19 Marzo 2024 - 11:52

Sicilia, la stretta su gestori ed esercenti passa al vaglio del TAR: a giudizio la legittimità dell’ordinanza del Comune di Palermo

Pioggia di ricorsi contro l’ordinanza 275/OS del 2019 che ha trasformato la lotta alla ludopatia in uno strumento per colpire esclusivamente gli operatori del settore, le piccole e medie imprese

18 Febbraio 2020

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Pioggia di ricorsi contro l’ordinanza 275/OS del 2019 che ha trasformato la lotta alla ludopatia in uno strumento per colpire esclusivamente gli operatori del settore, le piccole e medie imprese del comparto, migliaia di lavoratori  e tutto l’indotto annesso. Il 13 dicembre scorso il Sindaco di Palermo ha infatti adottato un’ordinanza che sotto molti aspetti sembra essere stata posta in essere al solo fine di nuocere ad un settore trainante non solo del Comune di Palermo, ma dell’intero Paese.

Infatti il Comune di Palermo ha deciso di legiferare a tutti i costi senza prima aver avviato un ciclo di audizioni con le associazioni di categoria, evitando così qualsiasi forma di dialogo e collaborazione con gli operatori destinatari dell’ordinanza. Fra i principali ricorrenti anche la Sapar  che nella persona del Presidente Domenico Distante e del Vice presidente Salvatore Pistoia,  ha conferito mandato agli avvocati Valentina Castellucci e Giorgio Troja del Foro di Palermo.

Per Sapar l’imposizione di limiti orari al funzionamento delle macchine e all’esercizio delle sale gioco – dalle 9 alle 13 e dalle 19 alle 24 – e di limiti distanziometrici – minimo di 500 m da “luoghi sensibili”- senza peraltro fare una differenziazione tra macchine AWP e VLT, si è tradotto in un tentativo maldestro di perseguimento di una finalità di rilevanza sociale.

Nell’interesse di tutta la categoria rappresentata, è stata censurata l’assoluta carenza dell’attività istruttoria presentata dal Comune di Palermo, basata su risultanze assolutamente generiche in ordine ai  reali “numeri” della ludopatia a Palermo, tra l’altro contraddette da fonti qualificate di settore proveniente dalla stessa ADM.

Ed infatti il Comune di Palermo, non solo non avrebbe attivato un’istruttoria adeguata volta a comprendere l’entità del fenomeno, ma si è anche posta in aperto contrasto con quanto previsto dalla Conferenza Unificata del 07.09.2017.

In ordine a tale aspetto i difensori precisano come la ricerca di uniformità e omogeneità perseguita in sede di Conferenza Unificata sia stata ribadita recentemente dalla Circolare del Ministero dell’Interno  del 06.11.2019  con la quale sulla scia di un repentino cambiamento giurisprudenziale che va sempre più consolidandosi (T.A.R. Lazio, Sez. II bis n.1460/2019; T.A.R. Lazio, Sez. II bis n. 6260/2019) è stato lanciato un monito alle Amministrazioni sulla rilevanza dell’Intesa e sulla potestà del Sindaco di incidere sugli orari.

Per quanto riguarda il profilo delle distanze, invece, “lo stesso è stato posto in essere in assenza di un fondamento normativo, non essendo una siffatta potestà prevista dal TUEL, essendo realizzabile solo attraverso dei piani urbanistici o dei regolamenti adottati dal Consiglio comunale, assenti nel caso di specie”.

Da ultimo i legali hanno evidenziato come  l’efficacia dissuasiva dell’inasprimento delle limitazione delle distanze e la riduzione degli orari di gioco sia stata messa in dubbio dalla stessa Corte dei Conti.

In particolare nella relazione sul bilancio generale dello Stato trasmessa al Senato della Repubblica nel giugno dello scorso anno,  la Corte dei Conti ha precisato come le suddette misure abbiano comportato “una contrazione del mercato legale ed un probabile incremento dei fenomeni illegali” .

L’udienza cautelare innanzi al Tar è attesa per l’11 marzo p.v.

 

PressGiochi

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