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Riorganizzazione Agenzie fiscali. Dai tagli sui dirigenti, risparmi di 1,1 mln di euro per ADM

L’articolo 23-quinquies, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 95 ha imposto alle agenzie fiscali di provvedere a un’ulteriore riduzione degli uffici dirigenziali di livello generale e di livello non generale,

08 Luglio 2015

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L’articolo 23-quinquies, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 95 ha imposto alle agenzie fiscali di provvedere a un’ulteriore riduzione degli uffici dirigenziali di livello generale e di livello non generale, e delle relative dotazioni organiche, da apportare, entro il 31 ottobre 2012, all’esito della riduzione degli assetti organizzativi e che il rapporto tra personale dirigenziale di livello non generale e personale non dirigente sia non superiore ad 1 su 40 ed il rapporto tra personale dirigenziale di livello generale e personale dirigenziale di livello non generale sia non superiore ad 1 su 20 per l’Agenzia delle entrate e ad 1 su 15 per l’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Marco Causi relatore dello Schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina dell’organizzazione delle Agenzie fiscali, ricorda che “La relazione illustrativa allegata allo schema di decreto chiarisce che la previsione realizza un’ulteriore riduzione dell’organico dirigenziale rispetto a quella già definita in applicazione della legislazione vigente e che si interviene così sul parametro di complessità gestionale stabilito dalle misure in materia di revisione della spesa, prevedendo la riduzione di almeno il 10 per cento del rapporto tra dirigenti e personale delle aree funzionali”.

Secondo la relazione tecnica allegata allo schema di decreto, le disposizioni determineranno significativi risparmi, la cui entità sarà determinabile solamente a consuntivo sulla base delle posizioni dirigenziali di I e II fascia effettivamente soppresse, ma che possono essere quantificati in circa 4 milioni di euro nell’ipotesi in cui tale riduzione sia effettuata nella misura minima del 10 per cento, di cui circa 2,9 milioni riferibili all’Agenzia delle entrate e 1,1 milione riferibile all’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

 

A tale proposito l’on. Causi sottolinea l’esigenza di valutare attentamente la problematica degli interventi sulle Agenzie fiscali, respingendo la prospettiva, avanzata da alcuni, di rinnegare il modello agenziale per ritornare ad un assetto nel quale l’attività di accertamento sarebbe ricondotta nuovamente nell’ambito delle strutture ministeriali. Sottolinea, infatti, come tale ipotesi costituirebbe un grave passo indietro, ricordando come in tutti i Paesi europei le funzioni di accertamento sono attribuite a soggetti posti ad una certa distanza dal potere politico, al quale spetta invece la funzione di dettare la normativa tributaria.

Infine, Causi rammenta che il citato comma 7 dell’articolo 23-quater, nel quadro dell’incorporazione dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e dell’Agenzia del territorio, dispone che le Agenzie incorporanti esercitano i compiti e le funzioni facenti capo agli enti incorporati con le articolazioni amministrative individuate mediante le ordinarie misure di definizione del relativo assetto organizzativo.

 

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