C’è da rabbrividire – scrive l’associazione Nazionale Sapar – di fronte all’articolo di “La C News 24”, quotidiano online di news relative alla regione Calabria. Secondo l’autore dell’articolo, ogni giovane
C’è da rabbrividire – scrive l’associazione Nazionale Sapar – di fronte all’articolo di “La C News 24”, quotidiano online di news relative alla regione Calabria. Secondo l’autore dell’articolo, ogni giovane calabrese spenderebbe 70 euro al giorno per tentare la fortuna, in pratica 2.100 euro al mese. Se così fosse, parleremmo dei giovani più ricchi d’Europa potendo avere a disposizione mensilmente oltre 2.000 euro da spendere per il gioco. Peccato che si tratti dell’ennesimo errore grossolano.
Dai dati ufficiali del 2023, i 5 miliardi spesi in Calabria fanno riferimento alla raccolta. Mancano quindi, come al solito, i dati delle vincite che, sottratti alla raccolta, producano la spesa vera per il gioco. Se si prende la popolazione residente maggiorenne nel 2023 in Calabria e la si confronta con la spesa reale nel gioco fisico (dati Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) si arriva ad una spesa pro capite di circa 70 centesimi al giorno e non 70 euro!!! Dal dato mancherebbero awp e vlt.
Se si tiene conto che nel 2022 la spesa alle awp e vlt in Calabria era complessivamente di circa 30 centesimi pro capite al giorno, si deve concludere che ragionevolmente la spesa pro capite giornaliera, sempre riferendosi al gioco fisico, è pari a circa 1 euro al giorno. Si tratta di un dato in linea con la gran parte delle altre regioni italiane. Insomma l’ennesimo caso di un titolo ed un articoli fatti per catturare l’attenzione, per avare qualche click in più sul sito da trasformare in introiti pubblicitari. Una disinformazione che però colpisce duramente le piccole e medie imprese della Calabria che si occupano di gioco pubblico legale.
Ma noi non ci arrendiamo – scrive l’associazione – ed anche questa volta segnaleremo al quotidiano in questione il grave errore commesso, offrendo come sempre la nostra collaborazione per i prossimi articoli che dovessero occuparsi del settore del gioco pubblico.
Ma non finisce qui! È sceso in campo per attaccare il gioco legale anche il “Quotidiano di Sicilia” attraverso un editoriale del direttore. Anche in questo caso si tratta di un articolo con frasi ad effetto ma pieno di inesattezze. Il primo errore riguarda il fatto che, secondo chi scrive, parte delle vincite va al concessionario ed allo Stato. Ovviamente non è così.
La parte su cui bisogna calcolare tasse e margine per la filiera sono i circa 22 miliardi di spesa dei giocatori e non i 137 di vincite. Questo spiega, ad esempio, perché i ricavi per le aziende del settore apparecchi si sono assottigliati del 37,8% dal 2015 al 2022 (Report Cgia Mestre). Questo è avvenuto proprio perché gli aumenti del Preu (8 in sei anni dal 2015 al 2021), i vari cambio schede derivanti dall’abbassamento del payout (tre in sei anni tra il 2015 e il 2021) e la riduzione del parco macchine da 418.000 a 265.000 apparecchi nel 2017 (diventati già 256.000 nel 2022) si sono abbattuti proprio sul margine per le aziende e non sulle vincite dei giocatori.
Dei 22 miliardi di spesa dei giocatori, più della metà sono andati allo Stato che quindi li può reinvestire per il bene della collettività. La presenza di imprese di gioco legale, tra l’altro, toglie spazio all’illegalità. Diversi istituti di ricerca hanno infatti sottolineato come non c’è un rapporto di contiguità tra gioco legale ed illegale ma semmai di alternatività (cfr dati Piemonte, Emilia Romagna prima e dopo entrata in vigore distanziometro per le attività esistenti).
Sapar, come associazione, continuerà sempre a denunciare questi attacchi scriteriati al settore del gioco pubblico, per la tutela di migliaia di piccole e medie imprese, dei lavoratori e della legalità.
PressGiochi
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