29 Marzo 2024 - 10:52

Tassa sul betting: tocca al monco aiutare lo zoppo!

Stavolta, il problema è più di principio che di sostanza. E’ inammissibile che nel momento in cui degli operatori economici, qualsiasi essi siano, privati per oltre due mesi di gran

12 Maggio 2020

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Stavolta, il problema è più di principio che di sostanza. E’ inammissibile che nel momento in cui degli operatori economici, qualsiasi essi siano, privati per oltre due mesi di gran parte se non addirittura di tutto il proprio turnover, vengano colpiti da una nuova tassa. Ma il fatto ancor più irritante è che ad essere preso di mira, almeno per ora, è soltanto il nostro settore.

 

Qualcuno si chiedera perché – sempre, almeno, per ora – il governo abbia concentrato le attenzioni sul comparto del betting. A nostro avviso, ci sono un paio di risposte abbastanza certe. La prima è che da quando è stato imposto il blocco totale delle pubblicità dei giochi, i dati della raccolta testimoniano addirittura un aumento dei volumi di raccolta, pari ad oltre il 17%, corrispondente a circa 170 milioni di euro (periodo da luglio 2019 a febbraio 2020); tale indice supera il 21% per le scommesse sportive online, per un differenziale positivo di quasi 100mln euro.

Nulla conta, sempre ad avviso del governo, che da marzo in poi tutti i concessionari si siano completamente rimangiati quella piccola “dote” che si erano costruiti “immeritatamente” (scusate l’ironia) dal Decreto Dignità in poi, perché le spese di esercizio (affitti, utenze e personale) si sono ridotte in maniera minimale).

 

Il secondo aspetto è che (forse) gli arguti tecnici che hanno elaborato la nuova tassa hanno ragionato, molto grossolanamente, sul fatto che tutti i grandi gruppi offrono, a livello online, altri prodotti di gioco, casino games, videoslot. ecc.,  e pertanto hanno goduto di un meccanismo di recupero tale da poter compensare le suddette perdite.

 

Niente di più sballato! Intanto, cominciamo col dire che ci sono tanti piccoli concessionari che lavorano solamente nei punti a terra e che non hanno nessun altra alternativa. Ma anche volendoli considerare una parte minimale del problema, pure tutte le società che hanno la concessione GAD sono andate in crisi: infatti, stando a quanto emerge dallo scenario internazionale del gaming online, risulta che tra quanto è stato perso sul fronte del betting e quanto recuperato dai casino virtuali, rimaneuno scoperto fra il 20/30%. E non abbiamo motivo per pensare che in Italia le cose siano andate diversamente.

 

Ecco, nel loro insieme questi fattori sono bastati al governo per lavarsi la coscienza e avanzare questa nuova tassa che, alla resa dei conti, frutterà qualche decina di milioni di euro (minimo garantito 35 l’anno), di cui andrà ad usufruire il mondo dello sport.

 

Una tassa di scopo, se così la vogliamo chiamare, che non sappiamo chi e quanto possa agevolare.

 

Troppo nebulosi i contorni di questo Fondo di solidarietà che si va a costituire, per capire se la sua destinazione non sia soprattutto a copertura della cassa integrazione per i lavoratori dello sport, piuttosto che per i buchi delle società sportive di base, le cosiddette ASD.

 

L’impressione è che qui si vada a togliere il pane a chi al momento ne ha molto poco, per darlo, a piccolissimi e quindi insufficienti tozzi, a quella pletora di persone che gravita a vario titolo nel mondo dello sport, siano essi atleti, tecnici, dirigenti, organizzatori ecc. Una miserrima partita di giro, anzi, presa in giro, per far vedere che il governo non dimentica lo sport, ma al tempo stesso continua a fregarsene e a farsi beffe di chi ha avuto la pessima idea di fare l’imprenditore nel campo del gaming.

In definitiva, ci troviamo di fronte a un bruttissimo precedente. Magari domani o dopodomani qualcuno si alzerà dicendo che serve una tassa di scopo a favore del cinema, del teatro, dei cantanti e degli artisti, o delle feste patronali, degli strimpellatori da strada o dei pifferai magici. Ed ecco l’industria del gaming pronta a tornare sotto spremitura.

 

 

 

Marco Cerigioni – PressGiochi

Fonte immagine: https://www.tstyle.it/2019/08/25/betting-online-gli-italiani-riscoprono-il-piacere-di-scommettere-16151.html