25 Aprile 2024 - 06:04

Scommesse. Giuliano Guinci (Eurobet Italia). Prima il riordino, poi il bando e il nuovo regolamento. Si può e si deve fare!

Intervista a Giuliano Guinci, direttore relazioni istituzionali, project management e servizi di Eurobet Italia

14 Ottobre 2022

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“Il settore delle scommesse è cresciuto tanto. E’ partito con tanti piccoli operatori, poi dal 2007 sono arrivati quelli di livello internazionale che lo hanno qualificato ulteriormente. Nel tempo il nostro mercato è arrivato a distinguersi per il tipo di organizzazione, che ritengo unica al mondo. Abbiamo un totalizzatore nazionale che fa da filtro a tutto il movimento; è un sistema magari datato ma sempre efficiente, che garantisce trasparenza e prevenzione dei reati legati al gioco. In Italia siamo gli unici ad avere in tempo reale l’andamento dei flussi e ad avere gli strumenti operativi per individuare il match fixing. Adesso, il settore scommesse si trova in una fase nuova, direi di consolidamento, di maturità, e quindi di concentrazione del mercato”.

Lo afferma Giuliano Guinci, direttore relazioni istituzionali, project management e servizi di Eurobet Italia in una intervista rilasciata a PressGiochi MAG che potete leggere in versione integrale qui.

 

Quali aspettative avete per il prossimo bando?

Il mercato ha una costante tendenza verso l’alto che anticipa sempre le scelte del regolatore. Ora è prematuro fare previsioni; in questa nuova fase di attesa sarà necessario portare a compimento quel riordino del mercato del gioco di cui si parla da anni. Purtroppo, il fatto che siamo in proroga dal 2016 ha generato uno scenario precario, che non agevola né gli investimenti, che hanno bisogno di un orizzonte temporale congruo, né l’innovazione, che è alla base dello sviluppo aziendale.

 

E’ un problema politico o di gestione del gioco pubblico?

Bisogna riconoscere che il Governo in questi ultimi anni ha dovuto affrontare priorità molto più importanti del gioco. La stratificazione di norme del settore rende difficile intervenire con ulteriori regolamentazioni senza un ridisegno organico della materia e, in questo senso, anche il ruolo dell’amministrazione concedente non è facile da svolgere. Non hanno aiutato il necessario processo di trasformazione, le campagne mediatiche svolte contro il settore che, impattando in maniera fortemente negativa sull’opinione pubblica, hanno portato allo stallo di molte iniziative di riforma. Per quanto riguarda la politica, la speranza è che dalle prossime elezioni esca una chiara maggioranza, che abbia stabilità e capacità di governo, trasmettendola anche a livello amministrativo. A mio avviso, comunque, ci sono le competenze per fare bene.

 

Però c’è il rischio che il nuovo governo non farà in tempo a dar corso al piano di riordino, prima che vengano emanati i bandi per le nuove concessioni.

Il bando senza riordino non sarebbe risolutivo dei problemi che abbiamo, che coinvolgono anche l’online. Questo piano deve essere portato a termine in tempi rapidi, altrimenti non so quante aziende saranno in grado di affrontare quello che, in sua assenza, si prospetta come un salto nel buio. In fondo, non si tratta di rivoluzionare il mondo, bensì di confrontarsi in maniera trasparente e di trovare delle regole comuni, poche e semplici, per contemperare gli interessi pubblici e privati e poi ripartire con speditezza, assegnando ai vari attori della filiera ed altresì agli organi di controllo compiti precisi e obiettivi chiari sul da fare.

 

In che maniera ha inciso la pandemia sulla vostra attività e oggi che la situazione è tornata quasi alla normalità è possibile definire il nuovo scenario in cui ci troviamo?

