26 Aprile 2024 - 03:09

Anche in Italia si punta sulla multicanalità

All’estero – e lo abbiamo visto in maniera tangibile alla ICE di Londra – l’integrazione fra i canali online e land-based è già una realtà. In Italia, invece, è ancora

17 Marzo 2017

Print Friendly, PDF & Email

All’estero – e lo abbiamo visto in maniera tangibile alla ICE di Londra – l’integrazione fra i canali online e land-based è già una realtà. In Italia, invece, è ancora un desiderio, che si scontra come al solito con i limiti posti dalla normativa vigente.

Secondo l’avv. Rodolfo La Rosa della Baker McKenzie, presente alla tavola rotonda organizzata sulla multicanalità ad Enada –  il problema è innanzitutto normativo, dato che le concessioni per le reti online e fisica continuano ad essere separate. Dal punto di vista regolatorio, la convergenza delle due aree è collocata in un’area grigia,a causa degli interventi normativi fatti anni fa sui canali distributivi. Ad oggi, tra l’altro, i relativi bandi continuano a latitare. Per quello dei punti a terra, i tempi sono ancora incerti, visto che in Conferenza Unificata non si è ancora trovato l’accordo sulle modalità di distribuzione del gioco pubblico sul territorio. Per l’online, invece, si vocifera che in aprile la ADM dovrebbe finalmente dare alla luce la nuova versione del bando, nel rispetto delle indicazioni date dal Consiglio di Stato. Per tali bandi si pone altresì la questione se debbano rispettare o meno il nuovo codice degli appalti, per il quale si deve tener conto solo dell’offerta più vantaggiosa. La Rosa ritiene che vi siano le condizioni di “eccezione” previste dall’art.96 del Codice, ragion per cui alla fine, a parità di offerta si terrà conto degli elementi qualitativi garantiti dagli offerenti.

 

Maurizio Ughi (Obiettivo 2016) è convinto che nel giro di qualche anno la concessione unica diventerà realtà, anche perchè ciò darà maggiore trasparenza al sistema: “attualmente c’è troppa confusione e il regolatore deve darci delle certezze”. Dello stesso avviso è il DG di Microgame Marco Castaldo: “la direzione del mercato è questa, altrimenti finirà che il gioco online prevaricherà quello fisico. Vi sono degli esperimenti in atto per migliorare l’esperienza del giocatore e dare una continuità negozio/casa, ma se manca una piattaforma unica è impossibile arrivare al traguardo.”

 

Il fatto è, come ha aggiunto Castaldo, che pochissimi operatori sono in grado di rifare la pattaforma, e il problema investe innanzitutto quelli più grandi. “Ma il tema più critico è quello del retailer, convincere lui e il giocatore a comportarsi diversamente non sarà certo facile”.

 

Il sales manager di SportRadar Lorenzo Caci ha fornito un dato molto interessante, ricavato da esperienze estere: laddove si sia realizzata un’offerta sincronizzata, dove l’utente può ricevere l’offerta sul proprio dispositivo, con possibilità di personalizzarla, gli incassi sono aumentati del 30%.

L’osmosi fra online e land-based, rileva Andrea Guzzon, regional manager di NYX Europe, è un meccanismo che nel mondo dei casinò è attivo già da tre anni, anche se poi non è detto che ne escano sempre dei buoni risultati. Perciò, è necessario ceh si realizzi una vera e propria convergenza fra i due mondi, con uno scambio costante di informazioni.

 

Pierangelo Raffini, business manager di Capecod ha proseguito idealmente il discorso di Guzzon, sottolineando che la propria azienda ha puntato proprio sulla stipula di accordi con produttori di slot per il gioco fisico, per poi riproporle a livello online, ed in particolare sui dispositivi mobili. E la risposta del mercato, ha detto, è stata molto positiva. Anch’egli, come gli altri relatori, auspica la realizzazione di una piattaforma comune, anche perchè ciò permetterà all’operatore di seguire da vicino il cliente e di conoscerlo a fondo, così da soddisfarne appieno le aspettative e cogliere con immediatezza il cambiamento delle mode e dei gusti, che nel settore del gioco è molto frequente.

Che poi – come dice Ughi – sia più l’online ad avere bisogno del fisico che non viceversa, è un fatto incontrovertibile. E non bisogna poi dimenticare che la sociealizzazione che si realizza nei punti a terra è ben superiore a quella che si crea negli ambienti online, per quanto qui si punti sempre più al social. D’altra parte, il mercato retail ha oggi il problema di avere tempi di vendita e transazioni più complesse che sulla rete internet; pertanto, ha aggiunto Castaldo, l’obiettivo prossimo è di semplificare tali operazioni, affinchè il gestore abbia più tempo da dedicare all’intrattenimento.

 

Marco Cerigioni – PressGiochi