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Sbordoni: “La proposta del Governo. Verso l’intesa”

Bardonecchia(TO). 24 mila euro di multa della GdF per VLT irregolari Faenza. Chiuso centro scommesse scoperto a far giocare un minore L’avvocato Stefano Sbordoni torna a riflettere sul comparto giochi

23 Novembre 2016

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Bardonecchia(TO). 24 mila euro di multa della GdF per VLT irregolari

Faenza. Chiuso centro scommesse scoperto a far giocare un minore

L’avvocato Stefano Sbordoni torna a riflettere sul comparto giochi in vista del riordino dei punti di gioco in sede di Conferenza Unificata.
“Lo scorso 17 novembre – scrive l’avv. Sbordoni – si pensava che in sede di Conferenza Unificata sarebbe stato raggiunto l’accordo tra Stato e Regioni, ma anche stavolta – come del resto era prevedibile – è stato tutto rimandato. Si aspetta, pare, l’esito del Referendum del 4 dicembre p.v., in realtà il futuro dei giochi e delle scommesse non dovrebbe essere influenzato dalle scelte politiche del ns Paese. L’industria sana dei giochi dovrebbe essere tutelata a prescindere dal risultato del 4 dicembre p.v., ma forse chiediamo troppo. Il Governo, nella persona del sottosegretario, appare comunque propositivo. L’art. 1, comma 936, della Legge di Stabilità 2016 ha disposto – dopo il fallimento dell’art. 14 della delega fiscale -, che, in sede di Conferenza unificata siano definite:

le caratteristiche dei punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico;
i criteri per la distribuzione e concentrazione territoriale dei punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico.
A tale scopo il Governo propone una serie di misure il cui fine è quello di realizzare una forte riduzione dell’offerta attraverso una sensibile contrazione e concentrazione dei punti vendita e un innalzamento dei loro standard qualitativi in un’ottica di contrasto alla ludopatia. La proposta del Governo, nata anche a seguito del confronto degli Enti locali, si articola come segue:

1) ridurre l’offerta di gioco, sia dei volumi che dei punti vendita, attraverso la eliminazione dell’offerta di gioco dai c.d. esercizi generalisti secondari (alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, rifugi alpini, e altri);

2) eliminare progressivamente degli apparecchi da intrattenimento di cui all’art. 110, comma 6 lett. a) TULPS (di seguito AWP) nei pubblici esercizi (bar) e nelle rivendite di tabacchi.

Per fare questo l’esecutivo ha proposto con un emendamento alla Legge di Bilancio la riduzione di almeno il 30% degli apparecchi da divertimento ed intrattenimento di cui all’art. 110, comma 6 lett. a) TULPS al 31 dicembre 2017, a partire dai generalisti secondari dai bar e dai tabacchi, con criteri dimensionali relativi alla superficie dei locali da definire con decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze entro il 28 febbraio 2017. I punti vendita oggi abilitati all’installazione di Awp sono 98.600 circa, così suddivisi: a) 69.000 circa tra bar e tabacchi (di cui 56.000 bar e oltre 13.000 tabacchi); b) 29.600 sale. L’effetto del provvedimento di anticipazione al 2017 della riduzione di AWP, a cominciare dai bar e tabacchi e dai generalisti secondari, dovrebbe comportare a stretto giro, la riduzione a 264.674 macchine circa (in quanto il 30% si applica ai 378.109 apparecchi esistenti al 31 luglio 2015), con una riduzione effettiva di oltre il 33%.

Tutto ciò, sempre secondo quanto si legge nel documento dell’esecutivo, dovrebbe comportare (si ricorda che queste sono sempre stime) anche la riduzione di circa il 30/35% complessivo dei punti vendita tra bar e tabacchi e generalisti secondari, dove sono gli apparecchi da intrattenimento e divertimento di cui all’art. 110, comma 6 a) TULPS .

Successivamente, a seguito della programmata eliminazione delle AWP da bar e tabacchi, i punti vendita si dovrebbero ridurre ulteriormente. Perciò, a regime, i punti vendita in cui potranno essere presenti le AWP, rispetto agli attuali 98.600 ca, saranno distribuiti in un numero massimo di 18.000 ca sale e punti gioco, rispetto ai 29.600 attuali, (con una effettiva riduzione di oltre 10.000 punti vendita).

Altro tema importante è la definizione delle regole per la distribuzione territoriale dei punti gioco in maniera omogenea, in proporzione al numero, alla densità e alla composizione anagrafica della popolazione di ciascuna area territorialmente individuata. Detti criteri e la loro applicazione, però dovrebbero essere definiti in sede tecnica della Conferenza Unificata.

Ad ogni buon conto l’esecutivo propone per i punti di gioco – che sopravvivono- una certificazione di doppio livello “classe A e classe B”, a cui si dovrebbe accompagnare un rigoroso sistema di controlli. I negozi con la “classe A” (nei limiti del numero di punti gioco che saranno ammessi nella Regioni o aree così come definiti dalla Conferenza Unificata) non dovranno sottostare alle disposizioni normative adottate fino ad adesso dagli enti locali in materia di distanze. Potrebbero essere ricompresi nella “classe A” i punti di vendita gioco che rispondano alle seguenti caratteristiche:

controllo all’ingresso, con documento d’identità e videosorveglianza;
eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco;
standard di arredo interno e luci, più segnaletica esterna che attesta la certificazione pubblica (modello “T” di tabacchi);
rispetto di vincoli architettonici;
formazione specifica per gli addetti anche con approccio di contrasto alla ludopatia;
rispetto di limiti minimi sui volumi di spazio dedicati al gioco e sui numeri minimi e massimi di apparecchi adibiti al gioco;
trasparenza delle comunicazioni in materia di gioco;
obbligo di segnalazione di soggetti patologici ai servizi sociali del comune e divieto di accesso per persone soggette alla ludopatia ed inserite in programma di recupero dalla ludopatia stessa.
Ed ancora, i punti gioco che superino i limiti numerici territorialmente o non rispettino le caratteristiche previste per la classe A, saranno classificati come “B”; per tali punti varrebbero i vincoli di distanza imposti dagli enti territoriali e, in aggiunta, si dovrebbero comunque imporre limiti minimi sui volumi considerati necessari e idonei ad offrire gioco pubblico (metrature e numero apparecchi), ivi comprese le aree dedicate dei corner e il loro arredo/accesso; nonché sulla trasparenza delle comunicazioni in materia di gioco.

Riguardo gli orari, il Governo propone di stabilire, per tutti i punti gioco, una apertura minima di 10 ore per le AWP, dalle 14 alle 16 ore per le sale scommesse e per le sale bingo, orari la cui distribuzione nell’arco della giornata va definita in una prospettiva il più omogenea possibile nel territorio nazionale, anche ai fini del futuro monitoraggio telematico nel rispetto dei limiti che verranno definiti. Il monitoraggio di questa riforma dovrebbe essere affidato ad ADM.

Aspetto di certo positivo è che ci sia una proposta, magari da mettere a punto ma sulla quale c’è una certa convergenza. Seppure si possano intravedere degli aspetti positivi, chi scrive crede sia necessario un confronto, per il tramite di ADM ma con tutta la filiera del settore, in quanto una riduzione non controllata dei punti potrebbe significare consegnare la rete agli illegali, che in questa situazione di incertezza continuano ad operare indisturbati”.

PressGiochi