13 Dicembre 2024 - 00:40

Vent’anni di AWP: la forza di essere vincenti, contro tutto e tutti

Vent’anni fa, ma sembra ieri. Eravamo nel 2004 quando il nuovo mercato NewSlot cominciò a prendere il via: i primi nulla osta vennero rilasciati in aprile, ma fu da settembre

25 Novembre 2024

Vent’anni fa, ma sembra ieri. Eravamo nel 2004 quando il nuovo mercato NewSlot cominciò a prendere il via: i primi nulla osta vennero rilasciati in aprile, ma fu da settembre che si entrò nella piena fase operativa, dopo il raggiungimento della soglia dei 5.000 nulla osta da parte di ciascun concessionario prevista dal bando. Un mercato che partì in maniera più frettolosa che mai, per dare un taglio netto al passato (leggasi videopoker) senza però creare un’intercapedine temporale che sarebbe stata ancor più deleteria per l’affermazione del gioco legale. Di conseguenza, nel corso degli anni si resero necessari numerosi interventi in corsa sull’apparato normativo, a cominciare dalla legge finanziaria 2005 che modificò il comma 6 dell’art.110 Tulps, con l’introduzione delle lettere a) e b) e cambiando il passaggio sulla presenza degli elementi di abilità-intrattenimento-alea, per far sì che la legittimità della Awp non potesse essere messa in discussione in sede giudiziaria.

Sta di fatto che, col senno di poi, il progetto era troppo ambizioso per poter entrare a regime in tempi brevi. Così, tra difficoltà tecniche, vuoti normativi, dubbi interpretativi, e il senso di ribellione che tanti gestori di apparecchi provarono nel vedersi sottrarre il loro mestiere dalle mani (giusto o sbagliato che fosse ragionare così) affiorarono gravi carenze di sicurezza e di affidabilità nel sistema di gestione della rete telematica delle Awp.

Problemi che se da un lato non frenarono la corsa alle nuove installazioni, dall’altro diedero luogo a numerose irregolarità, perlopiù a delle forzature pressocché obbligate sull’apparato normativo, che sfociarono nella grande ‘bolla’ della maximulta di 98 miliardi. E, per quanto sia stata enormemente ridimensionata, dopo una lunga serie di vicissitudini, essa provocò un feroce innalzamento del malcontento dell’opinione pubblica e dei mass media rispetto al fenomeno slot, che, intanto, stava cominciando a provocare dei disagi a livello individuale e sociale.

Il seguente caso BlackSlot mise il punto sulla prima generazione di apparecchi, introducendo, con la modifica del decreto tecnico (2007) la stagione delle cosiddette AWP2, che sicuramente offrivano ben maggiori garanzie dal punto di vista della sicurezza globale, ma costrinsero gli operatori di base a sobbarcarsi enormi investimenti immediati per aggiornare il loro parco macchine.

Le nuove soluzioni tecnologiche adottate ebbero tutto sommato una buona tenuta. Però, col passar del tempo si avvertì la necessità di fare un nuovo salto di qualità, consistente nel passaggio alle cosiddette AWP3, poi identificate come AWP-R, che indubbiamente comporterebbero un forte innalzamento dei livelli di sicurezza e nuove applicazioni per la prevenzione del gioco patologico. D’altra parte, resta sempre il rischio che diventino una sorta di ‘mini VLT’, cosa che il mercato assolutamente non auspica onde evitare inutili (e costose) sovrapposizioni.

Se ne cominciò a parlare nel 2016 e oggi, a 8 anni di distanza, siamo ancora fermi al punto di partenza, passando di proroga in proroga e attraverso un decreto attuativo che mai ha visto la luce. Poi, lo stallo creato dal conflitto Stato-Regioni sul piano di riordino del settore dei giochi ha dato un ulteriore contributo all’accantonamento ‘provvisorio’ del progetto.

Nel frattempo, a seguito del famoso accordo in Conferenza Unificata del 2017, si è passati attraverso un taglio consistente del tetto massimo dei NOE attivi (dagli oltre 400.000 esistenti si scese a 265.000 unità), ma soprattutto sotto la gogna delle forche caudine imposte dagli enti territoriali, con i più bislacchi distanziometri feroci limitazioni agli orari di attività degli apparecchi.

Purtroppo, l’integrità del sistema è stata irrimediabilmente minata nel momento in cui il principio della ‘riserva statale sui giochi’ ha ricevuto la prima forte picconata dalla Legge Balduzzi del 2012, che ha di fatto neutralizzato “una situazione tendenziale di fatto incompatibile con l’esigenza di assicurare un’effettiva tutela della salute alle persone affette da disturbi derivanti dal gioco d’azzardo” (si legge in una relazione redatta dallo stesso ministro della Sanità Renato Balduzzi).

Il problema di fondo è che il termine ‘giochi’ si traduce, sempre e comunque in ‘apparecchi da gioco, mettendoci ovviamente in mezzo le VLT, la cui stagione prese il via grazie al Decreto Abruzzo (2009). La confusione terminologica ha fatto il resto, portando la stampa e l’opinione pubblica a indentificare il tutto nei videopoker di vecchia memoria. La vertiginosa crescita della raccolta in quegli anni (e l’errato accostamento della spesa al giocato al lordo delle vincite) è stato un altro elemento decisivo per alimentare i movimenti ‘no slot’ e per dare la stura agli interventi delle autorità locali a cui abbiamo già fatto cenno, facendo leva sui dati relativi alla diffusione delle patologie da gioco, che per altro sono stati spesso sovradimensionati (senza negare, da parte nostra, che il problema esiste e va combattuto).

A 20 anni di distanza, comunque, non si può disconoscere l’effetto-traino che le NewSlot hanno fatto nei riguardi di tutta l’industria del gioco, direttamente e indirettamente, consentendo a diverse concessionarie di assumere rilevanza internazionale, ed altresì degli esercizi pubblici e commerciali, che dagli apparecchi hanno tratto linfa vitale. Un movimento che ha creato decine di migliaia di posti di lavoro, che porta nelle casse dello Stato miliardi di euro ogni anno e che, non dimentichiamocelo mai, ha dato una dura spallata all’illegalità, innanzitutto grazie all’impegno degli operatori stessi.

Si può sperare in un futuro migliore? Sperare è sempre lecito, purchè si arrivi al giorno che dagli EGM venga sradicata la brutta etichetta di “pietre dello scandalo” del settore dei giochi.

 

Di Marco Cerigioni –  PressGiochi MAG