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Roma. Snaitech ha presentato il primo Rapporto di Cittadinanza – VIDEO

E’ stato presentato oggi a Roma, in alla presenza di esponenti delle istituzioni e delle autorità di controllo, il Rapporto Cittadinanza 2016 di Snaitech,un innovativo strumento di rendicontazione sociale che

12 Settembre 2017

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E’ stato presentato oggi a Roma, in alla presenza di esponenti delle istituzioni e delle autorità di controllo, il Rapporto Cittadinanza 2016 di Snaitech,un innovativo strumento di rendicontazione sociale che approfondisce il concetto di cittadinanza di impresa e i diritti e doveri ad esso connessi.

 

 

“Abbiamo scelto di sviluppare questo Rapporto di Cittadinanza –ha spiegato Fabio Schiavolin, AD di Snaitech-per stimolare una riflessione in merito non solo ai doveri, ma anche ai diritti delle imprese che operano nel comparto giochi che dà lavoro ad oltre 150 mila addetti e assicura allo stato un gettito erariale di circa 10 miliardi di euro all’anno. Il gioco legale dovrebbe essere tutelato, funge infatti da argine contro il gioco illegale e incontrollato, contribuisce abbattere l’evasione fiscale e garantisce all’erario risorse da destinare al benessere della collettività. Anche per questo rivendichiamo il nostro diritto di cittadinanza, vogliamo cioè che ci siano riconosciuti i medesimi diritti di cui godono le aziende che operano legalmente sul territorio”.

 

 

Il Rapporto di Cittadinanza sviluppato da Snatech approfondisce il concetto di cittadinanza di impresa ,definendo una Carta dei Diritti e dei doveri attribuiti ad ogni azienda in quanto membro della comunità. Dal rapporto emergono le azioni avviate da Snaitech in relazione ai suoi doveri imprenditoriali tra i quali operare in modo etico nel rispetto di mercato e del regolatore , prevenire il gioco compulsivo e minorile, operare con senso di responsabilità nei confronti di tutti gli stakeholder. In relazione a questi doveri, la società ha anche assunto precisi impegni per il futuro a testimonianza della volontà di coniugare il perseguimento della sostenibilità economica d’impresa con l’impegno a migliorare il benessere di tutti gli stakeholder.

 

 

“Sul fronte dei diritti- prosegue l’azienda- l’analisi restituisce un quadro profondamente differente: diritti quali la legittimazione della propria attività imprenditoriale e quello di creare valore per gli azionisti non paiono infatti pienamente garantiti. Una pressione fiscale ai massimi in Europa e la mancanza di una politica industriale ben definita scoraggiano infatti possibili investitori e mettono in sempre maggiore difficoltà le aziende del comparto. Basti pensare alle AWP, le slot machine che si trovano anche in bar e tabaccherie, che dopo l’ennesimo aumento delle imposte inserito nella manovra finanziaria dello scorso aprile hanno visto la tassazione al netto delle vincite salire al 63,3%. A questi elementi di grande incertezza si aggiunge la pressione cui sono sottoposti i Concessionari di Stato che, nonostante operino con professionalità e impegno sono spesso strumentalmente attaccati. Un contesto, questo, che caratterizza il solo settore dei giochi e le società che vi operano , alle quali di fatto non è riconosciuto il medesimo diritto di cittadinanza d’impresa di cui godono le aziende di altri comparti. Il Rapporto non si limita però alla sola analisi del concetto di cittadinanza di impresa, comprende infatti un’ampia rendicontazione dell’impegno di Snaitech nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa”.

 

 

“La responsabilità sociale- ha sottolineato Schiavolin- è uno dei pilastri fondamentali della nostra identità, da anni attraverso iZilove Foundation siamo infatti in prima linea nello sviluppo di attività e iniziative benefiche. Dal rapporto emerge come Snaitech abbia rafforzato il suo impegno in quest’ambito, un impegno che vogliamo portare avanti per contribuire al benessere delle persone e della coesione sociale. Dispiace vedere come gli operatori legali vengano puniti e additati negativamente dalla politica”.

 

 

“Crediamo fermamente nei valori che ci siamo dati e in quanto azienda quotata in borsa abbiamo in anticipo deciso di redigere questo rapporto di cittadinanza per evidenziare i pregi e i valori che ci caratterizzano- ha aggiunto la presidente del CdS Snaitech Mara Caverni– Oggi il Gaming non è visto come intrattenimento ma come gioco patologico. Il nostro lavoro ha l’obiettivo proprio di evidenziare i valori del gaming”.

 

 

Al dibattito ha preso parte anche preso parte Alberto Martinelli, professore emerito di Scienza politica e Sociologia dell’Università degli Studi di Milano. “Oggi come oggi essere aziende e imprese che partecipano a sviluppare valori positivi della cittadinanza è importante- ha commentato- Le imprese fanno parte della collettività tanto più oggi che si parla di imprese apolidi. Oggi le imprese devono dare il proprio contributo in tutte le comunità sulle quali si riflettono le proprie attività.

 

 

 

“Nel futuro- cresceremo ancora nel canale online, in attesa dell’ interessamento delle istituzioni- ha concluso Schiavolin-  Speriamo che il lavoro proceda. Sulle slot machine vogliamo razionalizzare la nostra rete e l’offerta, ma vogliamo esser certi che si tutelino gli investimenti e ci sia la garanzia di poter avere una distribuzione equilibrata sul territorio. L’obiettivo di questo rapporto c’è la volontà di realizzare una riflessione sul fatto che alle aziende del gaming non vengono garantiti gli stessi diritti di tutte le altre imprese. Con questo rapporto di cittadinanza ci prendiamo l’impegno di quelli che sono i doveri della vostra attività, rispetto delle regole del mercato, regole fiscali, equa distribuzione, pubblicità che promuove il gioco responsabile. Snaitech adempie ai propri doveri, ma i nostri diritti sono garantiti? L’Italia è il paese con la tassazione sui giochi più alta. Per le Asl le tasse sono aumentate sei volte ed incide per oltre il 60%. Auspichiamo che il riordino avvenga in maniera organica sul territorio. Come concessionario ritengo non ci venga riconosciuto lo stesso diritto di cittadinanza di cui godono gli altri comparti. L’Italia non è un mercato attrattivo per le aziende internazionali”.

 

 

 

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