10 Novembre 2025 - 10:39

Sentenza della Consulta su decreto Balduzzi: Astro replica al Corriere della Sera

L’associazione Astro ha inviato una lettera al Corriere della Sera con alcune considerazioni sui temi affrontati nell’articolo a cura di Ferruccio De Bortoli pubblicato il 14 luglio con il titolo

15 Luglio 2025

L’associazione Astro ha inviato una lettera al Corriere della Sera con alcune considerazioni sui temi affrontati nell’articolo a cura di Ferruccio De Bortoli pubblicato il 14 luglio con il titolo “Se anche la Consulta non vede il gioco d’azzardo”.

“In veste di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco lecito (aderente a Confindustria SIT) intendiamo segnalare una evidente inesattezza – di cui chiediamo, cortesemente, la rettifica – riportata da Ferruccio De Bortoli nel suo editoriale pubblicato sul Corriere della Sera del 14 luglio u.s. e intitolato <<Se anche la Consulta non vede il gioco d’azzardo>>.

Riprendendo un articolo dall’ex Ministro della Salute, Renato Balduzzi, il Dott. De Bortoli ha scritto, infatti, che la sentenza n° 104/2025 della Corte Costituzionale avrebbe <<fatto cadere>> la norma, contenuta proprio nel c.d. Decreto Balduzzi, <<che prevedeva l’obbligo di un necessario distanziamento delle porte d’accesso del gioco d’azzardo dai cosiddetti luoghi sensibili>>.

Partendo da questa premessa, il Dott. De Bortoli si è spinto ad affermare che <<il potere delle lobby degli interessi in gioco è infinitamente superiore alle istanze a favore della salute e delle persone fragili>>. Con ciò sottintendendo che la Corte Costituzionale sarebbe stata influenzata dalle lobby nell’assumere tale decisione.

Lasciando al Dott. De Bortoli l’opinione secondo cui la corte Costituzionale sarebbe permeabile all’influenza delle lobby, intendiamo soltanto evidenziare che, nel caso specifico, egli giunge a tale conclusione sulla base di una premessa riferita ad una circostanza non vera.

Infatti, la richiamata sentenza della Corte Costituzionale non ha in alcun modo <<fatto cadere>> la norma che prevede un distanziamento tra i punti di offerta di gioco lecito e determinati luoghi definiti “sensibili”.

Tale sentenza ha, invece, dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 7, comma 3 quater del decreto legge n. 158/2012 (c.d. decreto Balduzzi) che vietava la messa a disposizione, presso qualsiasi pubblico esercizio, di apparecchiature che, attraverso la connessione telematica, consentano ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco online.

La illegittimità costituzionale della suddetta disposizione è stata motivata sulla base della considerazione che il divieto in essa previsto non operava alcuna distinzione tra i c.d. “totem” (ossia dispositivi destinati in via esclusiva al gioco online, attraverso sistemi di pre-impostazione o di restrizioni di navigazione) e gli altri strumenti a navigazione libera, ossia qualsiasi dispositivo idoneo – in astratto – anche al collegamento a siti di gioco online, compresi i personal computer e i tablet, che consentono di navigare in rete.

Non è la prima volta che ci troviamo a replicare a notizie non vere diffuse da coloro che, rispetto al sistema del gioco pubblico legale, si pongono in una posizione proibizionista.

Non contestiamo, ovviamente, la legittimità di tale posizione politica ma non comprendiamo il motivo per cui i suoi fautori, anziché supportarla con argomentazioni utili ad un sano e costruttivo confronto di idee, sentano la necessità di argomentarla attraverso la diffusione di dati o notizie fuorvianti o, addirittura, non veritiere”.

 

PressGiochi

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