28 Marzo 2024 - 22:44

Galantino (BetAffiliation): “I divieti pubblicitari al gioco danneggiano gli operatori legali; dovremmo rifarci al modello UK”

“Il 2020 è stato sicuramente un anno problematico sia per la diffusione della pandemia del Covid19 sia per gli strascichi dell’attuazione del Decreto Dignità che impattano in maniera importante sull’industria

13 Ottobre 2020

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“Il 2020 è stato sicuramente un anno problematico sia per la diffusione della pandemia del Covid19 sia per gli strascichi dell’attuazione del Decreto Dignità che impattano in maniera importante sull’industria del gioco online a 360 gradi.

In seguito alla chiusura dello sport c’è stato un calo del giocato per quanto riguarda le scommesse sportive che abbiamo cercato di contrastare con un aumento del volume del giocato sui casinò online. In BetAffiliation abbiamo incrementato la nostra attività soprattutto perché ci basiamo esclusivamente su affiliazioni online”.

Ad affermarlo a PressGiochi è Giovanni Galantino, Chief Marketing Officer di BetAffiliation che ci descrive la situazione vissuta dagli operatori del gioco online in questi mesi di emergenza.

“BetAffiliation – spiega Galantino – nasce nel 2017, quindi è una azienda ancora relativamente giovane nel campo delle affiliazioni online e nel campo del gaming. Il nostro obiettivo è stato quello di creare una piattaforma specializzata nelle affiliazioni e con operatori attivi nel mondo delle scommesse sportive e da circa un anno abbiamo ampliato il nostro raggio di offerta anche con il casinò. Questa scelta durante il lockdown si è rivelata determinante, infatti ci ha aiutato insieme alla verticale del poker, la quale tra marzo ed aprile ha registrato buoni numeri. Questo ci ha permesso, nonostante tutto, di incrementare il nostro volume di affari. Il nostro network si basa su più fonti di traffico, sia Seo che social. Nel rispetto del Decreto Dignità, abbiamo introdotto la funzione ‘comparazione bonus’ con cui diamo agli affiliati privi di un sito web un tool che compara i bonus presenti nella nostra piattaforma”.

Come si diventa un operatore di successo?

“La nostra attività nel tempo ha lottato per ottenere un riconoscimento e il rispetto degli operatori del mercato. E’ stato un lavoro ben strutturato con l’obiettivo unico di generare utenti di qualità per i nostri concessionari. Questo ci ha permesso di instaurare rapporti con grandi operatori che ora sanno di poter contare su un prodotto di qualità.

Il nostro network si assicura che la qualità dei giocatori acquisiti in un determinato periodo di tempo sia conforme con i parametri richiesti dall’operatore. Questo ci ha permesso di ottenere sia negli anni passati che quest’anno due nomination agli EGR Italy Awards come “Affiliate of the year” (Affiliato dell’anno) e “Rising star” (Stella nascente) che identifica l’azienda che negli ultimi tre anni si è distinta per innovazione, crescita e redditività.

Oggi come oggi, possiamo contare su 10mila utenti mese registrati e 7mila utenti che si iscrivono e depositano per la prima volta”.

Come è andata l’attività durante i mesi del lockdown e anche dopo?

“Gennaio e febbraio sono stati mesi canonici, – afferma il CMO – a marzo la chiusura delle scommesse ha bloccato le acquisizioni. Questo blocco è stato compensato dal settore casinò e dal poker. In effetti, il lockdown ha permesso di tornare ad apprezzare il poker e grazie alle collaborazioni in essere abbiamo realizzato dei tornei esclusivi solo per BetAffiliation dedicati ai nostri affiliati. Abbiamo ottenuto buoni risultati con una media di 1.500 iscritti per torneo.

Da giugno il traffico è leggermente calato mentre sono tornate a salire le scommesse i cui dati in questi ultimi mesi sono tornati ai livelli normali”.

Creare una buona reputazione aziendale e solide collaborazioni richiedono tempo. Che programmi mettete a disposizione dei vostri affiliati e per gli operatori?

“Vogliamo generare utenti di qualità per i nostri concessionari, garantendo riscontri anche nel medio lungo termine. Anche nei rapporti con gli affiliati mettiamo al primo posto la qualità rispetto alla quantità. Allo stesso tempo mettiamo a disposizione per i giocatori solo offerte di prodotti complete, offriamo anche servizi di consulenza gratuita, per questo il nostro core è instaurare rapporti di fiducia e solidi grazie alla qualità”.

Come state gestendo il divieto di pubblicità introdotto dal Decreto Dignità?

“Dall’adozione del provvedimento alla sua entrata in vigore effettiva nel 2019 è passato un anno e questo tempo ci ha permesso di strutturarci per essere pronti ad affrontare questa sfida.

Nel rispetto delle linee guida emanate poi dall’Agenzia per le Garanzie nelle Comunicazioni, a livello di comparazioni quote e bonus abbiamo creato una serie di tool per permettere ai nostri partner e affiliati, anche privi di siti web, di continuare a lavorare in conformità al decreto”.

Quale auspicio avete a livello normativo generale?

“Il principio di intervenire tramite un decreto per tutelare i giocatori più deboli non era assolutamente sbagliato ma il modo in cui è stato applicato si. In questo modo non si tutela assolutamente il giocatore ma si mostra ignoranza e poca conoscenza del settore. Per il gioco online esistono molti strumenti per tutelare gli utenti vulnerabili, vedi l’autoesclusione o i software che monitorano e bloccano i giocatori che mostrano un comportamento compulsivo. Invece, in questo modo, si impedisce agli operatori legali di sviluppare una brand awareness. Bastava permettere le sponsorizzazioni solamente con richiami al nome del brand, senza riferimenti al gioco, altrimenti il giocatore nuovo, i giovani confondono il gioco legale con quello illegale.

L’effetto che ha avuto il Dignità è stato quello di un moltiplicarsi di operatori senza licenza italiana. Questo, oltre a creare una distorsione del mercato, crea un danno per i concessionari italiani che pagano licenza e tasse al fisco italiano”.

Cosa fare?

“Occorre rimuovere – conclude Galantino – il divieto di sponsorizzazione con lo sport e consentire in maniera regolamentata e seria anche dei passaggi di spot in Tv, rifacendosi al modello UK e limitando il numero di spot a uno e non come era prima ad una raffica continua di pubblicità”.

 

PressGiochi