20 Aprile 2024 - 02:18

Sanatoria Ctd: incassati 40 mln di euro dei 187 attesi

Ventotto milioni di euro incassati al 30 giugno scorso, almeno altri 12 in arrivo con la seconda rata in scadenza di novembre e 2.200 agenzie sottratte al mercato non autorizzato

17 Agosto 2015

Print Friendly, PDF & Email

Ventotto milioni di euro incassati al 30 giugno scorso, almeno altri 12 in arrivo con la seconda rata in scadenza di novembre e 2.200 agenzie sottratte al mercato non autorizzato del betting. È il primo, parziale bilancio della sanatoria, prevista dalla legge di Stabilità 2015, riservata alle agenzie di scommesse non autorizzate, secondo quanto emerge dai dati degli operatori di gioco. Un’operazione che – come riporta ItaliaOggi – non ha raggiunto gli ambiziosi obiettivi di cassa fissati dalla legge di bilancio perché l’adesione dei bookmaker esteri senza concessione presenti nel nostro paese è stata inferiore alle attese: 2.196 negozi sono stati legalizzati da Goldbet, SKS365 e Betaland, mentre le previsioni del Mef erano basate su 3.500 unità condonate. In ogni caso, i vantaggi per lo Stato non si limitano all’imposta unica, visto che dal primo gennaio tutte le agenzie condonate sono passate dal mercato grigio degli operatori esteri senza licenza alla gestione del Viminale sotto il profilo dell’ordine pubblico (attraverso il rilascio delle licenze di pubblica sicurezza ai singoli punti vendita sul territorio da parte delle questure) e dei Monopoli di stato per quanto concerne la verifica delle scommesse e il rispetto delle convenzioni firmate.

 

La regolarizzazione dell’attività doveva avvenire attraverso il versamento di 10 mila euro quale «una tantum» e dell’imposta unica dovuta per i periodi anteriori al 2015 (ridotta di un terzo): in questo modo, il titolare di ogni Ctd si sarebbe assicurato il diritto, esclusivamente fino alla data di scadenza delle concessioni di Stato per la raccolta delle scommesse, nel giugno 2016, di gestire la raccolta. Il governo aveva calcolato di incassare, grazie all’adesione di almeno 3.500 delle circa 7 mila agenzie non autorizzate stimate sul territorio, un totale di oltre 187 milioni di euro. Una cifra ben distante dai 40 milioni incassati, cui però andrà aggiunta l’imposta prodotta dai 2.196 punti sanati con l’attività legale avviata il primo gennaio 2015: secondo fonti dell’amministrazione, si tratterebbe di circa un miliardo di euro di movimento lordo, con un introito per l’Erario pari a 50 milioni annui. Il 2015 potrebbe quindi chiudere a quota 90 milioni.

Qualche perplessità la esprime Maurizio Ughi, ex numero uno di Snai e ora amministratore di Obiettivo 2016: «Lo Stato pensa continuamente a fare cassa, e la sanatoria prevista nella legge di Stabilità ha prodotto più risorse per le casse pubbliche che regole a tutela del cliente finale. Il legislatore deve riconoscere gli errori che ha commesso in passato e riappropriarsi del monopolio sui giochi, che di fatto non ha più. La gara del 2016 sarà un momento significativo, lo stato deve riprendere il controllo del territorio».

 

La rete non autorizzata che non ha aderito alla procedura di regolarizzazione resta una questione irrisolta per il fisco, che però continua a ottenere successi in serie, almeno nell’80% dei casi, riferiscono i Monopoli di stato, nel contenzioso con i bookmaker esteri senza concessione. L’Amministrazione ha colto tre vittorie su tre nelle Commissioni tributarie regionali, a Bari, Napoli e Milano, su altrettanti atti di accertamento nei confronti di affiliati ad allibratori esteri. Nel caso milanese, i giudici tributari regionali hanno stabilito che «il gestore dell’agenzia che consente la scommesse è il soggetto passivo dell’imposta» dal momento che l’accordo per la giocata «è concluso in Italia». Bocciata ogni ipotesi di conflitto con le norme comunitarie: «La mancanza di un regime specifico di armonizzazione non può dar luogo a contestazioni basate sul divieto di doppia imposizione fiscale», scrivono ancora i giudici. Il pagamento dell’imposta unica sulle scommesse, pur in assenza di concessione, si conferma una delle armi più efficaci a disposizione dell’amministrazione finanziaria contro le reti parallele delle scommesse.

 

PressGiochi