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Genova. Mirabelli (PD): “Più importante ridurre le sale che discutere sulle distanze”

Durante l’incontro pubblico che si è svolto a Genova, organizzato dai Circoli PD Pegli e Sociale Genova, dal titolo “Gioco: nuove regole per difendere legalità e salute” sono state discusse

13 Febbraio 2017

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Durante l’incontro pubblico che si è svolto a Genova, organizzato dai Circoli PD Pegli e Sociale Genova, dal titolo “Gioco: nuove regole per difendere legalità e salute” sono state discusse alcune proposte dei Democratici sul gioco e le novità che potrebbero arrivare dall’accordo della Conferenza Stato-Regioni.

“Il problema in questo paese si è ingigantito- ha commentato Franco Mirabelli, Capogruppo PD in Commissione Antimafia e ospite “principale” del convegno- in passato è stato un errore mettere apparecchi da giochi con premi in denaro nei luoghi pubblici. Da quel momento c’è stata un’escalation che ci ha portato a riflettere sulle patologie dell’azzardo. In questa legislatura ci siamo posti il problema di affrontare queste patologie che certamente non esistono da poco tempo. Proibire secondo me è sbagliato, perché i soldi sarebbero spesi in un gioco non controllato. Lo Stato deve mantenere un controllo forte, anche se bisogna mettere in contro che lo Stato deve guadagnare sempre meno dal gioco. Ci sono moltissime macchine e moltissime macchine senza controllo. Noi ci siamo proposti di fare cose per regolamentare e diminuire l’offerta di gioco. Siamo partiti da quello che di buono hanno fatto i comuni”.

“Quali sono state le nostre azioni?- ha proseguito Mirabelli- Proibire la pubblicità del gioco sulle Tv generaliste. Non basta, secondo me, in quanto bisognerebbe proibirle anche nelle tv sportive che incrementano in tempo reale le scommesse. Su questo abbiamo fatto un piccolo pezzo. Abbiamo ancora da lavorare. Poi, abbiamo proposto di ridurre del 30 % le AWP nei bar, questo diceva la finanziaria. Abbiamo cambiato il conteggio delle tasse dovute, che sono sul Preu. Su queste basi volevamo andare in Conferenza Unificata per discutere con i comuni e regioni riguardo quello che manca nella regolamentazione e questo sta succedendo in questo periodo. La discussione è aperta e ha portato un documento che penso sia molto positivo e che può essere trasformato in un decreto ministeriale per compiere concretamente il riordino. Il documento dice cose precise: le AWP devono essere ridotte. Le sale da gioco dimezzate e regolamentate. Poi bisogna fissare a 8 ore gli orari di gioco. Sulle distanze invece si sta ancora discutendo, ma per me la cosa fondamentale è dimezzare il numero delle sale e regolamentarle. Questo è più importante che discutere sulle distanze, perché si rischia di fare zone ‘a luci rosse’”.

“Un’altra questione fondamentale è quella della criminalità- ha proseguito il senatore- è fondamentale evitare le infiltrazioni delle mafie sul gioco. Quindi bisogna fare controlli, sui capitali, sulle società e sulle persone, esattamente come gli appalti più importanti. E’ essenziale fare una serie di norme su questo argomento. Su questo abbiamo lavorato molto e ci sono proposte che verranno raccolte in questo documento. Un percorso che non verrà compiuto se non si fa il riordino. O si fanno regole precise, o non si riesce ad agire”.

“Ultimo argomento è la cura- ha concluso Mirabelli- i dati sono vaghi, sarebbe utile un osservatorio per capire bene il fenomeno. Nel frattempo abbiamo preso atto che il problema c’è ed è serio e lo Stato deve farsi carico della cura e della prevenzione. L’inserimento nei Lea delle patologie da gioco va in questa direzione. Il Ministero ha fatto una serie di proposte che sono state accolte come quella delle tessere sanitarie per giocare. Sul tema del gioco online che è molto serio e complicato serve un’azione a livello europeo perché l’offerta di gioco è molto più difficile da contrastare”.

“Il timore sulle dipendenze- ha aggiunto Cristina Lodi Presidente Commissione Welfare Comune di Genova– è passare dalla proibizione alla diminuzione. Su questi temi si discute tanto, ma si perde di vista la realtà delle cose. Serve sicuramente una regolamentazione, ma sulla prevenzione e sui giovani bisogna fare una politica generale sul benessere non solo su una dipendenza. Servono fondi per le figure professionali che lavorino appunto su questo, sul far capire cosa fa bene e cosa fa male. Bisogna prevenire sullo stile di vita, il gioco è un problema come lo è l’alcool, bisogna lavorare sul vivere bene”.

“Questi temi nonostante la loro importanza non sono troppo discussi ha concluso Pippo Rossetti (Consigliere Regionale Liguria PD)– in regione abbiamo iniziato la modifica della legge 17 che è relativa alla cura di coloro che hanno problemi di gioco. Che è quella utilizzata dai comuni sulle distanze. Questa legge ha i suoi problemi dato che era una legge vecchia. Abbiamo sospeso l’approfondimento di questi lavori in attesa dell’accordo Stato-Regioni proprio per avere le linee generali dallo Stato. La mia proposta prevede intanto nel togliere il termine ludopatia, ma mettere disturbo da gioco d’azzardo perché anche il linguaggio ha la sua importanza. Poi il potenziamento dei Sert e l’osservatorio regionale che agiscono con finanziamenti accreditati e mirati sul tema, in primo luogo sui giovani”.

“La Conferenza Stato-Regioni deve fare in fretta a regolamentare- ha proseguito il consigliere- se un comune ha un regolamento rigoroso e quello vicino no, i ragazzi vanno a giocare nel paese vicino. Fondamentale inoltre è la cultura del gioco, i ragazzi devono avere la capacità di discernere sul giusto e sbagliato. Che lo stato debba ridurre le proprie entrate dal gioco, non è così semplice, significa che lo Stato deve fare delle scelte politiche precise. Un conto è il concessionario, un conto è il gestore. Chi va a lavorare in una sala giochi è un lavoratore come gli altri. Se queste persone perdono il lavoro vanno ascoltati, certamente questo processo non può snaturare la politica di un’amministrazione”.

 

 

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