19 Aprile 2024 - 11:19

Stabilità 2016, parola ai produttori: il problema ‘smart card’ sta paralizzando la filiera!

Vallo a dire, ai produttori, che per loro questi sono tempi di vacche grasse! Magari strada facendo sarà pure così, ma per ora devono mordere il freno, e con rabbia,

01 Marzo 2016

Print Friendly, PDF & Email

Vallo a dire, ai produttori, che per loro questi sono tempi di vacche grasse! Magari strada facendo sarà pure così, ma per ora devono mordere il freno, e con rabbia, non potendo esprimere tutto il loro potenziale produttivo in una fase in cui ce ne sarebbe tanto bisogno.

Loro hanno fatto del tutto per farsi trovare pronti all’avvio delle omologhe, e tutto sommato hanno visto filar via lisce le cose sino alla prima settimana di febbraio. Poi, apriti cielo: nel momento in cui la ADM ha comunicato il raddoppio del contingente di smart card disponibile per ciascuna azienda, c’è stato il black out delle consegne.

Sembra un po’ di rivivere la situazione del 2008, quando – si ricorderà – ci fu un periodo in cui questi dispositivi venivano consegnati col contagocce e tanti non funzionavano. Ma se allora c’era la scusante della fase di start-up, stavolta l’Amministrazione avrebbe dovuto prevedere per tempo a quale mole di richieste si sarebbe andati incontro e regolarsi di conseguenza.

“E’ dall’8 febbraio – dice Gabi Dumitrascu della Elettronica VideoGames – che si è bloccato tutto. E quando abbiamo chiamato i Monopoli la risposta è stata sconfortante: prima di metà marzo non se ne parla! Quali sono le conseguenze? Che non solo devo tenere ferme in magazzino tantissime schede e tutto l’occorrente per assemblarle, materiali che ho dovuto pagare in anticipo confidando nel fatto di poterli smerciare in breve tempo, ma non posso nemmeno procedere con le riprogrammazioni. Allora mi chiedo, dove sono finite le 140mila smart card che, da fonte Sogei, risulta che siano state distribuite? La risposta più probabile è che qualcuno se ne è accaparrate più del dovuto attraverso il meccanismo delle associazioni fittizie, cioè senza disporre di hardware su cui installare tali schede”.

Come sappiamo, le smart card vengono rilasciate di volta in volta, a gruppi di 2000, dopo che queste sono associate ai NOD. Ma, di fatto, i controlli in tal senso sono difficili. E in ogni caso bisognerebbe verificare a monte da chi partono le richieste.

Il pensiero di Franco Carboni della Cristaltec: “Il problema è esattamente questo: deve esserci maggiore attenzione a chi chiede questi dispositivi, per evitare concentrazioni e discriminazioni. Purtroppo, sta accadendo tutto il contrario di quanto l’Amministrazione ci aveva assicurato; invece di velocizzare le procedure, qui si è creato un collo di imbuto che provoca danni non solo a noi, ma anche ai gestori, perché intanto non possono recuperare nulla dell’aumento del Preu e poi si troveranno a fare la corsa per effettuare le sostituzioni.”

Quest’ultimo è un aspetto da mettere in particolare risalto: non potendo sostituire il proprio parco macchine con una certa gradualità e dovendo nel contempo far fronte al pesante incremento dell’imposta, nel momento in cui il mercato gli darà l’opportunità di avere in breve tempo ciò che gli occorre potrebbe non avere più il budget necessario per coprire l’investimento. Non solo, essendoci poca scelta, ora è costretto a comprare quel che trova, col rischio di trovarsi per le mani titoli poco performanti.

 

Renzo Terrabusi (Nazionale Elettronica) rincara la dose: “Se, a fine febbraio, sono state cambiate non più del 6/7% delle schede, la colpa è dell’Amministrazione, che all’improvviso ha fatto mancare le smart card e per vedere le nuove forniture chissà quanto tempo passerà. Come se non bastasse, vai alla sede ADM di Bologna e ti dicono che hanno finito la carta filigranata per i nulla osta; un’altra volta ti dicono che hanno finito il toner, un’altra ancora che il personale è fuori per fare i controlli. Il sistema non può fermarsi per queste inezie! Alla fin dei conti, l’unica cosa che funziona è l’ufficio preposto alle omologhe, che risolve tutto in 10 giorni.”

Dello stesso parere è Ettore Baldazzi (Baldazzi Styl Art): “Non si può andare avanti in questo modo. Qui la situazione è già difficile per tutti e doversi fermare per le inadeguatezze di chi dovrebbe invece aiutare il sistema in una fase così particolare è inaccettabile. Mi allineo a quanto hanno detto gli altri colleghi: quel minimo di programmazione che eravamo riusciti a darci in vista del cambio normativo in Stabilità è saltato completamente. Mi auguro solo che il tutto si risolva prima dell’Enada”.

 

L’unica voce fuori dal coro è quella di Paolo Dalla Pria: “Per quanto mi riguarda, il problema delle smart card non ha provocato rallentamenti all’attività di produzione; come gestore, invece, ne ho risentito di più, visto che a fine febbraio ero riuscito a sostituire poco più del 10% del parco macchine. Cosa sia accaduto esattamente non so spiegarmelo, resta il fatto che le preoccupazioni sono enormi per il settore, dato che, allo stato attuale, a causa dell’aumento del Preu, deve sopportare una perdita netta minima del 5%”.

SEGUE…

Marco Cerigioni