Ormai la vicenda della riordino del gioco sembra arrivare ad un punto di svolta. Si susseguono indiscrezioni ed anticipazioni sulla possibilità che sia stata raggiunta una intesa in conferenza unificata. Ma
Ormai la vicenda della riordino del gioco sembra arrivare ad un punto di svolta. Si susseguono indiscrezioni ed anticipazioni sulla possibilità che sia stata raggiunta una intesa in conferenza unificata.
Ma cosa succede dopo?
Innanzitutto facciamo velocemente il punto della situazione.
Con la legge 9 agosto 2023 n. 111 – scrive l’avv. Generoso Bloise nell’ultima edizione di PressGiochi MAG – il Governo è stato delegato ad adottare entro 24 mesi molteplici decreti per riformare il sistema fiscale; l’art. 15 riguarda i giochi e prevede i principi cui deve attenersi l’Esecutivo nel dettare la nuova normativa che riorganizza il settore dei giochi.
Un primo decreto attuativo è il D.Lgs 25 marzo 2024, n. 41 che disciplina il gioco online; quello atteso dagli operatori del gioco fisico, ha tra i suoi presupposti l’accordo tra Stato ed enti locali (Regioni e Comuni) su alcuni aspetti fondamentali dell’offerta: dislocazione dei punti di raccolta e loro caratteristiche e orari di attività.
Tra gli obiettivi della legge delega è infatti, stabilito il contemperamento degli interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi.
Ed ancora, dettare la definizione di regole trasparenti e uniformi per l’intero territorio nazionale in materia di titoli autorizzazioni per gli esercizi in cui è ammesso il gioco “garantendo forme di partecipazione dei comuni alla pianificazione e all’autorizzazione dell’offerta fisica di gioco che tenga conto di parametri di distanza da luoghi sensibili determinati con validità per l’intero territorio nazionale e della dislocazione locale delle sale da gioco e dei punti di vendita in cui si esercita come attività principale l’offerta di scommesse su eventi sportivi e non sportivi, nonché in materia di installazione degli apparecchi idonei per il gioco lecito, di cui all’articolo 110, comma 6, lettere a) e b), del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, comunque con riserva allo Stato della definizione delle regole necessarie per esigenze di ordine e sicurezza pubblica, assicurando la salvaguardia delle discipline regolatorie nel frattempo emanate a livello locale, in quanto compatibili con i princìpi delle norme adottate in attuazione della presente lettera;”.
Questo ci ricorda l’importanza dei contenuti dell’intesa.
Ma questo non vuol dire che il giorno dopo la pubblicazione del documento riportante l’accordo tra Stato ed enti locali si andrà al bando per i punti di raccolta e le nuove concessioni.
È necessario infatti che sia elaborato il testo del decreto, forse già in larga parte predisposto dal MEF, poi il testo dovrà passare alle commissioni competenti del Parlamento, infine una volta approvato il decreto e pubblicato in G.U. saranno necessari gli atti amministrativi attuativi, tra i quali l’implementazione e l’avvio della produzione della famigerate AWPR, o comunque degli apparecchi con le nuove caratteristiche tecniche.
Questo è uno dei nodi della riforma di più difficile attuazione sul piano tecnico in quanto la norma continua a prevedere la certificazione dei singoli apparecchi, scelta che comporta costi elevati, tempi di sostituzione e aggiornamento lunghissimi e implica la sostituzione dell’intero parco macchine; soprattutto tenuto conto che i nuovi apparecchi “consentono il gioco solo da ambiente remoto, facenti parte di sistemi di gioco non alterabili”.
Solo con questi ulteriori passaggi sarà possibile per l’Agenzia delle Dogane e Monopoli procedere con l’indizione del bando.
In altri termini, saranno necessari, dal raggiungimento dell’intesa presumibilmente da 6 a 12 mesi perché si possa avviare il bando per le nuove concessioni; la tempistica può essere più o meno ampia per diversi fattori, ad esempio quante e quali regole saranno già presenti del decreto attuativo del Governo e quante saranno invece di competenza strettamente amministrativa e quindi delegata agli atti attuativi dell’Agenzia.
È ragionevole pensare che le nuove concessioni vedranno l’avvio verso la fine del 2026…. al netto di eventuali, prevedibili, ricorsi.