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Riordino giochi: il Governo si gioca l’ultima carta e passa la questione sulla distribuzione agli enti locali

Lasciare alle regioni e agli enti locali la definizione dei criteri per la distribuzione del gioco pubblico. Secondo principi che tengano conto degli investimenti esistenti e soprattutto senza cancellare del

03 Agosto 2017

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Lasciare alle regioni e agli enti locali la definizione dei criteri per la distribuzione del gioco pubblico. Secondo principi che tengano conto degli investimenti esistenti e soprattutto senza cancellare del tutto l’offerta del gioco sul territorio.

In sostanza salta dal tavolo di confronto con governatori e sindaci il nodo delle distanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili come oratori, scuole e altro. È l’ultima carta che il Governo giocherà oggi in Conferenza unificata, indetta in via straordinaria per reggiungere l’intesa sulla quale si sta lavorando da più di due anni.

 

Distanze – Rispetto alle versioni precedenti, nella bozza che verrà presentata oggi in Conferenza Unificata  non vi sono più riferimenti alle distanze dai luoghi sensibili né tassonomie vincolanti degli stessi.

 

Nel dettaglio, oltre al taglio del numero di newslot, proposto e già pianificato, che porterà le slot machine presenti sul territorio italiano ad essere 345mila a dicembre 2017 e 265mila entro il 30 aprile 2018, l’ultima proposta che verrà presentata oggi dal Sottosegretario con delega ai giochi Pier Paolo Baretta affida a Regioni e Comuni, nelle loro rispettive funzioni di coordinamento e responsabilità urbanistica, la funsione di stabilire secondo precisi criteri la distribuzione dell’offerta di gioco nei rispettivi territori.

 

Criteri che dovranno tenere in considerazione gli investimenti economici realizzati dalle aziende concessionarie e di gestione e che dovranno garantire la corretta raccolta del gioco pubblico e la distribuzione regolamentata e equilibrata dei punti gioco sul territorio senza creare eccessive concentrazioni e punti nei quali c’è assenza di gioco.

“L’obiettivo – ha ribadito il Sottosegretario – non è proibire il gioco pubblico ma regolamentarlo”.

I criteri che verranno individuati in accordi con regioni e comuni saranno poi oggetto del lavoro di un tavolo tecnico successivo all’accordo.

 

 

Orari – Per gli orari di apertura si prevedono invece 6 ore al massimo di interruzione, spezzettabili dall’autorità locale in base alle esigenze di salute, sicurezza e ordine pubblico dei cittadini.

 

Controlli –Importanti, però, sono le proposte sul controllo dei locali dove si praticano attività di gambling legalizzato. Tra questi controlli, in fase preventiva si indicano la necessità per gli operatori di dotarsi di indicatori di rischio, per esempio l’«indice di presenza mafiosa» o l’«indice di organizzazione criminale» (IOC), oltre a un inasprimento dei controlli in base alla IV direttiva europea antiriciclaggio che prevede esplicitamente la necessità che il settore del gioco d’azzardo sia governato da un’autorità dotata di «poteri di vigilanza rafforzati».

 

PressGiochi

 

 

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