27 Aprile 2024 - 04:06

Dl Dignità. Un gestore scrive a Di Maio: “Un provvedimento poco incisivo e di lettura propagandistica”

Piero Incerpi, gestore toscano di lunga esperienza, scrive una lettera aperta al ministro Luigi Di Maio dopo l’approvazione del decreto dignità che è stata appena confermata anche al Senato.  

07 Agosto 2018

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Piero Incerpi, gestore toscano di lunga esperienza, scrive una lettera aperta al ministro Luigi Di Maio dopo l’approvazione del decreto dignità che è stata appena confermata anche al Senato.

 

“Con il termine dignità, ci si riferisce al valore intrinseco dell’esistenza umana che ogni uomo, in quanto persona, è consapevole di rappresentare nei propri principi morali, nella necessità di liberamente mantenerli per sé stesso e per gli altri e di tutelarli nei confronti di chi non li rispetta”.
Dignità statica e dinamica:
viene contestata la concezione unitaria della dignità e si introduce la distinzione tra dignità statica e dignità dinamica intendendo per la prima una specie di acquisizione innata della dignità per il semplice fatto di esistere indipendentemente dal bene e dal male che l’individuo mette in atto. La dignità dinamica invece sarebbe il risultato delle azioni individuali tali che fanno perdere quella dignità che in seguito può essere riacquistata.

“Caro On. Di Maio, – scrive Incerpi – mio modesto parere, è che con l’emanazione del suo decreto, Lei abbia perso buona parte della sua dignità, anche se Le riconosco i migliori intenti che sono sicuro l’hanno ispirato, peccato che suo malgrado sia scivolato in un provvedimento poco incisivo e di lettura propagandistica.

La cosa più amara, forse, è che Lei ed il suo movimento siete arrivati al governo cavalcando, giustamente, il tema della lotta al GAP e delle lobby dell’azzardo.

Non sono sicuro che Lei, con il provvedimento in discussione in Parlamento, si sia reso conto di continuare come i precedenti governi, di fatto, a favorire proprio quelle lobby a cui Lei aveva giurato battaglia e di agevolare la concentrazione del settore proprio nelle loro mani, togliendo a noi addetti al comparto degli apparecchi da intrattenimento ogni remota speranza di riappropriarsi della nostra dignità, che negli ultimi anni è stata reiteratamente calpestata in ogni modo.

Lei forse, mi permetto di sospettare, non è pienamente a conoscenza della nostra storia, per nostra intendo i vari attori della filiera a partite dai consumatori, esercenti, terzi incaricati, costruttori, software house, concessionari, ADM, MEF ed in ultimo il governo, compreso l’attuale, che in primis ed a seguire i vari concessionari, sono i maggior beneficiari dei vari proventi dei vari prodotti di gioco (AZZARDO).

Sono convinto che per effetto della ‘Dignità dinamica’ sarà sicuramente in grado di riacquisirla, ma il punto è di capire come e se vorrà operarsi per farla riacquisire a tutti i sopracitati componenti della filiera.

Continuando a parlare di dignità, ovviamente è doveroso fare i dovuti distinguo, ogni attore della filiera ha la propria, ed è giusto che vadano tutti rispettati, purtroppo è talmente lapalissiano che negli ultimi anni si siano susseguite distorsioni e favoritismi inverosimili al limite della legalità, a conferma di ciò basti contare gli innumerevoli ricorsi ai Tar e alla Corte Costituzionale, che ad oggi ancora non è stata in grado di risolvere il motivo del contendere.

Per onestà intellettuale non Le posso imputare ciò che è stato fatto in precedenza, quando Lei ed i 5 stelle eravate all’opposizione, ma da un movimento che deve buona parte della sua ascesa politica al fatto dell’autotassazione a beneficio del micro credito per stimolare le start up e le piccole imprese, alla lotta contro le multinazionali dell’azzardo, che non dimentichiamocelo mai, operano su concessione statale.

Vedere che con questo decreto stiate continuando a innalzare la tassazione sul comparto AWP e VLT senza fare nessuna distinzione tra i vari prodotti, per finanziare il bilancio e a decretare la dicitura ‘NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE’ su gli apparecchi e sui tagliandi dei gratta e vinci.

Una annotazione sui gratta e vinci e doverosa, questi ultimi sono gestiti dalla multinazionale Lottomatica in seguito dell’assegnazione di un bando di gara senza gara, ma forse mi sbaglio.

Tutto ciò, di fatto, è mettere la testa sotto la sabbia, favorire il consolidamento del mercato del gioco d’azzardo, come dichiarato pubblicamente da Ad di Gamenet spa, in una intervista in seguito all’ultima tranche della riduzione delle sole AWP, per un totale taglio ed esproprio di Stato del 35% degli stessi, a danno di tante piccole aziende di noleggio e di tanti esercizi pubblici che si sono visti togliere, ripeto e sottolineo ‘ESPROPRIARE’ i propri beni privati, a vantaggio dei grossi gruppi e lobby dell’azzardo, si proprio quelle entità a cui Lei aveva dichiarato guerra.

