirabelli abbia rilanciato il suo cavallo di battaglia più per propaganda che per convinzione, pur nella consapevolezza comune che se non ci sarà una soluzione politica prima che ad esprimersi in materia non siano i supremi organi giurisdizionali, si rischia poi di innescare un casus belli infinito.

Più percorribile – sempre che ce ne sia la volontà – la strada indicata da Mirabelli quanto all’applicazione del Preu sul cassetto. Questo è l’unico modo per rispettare il principio della proporzionalità contributiva e, al tempo stesso per non penalizzare eccesivamente gli operatori delle zone meno prolifiche in termini di raccolta. Purché, ovviamente, si receda dalla assurda tassa del 60% come attualmente proposto per le Awp e del 50% per le Vlt.

Pensierino di chiusura: ma ripensare ad un Preu a scaglioni come era anni fa è proprio una follia?

PressGiochi

 

 

Stabilità 2016. Tutti gli emendamenti all’art. 48 sui giochi, tra bandi di gara, preu e pubblicità

 

D’Ambrosio Lettieri (CoR): Preu al 20% per le slot e al 7,5% per le Vlt

 

Endrizzi (M5S): “Divieto alla pubblicità e aumento del preu”

 

Stabilità. Dal M5S l’aumento del preu per finanziare il servizio idrico integrato

 

Mirabelli (Pd): “Sui giochi due proposte sulla tassazione al margine e sul ruolo della Conferenza Stato-Regioni”