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Sanità. Il M5S chiede i numeri dell’attività del SSN sulla cura del Gap

“Studi attendibili quali quelli dell’Eurispes del 2011 e del Centro nazionale delle ricerche attraverso i dati Ipsad 2010-2011, danno un numero di giocatori patologici tra i 700.000 e il milione

05 Novembre 2015

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“Studi attendibili quali quelli dell’Eurispes del 2011 e del Centro nazionale delle ricerche attraverso i dati Ipsad 2010-2011, danno un numero di giocatori patologici tra i 700.000 e il milione di persone. La cura della patologia da gioco d’azzardo patologico è stata inserita nei Lea fin dal 2012, a cui non sono seguiti i necessari decreti attuativi della legge”.

Matteo Baroni e altri onorevoli del M5S hanno presentato al Ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin una interrogazione per chiedere a che punto sia il lavoro del Servizio sanitario nazionale nell’attivazione di punti per la presa in carico di soggetti colpiti da gioco patologico.

“Un dato recente – spiega Mantero – fornito dal Ministero della salute riporta che i pazienti affetti da disturbo da gioco da azzardo in trattamento, aggiornato al giugno 2014, sono 12.376; solo il 5/6 per cento di tutti coloro che giocano almeno una volta l’anno sono realisticamente malati da gioco d’azzardo patologico e di questi malati solo una percentuale tra 1 e 1,5 per cento è effettivamente in trattamento presso il Servizio sanitario nazionale.

Tenuto conto che le ASL e in particolare i Sert hanno potuto operare in autonomia e ad iso risorse rispetto al fondo sanitario nazionale, grazie solo alle iniziative dei distretti e delle aziende sanitarie gestite in maniera virtuosa e al sacrificio di operatori socio sanitari, la presa in carico dei malati e la cura è stata quindi offerta dal SSN in maniera impropria e a macchia di leopardo sul territorio nazionale purtroppo a seguito di gravi omissioni e di disattenzione nelle politiche di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, da parte del Governo, che necessariamente richiedono studi epidemiologici su cui occorre investire”.

 

Il M5S chiede quindi di sapere quali iniziative abbia intrapreso il Ministro ad oggi, per monitorare la presenza e il numero di centri di presa in carico del Servizio sanitario nazionale, che forniscano cure ambulatoriali, cure semi residenziali e cure residenziali e, in tale contesto, quali siano i dati relativi alla somministrazione di farmacoterapia rispetto alla necessaria presa in carico dal punto di vista umano, relazionale e terapeutico, garantita da operatori socio-sanitari non medicalizzati.

 

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