Sarei onestamente curioso di sapere quanta dignità Lei abbia ritrovato nella pagina intera, di un noto quotidiano a tiratura nazionale, acquistata dal Sig. Cairoli. Ad di Lottomatica in cui si ergeva a paladino per la lotta alla ludopatia e favorevole a togliere le slot dai bar, ovviamente omettendo di menzionare altre location da lui fornite come tabaccherie, mega sale, centri scommesse etc, dimenticando che Lottomatica, quindi lui, è la maggior concessionaria che in forma diretta o tramite suoi service detiene, distribuisce e gestisce il maggior numero di apparecchi oltre a tutti gli altri prodotti d’azzardo, sia anche la holding con il fatturato più alto del settore.

Oppure, giusto per citare altri esempi e esemplari dignitosi, si potrebbe citare il Sig. Kessler, direttore di ADM, il quale anch’esso si prodiga nel dichiarare che i comparti più a rischio GAP son AWP, VLT, scommesse virtuali, peccato si sia spinto a dichiarare favorevole anche lui a un intervento sulle AWP nei soli bar, asserendo anche che ADM non è finanziata da gli apparecchi da intrattenimento, scordandosi accidentalmente la quota ISI e la quota AAMS( 0.3 % + 0,5 %) in forma diretta del ‘coin in’ raccolto dai sopra citati apparecchi.

Prima di salutarla e ringraziarla per il tempo che può aver dedicato a questa lettura, mia preghiera di attenzione, umile consiglio di informarsi meglio, dando anche ascolto ad una associazione di categoria come Sapar che sicuramente nella persona del presidente nazionale Sig, Curcio Raffaele saprà, se gliene verrà data l’occasione, Le farà assumere una visione più vicina alla realtà con proposte concrete e concilianti; mi permetto di porle due riflessioni:

1° dopo tutti questi anni di killeraggio nei confronti delle AWP (comunemente definite slot da bar o macchinette mangia soldi) portata avanti da tutti i politici, nazionali e territoriali, medici, media vari anch’essi locali o diffusione nazionale, emittenti televisive che adesso fanno a gara nel dichiarare che la mancata pubblicità in primis arrecherà danno ai consumatori, strano che adesso vengono definiti consumatori, non più giocatori compulsivi o a rischio dipendenza, Le voglio far notare una cosa a cui pochi fanno e danno la giusta attenzione:
Quasi tutti i prodotti di azzardo dichiarano la vincita massima
AWP: € 100,00/ VLT: € 500.00/ Lotterie: vari milioni/ Gratta e vinci: vari milioni, case di lusso o vitalizzi/ Lotto superenalotto/ scommesse/ anche scommesse su eventi sportivi virtuali/ casinò/ poker / roulette / e potrei andare avanti, tutti con regole diverse di caso in caso in virtù di quanto puntato hanno una vincita massima realizzabile,
solo e ribadisco soltanto le cosi tanto diffamate slot da bar si può inserire al massimo
€ 2,00 e puntare al massimo € 1,00 frazionabili anche a 0,10 cent ma in particolare si conosce in partenza il massimo che si può perdere con matematica certezza stabilita per legge ed omologata.
Se per esempio prendessimo 10 persone, le mettessimo davanti ad una AWP, ciascuno la propria, tutti sono certi di perdere al massimo la stessa cifra, certificata e verificabile per legge, nessun’ altra offerta di azzardo può fare lo stesso, in pratica con tutte le altri prodotti non c’è limite massimo di perdita.
Proprio in virtù di questa piccola considerazione verrebbe da lanciare uno slogan:
Le AWP stanno alla ludopatia come il metadone sta alla tossicodipendenza.

2° Il combinato disposto di tutti i decreti legge e regolamenti emanati negli ultimi anni, Stabilità del 2014, poi modificata ed ancora irrisolta, cambio forzato di software con relativo abbassamento della percentuale di vincita, regolamenti vari di emanazione regionale e comunali, distanziometri e chiusure orarie, taglio delle AWP del 35% lasciato gestire direttamente dai concessionari con modalità personalistiche variabili di caso in caso, salvo poi lasciar dare il colpo finale a Sogei come per discolparsi, e fare come Ponzio Pilato, non ha prodotto altro che la concentrazione e l’ottimizzazione della raccolta pro apparecchio, quindi niente a che vedere con il contrasto al GAP.
Tutto ciò lascia aziende come la mia, piccola ed a conduzione familiare, ma è solo questione di tempo, perché il concetto di piccola azienda con le dinamiche del momento è del tutto relativo, visto il modus operandi dei concessionari, i quali in virtù della cosi detta ottimizzazione di redditività degli apparecchi, possono in modo unilaterale rescindere i contratti con i terzi incaricati alla raccolta, (agnelli sacrificali sull’altare dei concessionari) che non possono far altro che vendere la propria attività ai concessionari o ad aziende di loro gradimento, in pratica chiudere o regalare il proprio lavoro e beni privati, alla faccia del conflitto d’interesse.

Ogni concentrazione di potere distributivo, di qualsivoglia prodotto, produce un calo di concorrenza, rischio di far cartello commerciale, abbassamento della qualità ed innalzamento del prezzo.

Spero vivamente di aver sollecitato la sua curiosità, che almeno la faccia riflettere sui principi fondanti del suo ormai partito, ma soprattutto su gli interessi di legalità, onestà intellettuale, valori occupazionali e di libertà decisionale negli interessi nazionali scevro da condizionamenti delle lobby, le quali sono solamente colpevoli di portare avanti i loro interessi privati in virtù di ciò che lo stato gli permette di fare con le leggi e i suoi organi di controllo”.

 

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