11 Novembre 2025 - 21:26

Stop alle Skin 14 novembre: rischio per l’occupazione, caos e incertezza per PVR e giocatori

Come già accennato nell’articolo relativo alla circolare ADM sulla chiusura delle skin, i tempi ora sono strettissimi per disattivare e spostare i domini secondo le modalità previste dalla stessa circolare.

01 Novembre 2025

Come già accennato nell’articolo relativo alla circolare ADM sulla chiusura delle skin, i tempi ora sono strettissimi per disattivare e spostare i domini secondo le modalità previste dalla stessa circolare.
Le regole si concentrano sulle responsabilità dei concessionari, ma nella sostanza riguardano il trasferimento dei giocatori dalle skin ai brand/dominio madre:

un passaggio regolamentato e tecnicamente fattibile, che però trascura gli aspetti pratici, sociali e soprattutto commerciali.
Alcuni concessionari hanno già avviato le procedure di migrazione, e con loro stanno emergendo le prime criticità ma anche nuovi scenari per la rete.
A pochi giorni dalla chiusura definitiva delle skin, l’intero comparto si interroga su cosa accadrà a centinaia di piccoli imprenditori, gestori di PVR e operatori del gioco legale gestori di Skin.

Abbiamo chiesto a Francesco Cannatella, tributarista e consulente nel settore del gioco fisico e digitale, responsabile dei contenuti di portali come PVR.bet, di analizzare gli scenari che si aprono dopo lo stop imposto da ADM, con particolare attenzione alle reti già operative sul territorio.

Francesco, in queste settimane si sente dire che il passaggio dalle skin ai brand madre sarà una semplice formalità, un cambio di dominio e nulla più. È davvero così semplice?

👉Cannatella: No, non è affatto così.
Dietro questa transizione ci sono dinamiche molto più complesse di quanto si voglia far credere.
Tecnicamente il processo è gestibile, e in passato alcuni passaggi simili sono stati fatti con relativa semplicità quando il concessionario poteva, con un unico portafoglio, dividere il saldo del conto gioco su più skin.
Oggi però è diverso.
Il player è uno solo, e viene gestito e indirizzato da canali diversi: skin, reti, network, PVR, affiliazioni web.
Pensare che basti spostarlo tecnicamente da un dominio all’altro è un errore di prospettiva.
Serve una visione unica del giocatore, altrimenti si rischia di disorientare chi ha sempre scelto il gioco legale e che negli anni ha costruito reti commerciali reali, spesso in un contesto già inflazionato dalle skin.

Francesco, a pochi giorni dallo stop, molti PVR temono un terremoto. È davvero così?

👉Cannatella: No, il PVR non è finito.
Ma in molti dovranno riorganizzarsi, e soprattutto preparare la propria clientela:
cambiano le regole, cambiano i domini e, in alcuni casi, anche i guadagni generati dal player che ricaricano.
Ci saranno richieste di trasferimenti e riallineamenti, ma non è la fine del modello.
È una fase di transizione in cui bisogna essere informati, non impauriti. Preparati.
Detto questo, attenzione molta attenzione: la migrazione e le regole, ancora poche e lasciate all’interpretazione dei concessionari, possono creare confusione e perdita di mercato se non gestite con chiarezza e tempestività.

Quali sono i principali punti critici che stai osservando nel passaggio dalle skin ai brand madre?

👉Cannatella:
Il primo è la confusione del player.
Molti non capiranno perché non possono più ricaricare il conto gioco dove erano abituati, anche se il conto resta lo stesso. È un cambiamento tecnico, ma tocca le abitudini di gioco e i rapporti commerciali costruiti negli anni sul territorio.

Il secondo è la sovrapposizione di PVR appartenenti allo stesso concessionario nella stessa zona, che genererà inevitabilmente saturazione commerciale e perdita di guadagni.
Faccio un esempio concreto: ero registrato a una skin Pinco del concessionario Pallo, operativa presso un tabaccaio in via Appia a Roma, contestualmente avevo un conto gioco diretto presso l’agenzia fisica con il brand madre Pallo, sempre in via Appia.
Con la chiusura delle skin, cosa succede ora?
Dove ricarico?
Che fine fanno il mio saldo, lo storico, le impostazioni del conto?
Sono “obbligato” a scegliere dove ricaricare, tra due PVR diversi?
E il PVR, come potrà gestire la clientela senza dividerla? Perché alla fine il player è uno solo.
C’è poi un’altra situazione frequente: un giocatore registrato online direttamente al brand madre Pallo, ma anche alla skin Pinco, che ricarica abitualmente entrambi i conti anche tramite il proprio PVR di fiducia, con la migrazione automatica al brand madre Pallo, il giocatore come gestirà le ricariche?
Continuerà a farle online o dal punto fisico?
Il rischio è un cortocircuito tra tecnologia e territorio, con il PVR che perde il controllo della relazione con il cliente, o peggio i guadagni.

