28 Marzo 2024 - 11:06

Sapar: impennata di ludopatia online, la causa si chiama “decreto Dignità”

Sarà perché forse non si parla di numeri e dati (che puntualmente vengono falsati da Giornali e giornalisti), sarà perché verso natale siamo tutti più buoni, ma sta di fatto

23 Dicembre 2020

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Sarà perché forse non si parla di numeri e dati (che puntualmente vengono falsati da Giornali e giornalisti), sarà perché verso natale siamo tutti più buoni, ma sta di fatto che ogni tanto qualche testata giornalistica scrive un’articolo pienamente condivisibile sul nostro settore.

E’ il caso del Secolo XIX di Genova che in quest’articolo spiega le difficoltà di una Onlus di combattere la ludopatia, definendo “la punta dell’iceberg” le slot e in generale il gioco fisico.

Come riporta l’Associazione Sapar, l’articolo mette in risalto il vero problema della ludopatia, ovvero il gioco Online, dove: “i confini fra legalità e illegalità è meno marcato e la comunicazione aggressiva e seducente”.

“Alleluja” ci verrebbe da gridare, se pure una Onlus del prete di turno si è accorta di una tale banalità può essere che anche le istituzioni (partendo dal sindaco e arrivando al governo) possano cominciare a fare le cose per bene in questa nazione.

Non ci resta solo che indicare al Secolo XIX quale sia “esattamente” la causa di questa impennata di ludopatia online. Perché una causa, se non una concausa determinata tutto ciò, esiste.

E si chiama “decreto Dignità” che di dignità non ha alcunché e come tante delle iniziative creative del Governo del Cambiamento” (vedi ad esempio il Reddito di Cittadinanza) sono state un buco nell’acqua, annunciato, prevedibile e concreto.

Facciamo notare al Secolo XIX che c’è un motivo se andando su google e cercando parole tipo “casinò”, “VLT” “Slot” gli unici provider che si vedono sono quelli esteri sui quali ne ADM ne il governo ha alcun controllo.

Senza alcun reale controllo sull’età di chi si iscrive, senza alcun controllo su dove vadano questi soldi, senza nessun guadagno dello stato che non vede una lira di tasse.

Se quindi il Secolo XIX vuole fare ottimo giornalismo vada alla sede del Governo.

 

 

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