25 Aprile 2024 - 00:46

Roma. Approvato il nuovo regolamento per le attività commerciali e artigianali, fuori il gioco da centro e zona intermedia

  Sara Seccia, consigliere di Roma Capitale per il Movimento 5 Stelle è intervenuta contro, prima commentando l’approvazione del Nuovo Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali e artigianali nel territorio

18 Aprile 2018

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Sara Seccia, consigliere di Roma Capitale per il Movimento 5 Stelle è intervenuta contro, prima commentando l’approvazione del Nuovo Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali e artigianali nel territorio della Città Storica (che prevede “l’interdizione di apertura permanente, sia nel sito Unesco che nell’ambito intermedio, per sale videogiochi e bilardi”) e poi attaccando la pubblicità del gioco.

“L’Assemblea Capitolina ha approvato nuove regole-ha commentato- frutto del confronto con Municipi e cittadini per far sì che il Centro Storico torni più vivibile tanto per i romani, quanto per i turisti.Nella parte più esterna della Città Storica le misure saranno meno stringenti, per agevolare investimenti, impresa e occupazione-  Nell’area “intermedia” vietata l’apertura di carrozzerie, autofficine, sexy shop, autolavaggi, hard e soft discount, sale videogiochi e biliardi, commercio all’ingrosso con o senza deposito merci e magazzini. Nel cuore del Centro Storico vietata l’apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate, con un ulteriore divieto per rosticcerie, friggitorie e laboratori per la vendita di kebab, lavanderie self-service, “compro-oro” e centri-massaggi”.

Dopo questo intervento, come accennato, Seccia ha quindi attaccato la pubblicità dell’azzardo.

“STOP alla pubblicità sul gioco d’azzardo!- ha proseguito- Il gioco d’azzardo rappresenta una piaga sociale che il MoVimento 5 Stelle sta cercando di combattere da anni. Più di 100 MILIARDI giocati dagli italiani solo nel 2017- Ma almeno – direte voi – lo Stato ci guadagna molti soldi e, così, può fornire servizi ai cittadini e ricostruire le città terremotate così come previsto, ad esempio, dal Decreto Abruzzo 39/2009 che, attraverso il gioco, si prefiggeva l’obiettivo di ricostruire L’Aquila. Beh, no. Su quegli incassi stratosferici lo Stato guadagna solo l’1,83%. E dei 27 miliardi spesi per giocare on-line da circa 4 milioni di italiani, allo Stato arriva solo un ottantesimo del totale.
A rimetterci sono i cittadini e coloro che si perdono per sempre nell’azzardopatia”.

“Continuare a pubblicizzare l’azzardo- prosegue Seccia- significa continuare a promuovere una tassa sulla povertà che coinvolge intere fasce della popolazione partendo dai più giovani sino ad arrivare ai pensionati, ai disoccupati, al ceto – una volta definito – medio.
Significa aumentare senza nessuna etica una patologia grave, di cui poi lo Stato stesso dovrà farsi carico, anche attraverso le spese sanitarie”.

“Chiediamo a gran voce l’abolizione di ogni forma di comunicazione commerciale- conclude- a mezzo stampa, pubblicazioni stampate, spot radiofonici e televisivi, pubblicità nei servizi di società dell’informazione che abbia l’effetto, diretto od indiretto, di promuovere il gioco d’azzardo!”.

PressGiochi