Il terzo punto critico, e forse il più importante, riguarda la gestione delle commissioni.
A chi si assegnerà il player in caso di doppia registrazione dal web, da una skin o da un PVR?
Il player è uno solo.
Oggi non esiste ancora una linea ADM univoca su questo. E, senza polemica, manca.

A molte di queste domande i concessionari hanno già risposto, ognuno in base alle proprie scelte e alle reti commerciali su cui opera.
Resta però evidente che servivano regole chiare, non solo per la migrazione tecnica, ma per l’intera gestione commerciale che ne deriva, così da non penalizzare nessuno: né le reti, né gli esercenti, né soprattutto il player.

Francesco, oltre agli aspetti tecnici e commerciali, c’è anche un impatto sul lavoro e sulle reti fisiche. È un rischio reale?

👉Cannatella: Sì, il rischio c’è, ma va letto nel modo giusto.
Non parliamo solo di numeri o di punti vendita: parliamo di persone.
Dietro ogni PVR e ogni Skin ci sono imprenditori che hanno investito nel gioco legale, assunto personale, formato collaboratori e spesso sostenuto un territorio e il concessionario.
Con la chiusura delle Skin, molti punti si troveranno con meno player attivi e senza una linea chiara su come gestire la loro redistribuzione, in attesa di capire se potranno riallinearsi o dovranno ripartire da zero.

Faccio un esempio concreto, legato proprio al rischio di perdita di rete per i PVR:
sono un player che ha creato il proprio conto gioco a Palermo, presso un PVR della skin Pinco del concessionario Pallo. Contestualmente ho anche un conto gioco online con Pallo e ricarico regolarmente entrambi.
Per lavoro mi trasferisco a Roma.
Ora voglio ricaricare il mio conto, quello migrato sotto il brand madre Pallo, presso un tabaccaio in via Appia.
A questo punto la domanda è semplice ma cruciale:
chi guadagna la commissione?
Il PVR di Palermo che mi ha aperto il conto, o il nuovo PVR di Roma dove ricarico?
Se ricarico online guadagna solo il concessionario Pallo?
Chi deve autorizzare il trasferimento alla rete di guadagno?
È fattibile? È regolamentato?

Sono domande apparentemente banali, ma decisive.
Perché dietro la risposta c’è la sopravvivenza commerciale di centinaia di PVR ed ex gestori di Skin che in questi anni hanno costruito, punto su punto, la propria rete.
Il rischio non è solo occupazionale, ma anche di discontinuità nella rete legale: ogni volta che si spegne un PVR che ha lavorato in regola, si apre spazio per chi legale non è.

Io continuo a dirlo: servono regole sì, ma anche accompagnamento.
Chi ha sempre rispettato la normativa non deve essere lasciato solo a interpretazioni o silenzi.

Guardando oltre il 14 novembre, cosa cambierà davvero per il settore?

👉Cannatella: La riforma è, nel complesso, positiva.
Ha portato chiarezza e ha finalmente riconosciuto la figura del PVR con l’istituzione dell’Albo. Ha dato un’identità a una categoria che per anni è stata la spina dorsale invisibile del gioco legale online.
Il problema non è l’obiettivo, ma il metodo.
Se da un lato alcuni concessionari hanno sempre considerato le skin un’anomalia, dall’altro molti imprenditori le hanno utilizzate in modo virtuoso: per fare branding legale, creare fiducia e dare un volto riconoscibile a realtà che operavano in piena regola.
Secondo me la chiusura delle skin poteva essere gestita in modo più graduale e regolamentato.

Francesco, al di là delle criticità, cosa si poteva fare o cosa si può ancora fare per evitare che questa transizione lasci dietro di sé troppe macerie?

👉Cannatella: Si poteva pensare a una formula diversa: limitare le skin, non cancellarle.
Imporre standard minimi, definire soglie di fatturato, o introdurre costi concessori più alti per chi voleva mantenere il proprio brand fondi che avrebbero potuto finanziare il gioco legale e generare gettito stabile per lo Stato.
Sarebbe stato un modo per distinguere chi sfruttava il sistema gioco online da chi, invece, lo valorizza. Serve equilibrio, e serve che ADM continui il lavoro avviato, ma con maggiore ascolto delle realtà operative.
E, secondo me, andrebbe fatto subito, per tutelare le reti commerciali attive e il lavoro già costruito.

Un idea semplice ma utile per evitare confusione commerciale su “di chi è la rete” e “di chi è il player”:
si poteva predisporre, almeno per il passato, la possibilità di salvaguardare le reti PVR e i player creando più posizioni per lo stesso conto gioco (su base skin) in pratica, come se il wallet del giocatore avesse più sotto saldi, tutti di proprietà del concessionario, ma tracciabili rispetto al punto che li ha generati.
Solo così, almeno in questa fase di transizione, si sarebbe potuto salvare il lavoro, la rete dei PVR, le affiliazioni web e gli imprenditori gestori delle skin che in questi anni hanno investito nel sistema legale.

Perché il gioco legale si rafforza solo se cresce con chi lo fa ogni giorno, non contro di loro.

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