18 Aprile 2024 - 19:16

Spot su gioco d’azzardo online. Per la Rai, non è stata riscontata alcuna violazione delle norme

“Da domenica 6 aprile – ha dichiarato Dalila Nesci M5S in una interrogazione presentata al Presidente e al Direttore generale della Rai – la Rai trasmette uno spot pubblicitario di

02 Aprile 2015

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“Da domenica 6 aprile – ha dichiarato Dalila Nesci M5S in una interrogazione presentata al Presidente e al Direttore generale della Rai – la Rai trasmette uno spot pubblicitario di «Star Vegas», portale dedicato al gioco online.

Durante la pubblicita`, – spiega – emerge «un gusto per il macabro e per lo sfotto`». In effetti, la pubblicita` mostra un ragazzo preso a tal punto dal gioco della slot machine che si isola completamente dalla realta` circostante, fino a provocare un «incidente» di un ciclista il quale va a schiantarsi contro la stessa slot machine, saltando brutalmente in aria; a riguardo l’IAP (Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria) ha ricevuto numerose segnalazioni critiche nei confronti della ricordata pubblicita`, irriguardosa nei confronti di quelle famiglie colpite dalla piaga del gioco d’azzardo; i contenuti dello spot appaiono infatti apertamente in contrasto con i principi generali in materia di comunicazioni commerciali audiovisive e con le puntuali prescrizioni di cui agli articoli 9 e 28-ter del codice dell’autodisciplina pubblicitaria; ciononostante, l’IAP, in risposta alle segnalazioni critiche giunte da diversi telespettatori, non ha ravvisato profili tali da ritenere lo spot in contrasto con le norme del citato Codice di autodisciplina, giacche´ la narrazione contestata ostituirebbe «un’iperbole pubblicitaria», consentita dal codice; secondo l’IAP, in altri termini, si tratterebbe di «una situazione paradossale che come tale non e` suscettibile di emulazione» e non permetterebbe «un’immediata decodifica in termini di comportamenti aggressivi o violenti»; essendo la rappresentazione del «giocatore accanito» giustificata dal ricorso alla «iperbole pubblicitaria» di cui all’articolo 2 del codice, il caso e` stato chiuso; la motivazione addotta dall’IAP, – continua Nesci – tuttavia, appare estremamente carente, giacche´ i contenuti dello spot pubblicitario di «Star Vegas» appaiono non soltanto in contrasto con i principi legislativi e le norme deontologiche sopra richiamati, ma anche irrispettosi della dignita` della persona, in particolare di coloro che hanno vissuto realmente la piaga e gli effetti devastanti della dipendenza dal gioco d’azzardo”.

 

La senatrice Nesci chiede quindi di sapere: se la Rai non ritenga che i contenuti dello spot pubblicitario per le ragioni esposte, non siano apertamente in contrasto con i principi e le disposizioni, richiamati in premessa, del Testo unico dei servizi media audiovisivi, del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, nonche´ del Contratto di servizio e della Carta dell’informazione e della programmazione a garanzia degli utenti e degli operatori del servizio pubblico radiotelevisivo;

quali azioni la Rai sia in grado ed eventualmente intenda promuovere al fine di impedire la diffusione di quei contenuti dello spot contrastanti con i suddetti principi, considerato che, ai sensi dell’articolo 5 del contratto della pubblicita` radiotelevisiva, la concessionaria pubblica puo` avvalersi, «in qualsiasi momento» e «per esigenze connesse alla natura di pubblico servizio», della facolta` di «non diffondere e/o di sospendere la diffusione dei messaggi pubblicitari».

Il punto di vista della Rai

Riguardo alle supposte violazioni dello spot oggetto dell’interrogazione, la Rai ha risposto che con riferimento agli articoli 9 e 28-ter del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha ritenuto che non vi fosse alcun contrasto con gli stessi; rispetto ai principi generali in materia di comunicazioni commerciali di cui all’articolo 36-bis del Testo Unico dei servizi di media audiovisivi nonche´ a quelli espressi nel Contratto di Servizio e nella Carta dell’informazione e della programmazione a garanzia degli utenti e degli operatori del Servizio pubblico radiotelevisivo, Rai non ha ritenuto vi fossero evidenti violazioni degli stessi.

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