Quest’anno e il 2023 dovevano essere gli anni della ripresa. Si sperava di tornare in condizioni normali, ma finite le chiusure per il Covid è cominciata la guerra, che tocca tutte le filiere produttive, causando difficoltà e incertezze pesanti. Perciò, se da un lato le previsioni di ripresa sono positive, dall’altro queste sono parzialmente rallentate dalla crisi. Rispetto al periodo pre-Covid come volume di attività siamo circa al 90%, con realtà molto diversificate sul territorio e fra canale online e retail. La pandemia, inoltre, ha indubbiamente accelerato il processo di digitalizzazione del paese e noi non facciamo eccezione: il peso dell’online è aumentato tanto, e abbiamo notato che diversi nuovi clienti sono nati su questo canale. Ora però non si può ancora dire quanto lo spostamento dell’utenza sull’online sia definitivo. Di certo c’è che noi, grazie all’online, nei periodi di chiusura degli esercizi abbiamo potuto garantire il sostentamento di tutta la struttura e anche quello dei nostri partner commerciali. Ora, dobbiamo essere in grado di interpretare i dati alla luce della nuova emergenza che stiamo vivendo e capire come l’aumento generalizzato dei costi che ne consegue, unitamente al cambiamento delle filiere di approvvigionamento  di beni e servizi, impatterà sui bilanci di fine anno. Per quanto riguarda specificamente il nostro business principale, le scommesse sportive, sarà interessante osservare cosa accadrà in questa stagione calcistica anomala, coi Mondiali che si terranno in inverno ed i principali campionati spezzati in due.

 

E’ possibile tracciare l’identikit dello scommettitore italiano?

Il giocatore italiano medio è di puro intrattenimento; il pubblico maschile è predominante ma ci sono tantissime ragazze e donne che giocano divertendosi. Come emerge dai dati la nostra giocata media è molto bassa. La maggior parte delle giocate multiple sullo sport sono intorno ai 10 euro, mentre quelle sugli eventi virtuali supera di poco i 5 euro. In effetti, questo è un prodotto adatto a ogni forma di intrattenimento: piace al giocatore “tecnico” ma al tempo stesso a quello occasionale, i quali hanno una base comune: quella di una sfida con sè stessi e con gli altri, perché l’abilità ha una radice nell’intrattenimento.

 

E’ ancora possibile attirare nuovi giocatori dalle fasce più alte di età oppure si deve puntare esclusivamente sulle nuove generazioni?

Le nuove generazioni sono native digitali e si sono approcciate al gioco a distanza senza passare per il retail. Stiamo lavorando molto su questa fascia pur con tutti i limiti posti dal divieto di advertising. La politica dei bonus non può più bastare; c’è bisogno di tanta informazione, innovazione, integrazione di servizi in maniera continuativa. Quanto all’innovazione di prodotto, nel nostro caso è meno flessibile perché è legata al regolamento. Negli anni passati era stato fatto un lavoro importante per allinearlo all’evoluzione del mercato, ma poi non se ne è fatto più nulla. Speriamo ci si possa tornare in tempi brevi. Di pari rilievo è la capacità degli operatori di dare ai propri clienti una base conoscitiva sempre più ricca ed aggiornata, che è fondamentale anche in funzione della promozione del gioco responsabile. Infatti, i temi di maggior rischio legati al gioco nascono dal disallineamento informativo fra chi compra gioco e chi lo vende. La filosofia del Gruppo Entain è quella di essere l’operatore leader in materia di gioco responsabile, mettendo a disposizione strumenti che aumentino la consapevolezza dei propri clienti, promuovano comportamenti responsabili durante la pratica del gioco e aiutino a prevenire eventuali fenomeni distorsivi derivanti dallo stesso.

 

In definitiva, cosa possiamo attenderci nel prossimo futuro?

Siamo in un momento di complessità molto grande che comporta grandi trasformazioni. I segnali di ripresa ci sono. Sarebbe molto utile che si potesse ragionare di investimenti, futuro, resilienza, PNRR ecc., senza doverci preoccupare delle bollette e dei costi operativi. Quanto sarà l’inflazione nel 2023? Quale sarà l’impatto sulle borse, quali titoli reggeranno? Domande che ora non hanno risposte. Nel comparto scommesse, comunque, abbiamo tanti segnali positivi. Tante cose sono da migliore, ma il settore del gioco pubblico resiste a tutti gli attacchi, che vanno troppo oltre misura per quella che è la realtà di un mercato sostanzialmente sano, sicuro e attento ai fenomeni di devianza.

 

 

Marco Cerigioni – PressGiochi