25 Aprile 2024 - 21:48

Sanna (A.I.A.F.): “Nessuna correlazione tra gioco e povertà nei dati ISTAT, l’ipocrisia di un’Italia al fallimento”

“Siamo fortemente allarmati dai dati Istat: 5 milioni d’italiani in povertà assoluta sono all’incirca il 10% della popolazione, una percentuale abnorme. E non mettere in correlazione questi numeri con il

14 Luglio 2017

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“Siamo fortemente allarmati dai dati Istat: 5 milioni d’italiani in povertà assoluta sono all’incirca il 10% della popolazione, una percentuale abnorme. E non mettere in correlazione questi numeri con il gioco d’azzardo significa essere miseramente ipocriti!”.

Va giù duro Riccardo Sanna, presidente dell’Associazione A.I.A.F. – Non t’azzardare, intervistato oggi da Pressgiochi.it

Ci spieghi meglio

“Bisogna anzitutto partire dalla definizione di povertà assoluta: questa espressione descrive situazioni in cui diventa impossibile per un individuo provvedere al proprio sostentamento. Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di quasi il 10% della popolazione?”.

E cosa c’entra il gioco d’azzardo?

“Nessun quotidiano nazionale, oggi, mette in evidenza questi dati con l’azzardo. Non lo fa Avvenire, né il Corriere della Sera: niente, neanche un trafiletto in ultima pagina… E mi sembra di scorgere un pizzico di superficialità come è avvenuto per la questione FIGC – azzardo: tutti a congratularsi con Tavecchio, ma nessuno a chiedere conto del contratto e nessuno ad informarci che comunque nulla cambierà fino alla sua scadenza naturale prevista per fine 2018. I dati Istat hanno a che fare con l’azzardo, perché ignorare che migliaia di famiglie si sono indebitate all’inverosimile proprio negli ultimi 10 anni vuol dire non avere il polso della situazione”.

Dov’è esattamente la correlazione?

“Secondo i numeri Istat, le persone in povertà assoluta sono triplicate dal 2007, in parallelo sono drammaticamente aumentate le famiglie indebitate a causa dell’azzardo: difficile non scorgere un legame”.

Cioè?

“Il tasso di disoccupazione è aumentato di 5 punti negli ultimi 10 anni, così come sono aumentate le persone che azzardano: senza lavoro la speranza di una vita migliore e il ricorrere a scommettere quel poco che si ha diventano inevitabili”.

Allora come provvedere?

“Sono lodevoli le iniziative dei comuni atte a limitare orari e definire luoghi, ma tutto ciò non inciderà negativamente sul bilancio dei concessionari: il passaggio all’online è ormai inarrestabile. Ci ritroveremo con sempre più poveri assoluti: da una parte la povera gente che perde tutto in pochi minuti e dall’altra i gestori dei punti scommesse obbligati prima o poi alla chiusura della loro attività. Come vede è una guerra fra poveri che non intacca minimamente le lobby dell’azzardo. A.I.A.F. prevede, se nulla cambia alla radice, che nei prossimi anni si arriverà ad una percentuale di poveri assoluti vicina al 20%”.

Addirittura?

“Ma Lei sa che già da adesso ragazzi appena maggiorenni si iscrivono online per condividere con minorenni la “passione” dell’azzardo?: Raccolgono denaro, puntano e il gioco è fatto… In quest’ottica risulta evidente che divieti su tempi e spazi sono inutili”.

Come uscirne?

“La politica ha grandissime responsabilità. Non si è fatto nulla in passato e nulla di realmente efficace viene fatto ora: tutti lo sanno ma gli interessi di pochi hanno il sopravvento sul futuro dei nostri figli. Ci ritroveremo con giovani donne e giovani uomini soli davanti ad un computer privati di relazione, Bellezza e Cultura. Si è intrapreso un cammino che sta portando inesorabilmente al fallimento: non curarsene è criminale”.

 

 

 

 

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