19 Aprile 2024 - 08:23

Sbordoni: “La legge bilancio, il “sì” del Senato”

L’Aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul disegno di legge di Bilancio 2018, che prevede disposizioni anche sui giochi, con 149 voti favorevoli e 93 contrari, sul

06 Dicembre 2017

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L’Aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul disegno di legge di Bilancio 2018, che prevede disposizioni anche sui giochi, con 149 voti favorevoli e 93 contrari, sul testo scaturito dai lavori della quinta commissione e con alcune correzioni e integrazioni di carattere istituzionale e tecnico. Approvata la nota di variazione, a sua volta approvata dal consiglio dei ministri, l’ok definitivo è arrivato con 136 voti.

Nel testo della Manovra – commenta l’avvocato Stefano Sbordoni – vi sono disposizioni sul settore giochi sia all’articolo 77 che, soprattutto, all’articolo 90. Specificatamente viene previsto che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli debba stabilire le modalità di conservazione degli scontrini delle giocate dei giochi pubblici autorizzati, secondo criteri di semplificazione e attenuazione degli oneri di gestione per gli operatori interessati e per l’amministrazione, anche con il ricorso ad adeguati strumenti tecnologici; ferme restando le esigenze di controllo dell’amministrazione finanziaria. Finalmente questa norma pone fine all’inutile obbligo in capo ai concessionari dei giochi pubblici su base terrestre di conservare e detenere per ben cinque anni tutti i biglietti cartacei. La smaterializzazione di questo obbligo ha degli effetti solo positivi. Tutti i biglietti potranno essere scansionati e detenuti su un supporto informatico che potrà essere esibito sempre ed immediatamente in caso di controllo da parte delle competenti Autorità.

Al fine di contemperare i princìpi secondo i quali le concessioni pubbliche sono attribuite secondo procedure di selezione concorrenziali con l’esigenza di perseguire, in materia di concessioni di raccolta delle scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, ivi compresi gli eventi simulati, un corretto assetto distributivo, anche a seguito dell’intesa sancita in sede di Conferenza unificata, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli attribuisce con gara da indire entro il 30 settembre 2018 le relative concessioni alle condizioni già previste all’articolo 1, comma 932, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, con un introito almeno pari a 410 milioni di euro. A tal fine, le concessioni in essere, nonché la titolarità dei punti regolarizzati ai sensi dell’art. 1, comma 643, della legge 23 dicembre 2014 n. 190, nonché dell’art. 1, comma 926, della legge 28 dicembre 2015 n. 208, sono prorogate al 31 dicembre 2018 a fronte di un versamento di:
1) seimila euro per ogni punto di vendita avente come attività esclusiva i punti di gioco, compresi i punti regolarizzati;

2) tremilacinquecento euro per ogni diritto afferente i punti vendita aventi come attività accessoria la commercializzazione dei giochi pubblici.

E’ altresì prevista la gara per il Bingo, che come quella delle scommesse dovrà essere indetta entro il 30 settembre 2018. Per il legislatore questo bando dovrebbe garantire circa 73 milioni di euro. Anche in questo caso la proroga sarà onerosa e quindi i concessionari del gioco del Bingo, che non hanno fatto più gare dal 2000, dovranno aumentare il loro canone di proroga mensile a circa 7.500,00 euro”.

La legge n. 208/2015, per l’attribuzione delle concessioni Bingo in relazione a quelle scadute nel periodo 2013-2016, prevedeva al fine della proroga delle concessioni scadute: “il versamento della somma di euro 5.000 per ogni mese ovvero frazione di mese superiore ai quindici giorni, oppure di euro 2.500 per ogni frazione di mese inferiore ai quindici giorni, da parte del con cessionario in scadenza che intenda altresì partecipare al bando di gara per la   riattribuzione della concessione, per ogni mese ovvero frazione di mese di proroga del rapporto concessorio scaduto e comunque fino alla data di sottoscrizione della nuova concessione riattribuita”.

Il Legislatore, almeno in questa fase, ha giustamente posto in rilievo che al fine di consentire l’espletamento delle procedure di selezione del Bingo e delle scommesse, le regioni dovranno adeguare, le proprie leggi in materia di dislocazione dei punti vendita del gioco pubblico all’intesa sancita in sede di Conferenza unificata in data 7 settembre 2017.

Nel caso in cui le Regioni non dovessero adeguare le proprie Leggi (eventualità che riteniamo illegittima se non addirittura eversiva) non ci saranno le condizioni per le nuove gare (nessun operatore è in grado di poter partecipare ad un bando di gara con leggi regionali e regolamenti comunali così stringenti) con tutte le gravissime conseguenze del caso:

  • l’Erario non incasserà 480 milioni;
  • il gioco illegale si prenderà sempre più importanti fette di mercato.

Si pensi al caso del Piemonte: non ci saranno più sale Bingo, che ad oggi sostengono la propria attività grazie agli apparecchi da divertimento ed intrattenimento. Il testo passa ora alla Camera, sede nella quale probabilmente ci riserveranno altre sorprese.

 

PressGiochi