Ebbene si: mentre in tutto il mondo o quasi piovono scommesse sul futuro Papa, neanche che il Conclave sia il SuperBowl del Vaticano, in terra italica l’evento è assolutamente vietato
Ebbene si: mentre in tutto il mondo o quasi piovono scommesse sul futuro Papa, neanche che il Conclave sia il SuperBowl del Vaticano, in terra italica l’evento è assolutamente vietato dai regolamenti ADM, che mette al bando qualsiasi proposta di giocata su eventi religiosi. Ed è per questo che nessuno si è mai azzardato di proporre giocate sullo scioglimento o meno del sangue di San Gennaro nelle fatidiche giornate del 19 settembre e del 16 dicembre, oppure sull’altezza della prossima Macchina di Santa Rosa, o magari su quanti ceraioli daranno vita alla famosa Corsa dei Ceri di Gubbio il 15 maggio.
Certo è che viene da ridere a pensare che il gioco d’azzardo sui risultati del conclave papale risale al Quattrocento e che proseguì nei secoli fra scomuniche più volte minacciate ma puntualmente gabbate, fino ad arrivare al 1903, quando il governo italiano offrì quote sulla morte del papa e, se papa Leone XIII fosse morto una settimana prima, il governo avrebbe perso oltre 1.000.000 di dollari (roba da pazzi!). Per la cronaca, il canone della scomunica per questa bizzarra fattispecie decadde nel 1918, grazie alle riforme di papa Benedetto XV.
Però, siccome il bookmaker perde il pelo ma non il vizio, il mercato di previsioni Polymarket, che funziona come una borsa valori, all’inizio della settimana di Pasqua ha offerto il contratto “Nessun nuovo Papa nel 2025” considerandolo come l’esito più probabile. Era scambiato a 66 centesimi per dollaro, il che implicava una probabilità su tre che Francesco sopravvivesse fino alla fine dell’anno. Saranno mica dei portasfiga?
Tornando alla stretta attualità, secondo il sito bottadiculo.it (nomen omen), all’estero si può parlare ormai di un vero e proprio “borsino papale”, che scatena una “sfida di intuito, strategia e conoscenza delle dinamiche ecclesiastiche”. Tanto per fare un esempio, la sopra citata piattaforma Polymarket, ha affermato di aver ospitato, fra venerdì scorso e ieri, puntate peer-to-peer per un valore di oltre 6 milioni di dollari.
Lo stesso sito ha fatto persino un riepilogo delle quote offerte da William Hill, Paddy Power, Ladbrokes e Bet365 e Unibet, dalle quali scaturisce che la corsa alla cattedra papale sarà un fatto a due fra il “nostro” Pietro Parolin – segretario di Stato del Vaticano – e il filippino Luis Antonio Tagle – che si porta dietro una serie di titoli tanto altisonanti quanto incomprensibili per i comuni mortali: Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione-Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana ed Arcivescovo Metropolita emerito di Manila. Le odds oscillano fra il 2.5 per Parolin (Bet365) e il 4.5 per Tagle, il quale però potrebbe perdere punti dopo la diffusione del video nel cui è ripreso a cantare Imagine di John Lennon, canzone che proprio religiosa non è (basti ricordare i primi versi: Immagina che non ci sia il paradiso. È facile se ci provi. Nessun inferno sotto di noi. Sopra di noi solo cielo.
Accreditato a quota 8.00/9.00 c’è un altro italiano, Matteo Zuppi, che è il grande capo dei vescovi italiani.
Intorno a quota 9.00/10.00 oscillano il “papa nero” Peter Turkson, per buona pace degli scaramantici che credono nelle profezie per le quali sarà l’ultimo papa prima della fine del mondo, e il più rassicurante ungherese Peter Erdo.
Conferme per Parolin provengono altresì dall’autorevole oddshecker.com: il cardinale vicentino viene dato 5/2, con una probabilità implicita del 29%; seguono Tagle (10/3 – 23%), Peter Turkson (6/1 – 14%) e Matteo Zuppi (8/1 – 11%).
Teoricamente, i candidati sono 135 e di outsiders ce ne sono diversi. Come lo era stato Bergoglio a suo tempo: nel 2013, secondo gli operatori di betting, i favoriti erano l’italiano Angelo Scola e il ghanese Peter Turkson (attenzione, gente!), mentre il futuro papa Francesco era soltanto quindicesimo in lizza… Allora, occhio, ad esempio, al bergamasco Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme (tanto di cappello!) ma ormai diventato famoso tra il popolino per essere lontano parente di quel Pierluigi Pizzaballa, portiere di Atalanta, Roma e Milan negli anni 60/70, che gli ha già promesso in regalo la sua introvabile figurina (crepi l’avarizia!) se diventerà Pontefice. Ancora, da seguire il guineano Robert Sarah, altro potenziale “papa nero”, prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti (cosa sarà mai?).
Adesso, però, tutto il mondo si chiederà: quale sarà mai il pronostico di Pressgiochi? Non ci sbilanciamo, ma faremo il tifo per l’arcivescovo di Las Vegas, George Leo Thomas!! Hai visto mai che se viene a Roma non lancerà una “pastorale del gambling”??
Marco Cerigioni – PressGiochi