19 Aprile 2024 - 05:30

STS. L’arma più pericolosa: la pialla normativa

A Monza, la Polizia locale ha posto sotto sequestro una sala giochi priva di qualsiasi licenza nella quale erano installate newslot e VLT anch’esse prive di nulla osta. Una situazione

12 Giugno 2015

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A Monza, la Polizia locale ha posto sotto sequestro una sala giochi priva di qualsiasi licenza nella quale erano installate newslot e VLT anch’esse prive di nulla osta. Una situazione in tutto e per tutto irregolare che ricorda da vicino i vecchi locali malfamati dove, prima dell’opera di risanamento del settore svolta agli inizi del 2000 dall’allora Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, prosperavano i videopoker. Vi è una sostanziale differenza, però, rispetto a quei tempi, tutto sommato neanche troppo lontani.

La differenza – spiega il Sindacato dei Totoricevitori Sportivi – è data dal fatto che oggi abbiamo una normativa molto particolareggiata che descrive puntualmente le caratteristiche amministrative e tecniche degli apparecchi e i requisiti che si devono possedere per ottenere le relative licenze di installazione. Altrettanto chiaramente sono descritte le fattispecie di violazione con conseguenti sanzioni sia di natura amministrativa che penale.

A ciò si aggiunga l’elenco pubblico degli operatori di gioco tramite apparecchi la cui introduzione, quattro anni fa, ha rappresentato un ulteriore strumento di garanzia della trasparenza del settore.

Il risultato è che il gestore della sala di Monza dovrà rispondere di diversi capi di imputazione e, sommando tutte le sanzioni che gli verranno applicate, probabilmente perderà tutto ciò che fino ad oggi ha guadagnato illecitamente.

Sebbene ci sia ancora molto da fare, sia nei confronti delle sale slot abusive sia nei confronti dei CTD non regolarizzati, il comparto dei giochi è oggi assistito da una esauriente normativa sanzionatoria delle fattispecie illegali.

Purtroppo, la stessa spinta repressiva giustamente adottata dallo Stato per i punti illegali sembra aver ispirato i legislatori locali nei riguardi dei punti di raccolta autorizzati.

 

Che, in talune regioni e in molti comuni, rischiano sanzioni salatissime per comportamenti che nulla hanno a che fare con quello – deplorevole – del titolare abusivo di Monza.

Il paradosso sta dunque nel mettere sullo stesso piano fattispecie diverse tra loro: l’unica cosa che si ottiene è livellare tutto iniquamente e senza distinzioni. Questa pialla normativa è l’arma più pericolosa.

PressGiochi