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Modena. Ferretti (Sert): “Cresce la nostra attenzione sui rischi del gioco online minorile”

Avellino. Iannaccone: “L’approvazione del Regolamento non determinerà la chiusura dei centri scommesse” Lombardia. Avviati i corsi di formazione per gli esercenti del gioco d’azzardo Il dottor Claudio Ferretti,responsabile del Servizio tossicodipendenze

25 Ottobre 2017

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Avellino. Iannaccone: “L’approvazione del Regolamento non determinerà la chiusura dei centri scommesse”

Lombardia. Avviati i corsi di formazione per gli esercenti del gioco d’azzardo

Il dottor Claudio Ferretti,responsabile del Servizio tossicodipendenze (Sert) dell’Ausl di Modena. Il medico interviene alla sala Pucci a margine di un incontro del Màt, la Settimana della Salute Mentale spiegando la crescita dell’attenzione verso il fenomeno del gioco online minorile.

“Secondo dati Espad riferiti a Modena, il 30% dei giovani gioca d’azzardo – esordisce il dottor Ferretti – e contemporaneamente assistiamo a una diffusione dei giochi online, da pc o da smartphone, in cui si pagano piccole somme per avere benefici o poteri aggiuntivi”.

“Una volta dentro, può essere difficile uscirne fuori, proprio come accade per le droghe o l’alcol. Ai nostri servizi arrivano famiglie con giovani che ci chiedono aiuto – spiega il responsabile del Sert – perché hanno sviluppato condizioni di dipendenza da giochi online e multipiattaforma, che sono capaci di agganciare le fantasie, i desideri, la voglia di un ragazzo giovane d’immedesimarsi in qualcosa che non esiste. Sono giochi che riescono a tenere le persone sveglie di notte, a far saltare loro ore di studio o di lezione, portandoli in un mondo parallelo, virtuale. È così che si perdono le relazioni concrete di tutti i giorni”.

“Non è ancora una vera scommessa e nemmeno una dipendenza da gioco – specifica Ferretti, analizzando il meccanismo dei bonus a pagamento offerti da varie piattaforme – ma c’è l’idea che il gioco si collega alla scommessa con il denaro. È un concetto culturale per cui giocare vuol dire impegnare soldi, rischiare di perdere e non significa invece mettersi alla prova sulle proprie capacità fisiche e intellettuali».
“La fascia critica per i nostri progetti futuri di prevenzione per i comportamenti a rischio è quella tra gli 11 e i 13 anni- afferma il responsabile del Sert. Nello specifico, gli istituti scolastici si stanno già muovendo. La richiesta d’interventi di prevenzione sul gioco è molto forte nelle scuole superiori – conclude il medico – e a livello sociale. Il gioco d’azzardo patologico è considerato un’emergenza per la grande quantità di risorse che sottrae all’economia di tante famiglie in difficoltà. Lavorare precocemente per riorientare i comportamenti precoci di rischio può permettere di evitare che in futuro si creino situazioni di dipendenze di gioco”.

PressGiochi