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Terrabusi (Nazionale Elettronica): “L’introduzione delle awp da remoto rischia di tagliar fuori dal mercato i costruttori italiani”

Il punto di forza che abbiamo sempre riconosciuto alla Nazionale Elettronica è la capacità di abbinare creatività e versatilità. Requisito che consente all’azienda di Faenza di rispondere con prontezza e

16 Ottobre 2015

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Il punto di forza che abbiamo sempre riconosciuto alla Nazionale Elettronica è la capacità di abbinare creatività e versatilità. Requisito che consente all’azienda di Faenza di rispondere con prontezza e qualità alle sin troppo frequenti novità – non tutte di segno di segno positivo – che caratterizzanosin dagli albori il mercato del gioco a vincita in denaro, e al tempo stesso di guardare oltre il mercato Awp ed anche fuori dai confini italiani. Certo è che più si va avanti e più si alza l’asticella delle difficoltà a cui un’azienda di produzionedeve far fronte.E per quanto questa possa essere solida e organizzata come la Nazionale, le preoccupazioni sono molto forti.

 

“Purtroppo – sottolinea Renzo Terrabusi – la Legge di Stabilità 2015 è la cosa più brutta che si sia vista in questi ultimi anni. E la prossima potrebbe essere addirittura peggio. Infatti, dal dossier presentato a fine settembre dai Monopoli al Ministero dell’Economia, si prospetta un altro cambio radicale delle condizioni operative di mercato, che se da un lato, col prelievo del Preu sul cassetto, può permettere al gestore di recuperare qualcosa, dall’altro, presupponendo la sostituzione delle Awp con le macchine gestite da remoto, rischia di tagliar fuori i costruttori, laddove venga stabilito che il server sarà in gestione dei concessionari e che questi ultimi possano distribuire direttamente i giochi con un semplice download nei locali pubblici. Sarebbe la fine per noi, perché i concessionari di rete, in tal modo, finirebbero per accorpare tutte le funzioni, compresa quella del venditore.”

 

nazionaleCi chiediamo, però, se i nostri costruttori siano in grado di realizzare degli apparati che si avvicinano molto a quelli delle Vlt. Ma su questo aspetto Terrabusi non ha dubbi: “Non pensiate che sia una cosa così complicata, dato che l’architettura è diversa da quella delle Vlt. Infatti, prevedendo un sistema a doppio server, uno controllato dal costruttore e un altro installato presso l’ente certificatore, che ricevano in contemporanea le informazioni provenienti dagli apparecchi, tutta l’operatività sarebbe sotto pieno e totale controllo.”

 

Ma lei, signor Terrabusi, come crede che andrà a finire? “Ve lo dico chiaro, se dessero tutto in mano ai concessionari sarebbe una vigliaccata. Però temo proprio che finirà così; mi lascio un 10% di margine di speranza, non di più. Siccome contro la forza la ragion non vale, la Nazionale dovrà stringere nuovi accordi con i Concessionari per distribuire i propri innovativi prodotti.

Allora, cosa fare? “Una via d’uscita può essere nel creare una piccola alternativa, da lasciare in mano agli operatori tradizionali. Parlo degli apparecchi comma 7A, facendo in modo che oltre ai premi in oggettistica possano erogare 20 euro in moneta. Quindi, macchine che abbiano una evidente componente di abilità, con tempo di gioco minimo di 7 secondi, non collegate alla rete telematica, che paghino una tassa fissa annuale. Insomma, chiamiamolo pure un “contentino” ai gestori, che hanno portato avanti l’automatico negli anni e che ora vengono messi da parte con prepotenza. Non nascondiamoci nulla: i concessionari girano come trottole per comprare noleggi, andando a creare una situazione di oligopolio nel monopolio, che per altro, con le fusioni e le acquisizioni di cui si sta parlando, rischia di essere ristretto a pochissimi e noti soggetti.”

 

Queste affermazioni non suonino però come un’alzata di bandiera bianca. Al contrario, per Nazionale Elettronica queste sono opportunità per lanciare nuove sfide.

“Da tempo il problema numero uno per le slot è la ludopatia? Noi abbiamo inventato l’apparecchio che lo risolve! In due parole, dopo che si è giocato 30/40 euro, la macchina va automaticamente in regime di gioco soft, abbassando il costo partita a 10 centesimi fino a quando non si torna sotto la soglia.”

Incredibile a dirsi, ancor più difficile crederci. Ma in Enada scopriremo tutti i dettagli di questa novità rivoluzionaria, che magari va un po’ contro gli interessi dei gestori, però, come dice Renzo, “laddove i sindaci, vedi Bolzano e Milano, ce l’hanno a morte con le slot, questa potrebbe essere una soluzione.”

 

E non finisce qui, nello stand della Nazionale vedremo tante nuove proposte in termini di schede multigioco con almeno una decina di games ciascuna. Poi, avremo un saggio delle eventuali modifiche che dovranno essere apportate agli apparecchi esistenti nel caso in cui dovesse entrare in vigore il sistema di tassazione sul cassetto. “Operazione che sarà svolta con celerità e a basso costo”, assicura il “capitano” della Nazionale.

Ce ne sarebbe di argomenti per parlare di una partecipazione di prim’ordine alla rassegna romana. Ma il team faentino non ne ha mai abbastanza.

 

Ecco, allora, in visione un prototipo di Vlt tutta italiana, in collaborazione con Gamenet; un prodotto facilmente adattabile al mercato spagnolo, dove è prevista l’introduzione di awp “da remoto”, realizzato insieme ai soci americani della Nazionale Elettronica e, degno finale, una slot da casinò per il mercato messicano, abbinata al sistema di gestione SAS di marchio proprietario.

Adesso è proprio tutto…anzi no! Renzo preannuncia: “Nella prossima Enada Primavera vi stupiremo con un apparecchio assolutamente innovativo”. Non vuole dirci di più, nemmeno sotto tortura… hai visto mai che si tratti di quel “fantastico” comma 7A di cui ha sopra parlato, con tanta dovizia di particolari?”

 

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