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Bando scommesse. De Bertoldi (FdI) al Mef: “Si intervenga su attuazione intesa Stato-Regioni”

Lo scorso aprile il Consiglio di Stato ha inviato il proprio parere al Mef in merito al bando di gara per l’assegnazione di 15.000 “diritti scommesse”, tra cui 10.000 “diritti”

15 Maggio 2019

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Lo scorso aprile il Consiglio di Stato ha inviato il proprio parere al Mef in merito al bando di gara per l’assegnazione di 15.000 “diritti scommesse”, tra cui 10.000 “diritti” (negozi) e i 4.000 “diritti” (punti gioco) spiegando come “non si comprende come questi diritti debbano “atterrare” sul territorio.

Lo afferma Andrea De Bertoldi di Fratelli d’Italia presentando una interrogazione parlamentare al Ministero dell’economia e delle finanze e spiegando come, oltre a non chiarire le “caratteristiche tecniche dei punti vendita”, il Consiglio di Stato nel parere inviato evidenzia come non sia previsto alcun obbligo dei candidati di fornire in sede di gara qualche elenco della rete di vendita territoriale.

“Il Consiglio di Stato – spiega De Bertoldi – rileva come questo provvedimento ponga evidenti perplessità riguardo al criterio di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, quale tutela sociale ed economica che deve essere presa in considerazione, insieme a quello del progressivo contenimento del numero di punti di vendita in funzione antiludopatia, per assicurare volumi adeguati di introiti per l’erario”.

Il senatore rileva altresì come non sia stata considerata l’intesa Stato-Regioni del settembre 2017, siglata nel corso della Conferenza unificata, nella quale erano state riportate le linee guida per il riordino della normativa sul gioco ed in particolare il rinvio alle leggi regionali e ai regolamenti comunali, per la definizione di un sistema di regole relative alla distribuzione territoriale e temporale dei punti gioco; avrebbe dovuto essere emanato un decreto ministeriale per l’attuazione dell’accordo, ed il Consiglio di Stato, evidenzia De Bertoldi, rileva come non ci siano spiegazioni per cui lo stesso decreto non sia stato ancora adottato, sostenendo pertanto la necessità di procedere anche in assenza dello stesso decreto ministeriale di recepimento e in assenza delle leggi regionali attuative previste dall’ordinamento vigente.

Il senatore FDI ha quindi chiesto al Mef di sapere per quali motivi non sia stato adottato attualmente alcun provvedimento esecutivo dell’intesa Stato-Regioni citata; se sia a conoscenza del fatto che le autonomie territoriali partecipanti alla medesima Conferenza Stato-Regioni del settembre 2017 non abbiano ritenuto di doversi adeguare ai contenuti sostanziali della stessa; se non ritenga opportuno intraprendere adeguate iniziative, al fine sia di evitare eccessive concentrazioni dei punti vendita in alcune aree del Paese (e condizioni di assenza di servizio in altre), sia in merito al numero di operatori, per tutelare la libertà di mercato, prevedendo la presenza di piccoli esercizi e operatori del settore.

 

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