08 Maggio 2024 - 08:46

Bolzano: su chiusura sale giochi decisivo l’intervento del Tar a maggio

«Restiamo aperti almeno fino al mese di maggio. E anche oltre». Niente da fare: i vigili urbani hanno sì constatato di persona che i quattro Admiral bolzanini erano ancora aperti

14 Gennaio 2016

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«Restiamo aperti almeno fino al mese di maggio. E anche oltre». Niente da fare: i vigili urbani hanno sì constatato di persona che i quattro Admiral bolzanini erano ancora aperti al pubblico, ma non sono potuti andare oltre. Pure l’ufficio concessioni del municipio e l’avvocatura del Comune sono estremamente titubanti, in attesa di chiarimenti. A fermarli, una sospensiva concessa il 16 dicembre dai giudici amministrativi del Tar di Bolzano a favore della Adria Gaming, i cui legali hanno impugnato la normativa provinciale che prevedeva la mancata proroga delle autorizzazioni dopo il 31 dicembre del 2015. Certi di essere nel giusto, «riteniamo che le nostre sale giochi siano assolutamente legittime e tutt’altro che fuori legge», come precisa l’amministratore della Adria Gaming Karl Plank.

Dunque, i quattro esercizi dedicati tutti sotto l’insegna Admiral del colosso austriaco del gioco d’azzardo Novomatic, gestiti sul territorio nazionale dalla Adria Gaming, rimangono aperti.

E lo saranno, pare, almeno fino al mese di maggio, quando, a detta di Plank, è prevista l’udienza di merito al Tar. Ma non è tutto: a restare aperte saranno anche tutte le altre sale giochi del capoluogo altoatesino, dato che, almeno per ora, il Comune di Bolzano ha ricevuto mandato dalla Provincia per agire soltanto nei confronti delle quattro sale Admiral.

 

Per quanto riguarda le altre sale dedicate all’azzardo, ancora non si è avviato l’iter. O, per lo meno, il Comune non è ancora al corrente dei relativi atti avviati dalla Provincia. Come l’altro ieri non era al corrente del fatto che l’Admiral avesse presentato opposizione, ottenendo la sospensiva dal Tar. Motivo per cui, la polizia municipale si è mossa nonostante non si sia poi potuto procedere. Un’asimmetria informativa che pare non sia stata accolta con particolare favore dal comando della municipale. In questa vicenda il Comune è per così dire il braccio armato della Provincia. Quest’ultima ha legiferato, poi, a fine 2015, ha richiesto ai Comuni di disegnare i raggi di 300 metri dai luoghi sensibili e constatare se e quali sale giochi fossero non in regola. I Comuni hanno elaborato le mappe e le hanno spedite in Provincia, il cui ufficio vigilanza ha constatato quali sale fossero fuorilegge e ha ordinato ai vari Comuni di agire.

Bolzano, come nel caso dei bar, da cui a inizio 2013 si era cominciato a far rimuovere le slot, si è mossa per prima. Tre anni fa, la questione era più semplice e allo stesso tempo più complessa. Più complessa perché gli esercizi coinvolti erano di più, ma più semplice perché si doveva imporre la sola rimozione delle macchinette, non la chiusura del locale.

Nel caso delle sale giochi, invece, anche se è presente un banco di mescita di bevande, la sua esistenza è legata indissolubilmente alla sala giochi. Niente macchinette, niente bar, che è aperto soltanto al pubblico che gioca. Ergo, si deve chiudere tutto, slot e bar. Pur se oberato da molte altre incombenze, l’ufficio concessioni del Comune avrebbe comunque avuto gioco facile, questione di pochi giorni o poche settimane, a imporre la chiusura, facendola eseguire ai vigili. Ma così non è stato. Rimane infine un dubbio legato alla ricostruzione degli eventi. Adria Gaming non lo fa ufficialmente, ma sono in molti, fra i dipendenti dell’azienda, a chiedersi per quale motivo, visto che le autorizzazioni scadute in città sarebbero oggi come oggi almeno nove, si sia agito soltanto contro le quattro sale Admiral.

 

PressGiochi