28 Marzo 2024 - 21:25

Toscana. Neri (Anci): “Limiti orari sono un punto debole perché in contrasto con la libera iniziativa economica”

Nardella (Firenze): “Lavoriamo ad una legge semplice e chiara contro il gioco” All’ordine del giorno della seduta odierna della Terza Commissione Consiliare (Sanità e politiche sociali), anche l’audizione del Sindaco

27 Luglio 2017

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Nardella (Firenze): “Lavoriamo ad una legge semplice e chiara contro il gioco”

All’ordine del giorno della seduta odierna della Terza Commissione Consiliare (Sanità e politiche sociali), anche l’audizione del Sindaco di Pergine Val D’Arno e dell’Associazione Culturale Preludio in merito alla prevenzione dei rischi connessi al gioco d’azzardo.

 

Due le proposte di legge di modifica della legge regionale n. 57 del 2013, all’esame della Commissione, per estendere l’ambito di applicazione della legge ai “centri di scommesse”, ampliare i luoghi sensibili già contemplati nel testo vigente e rafforzare gli obblighi formativi per i gestori degli esercizi interessati.

Il primo, n° 171, a firma del vicepresidente del consiglio regionale Marco Stella (FI) propone, oltre a interventi volti alla prevenzione e informazione contro il gioco e al passaggio dal termine “ludopatia” con “Gioco d’azzardo patologico” (GAP) di porre gli apparecchi  a 500 metri dai luoghi sensibili. Il pdl prevede anche limitazioni temporali del gioco per una durata non inferiore a 3 ore nell’arco di apertura previsto di sale giochi e sale scommesse, il potenziamento dei numeri verdi per l’ascolto dei giocatori problematici e sgravi fiscali come la riduzione dell’aliquota IRAP  del 0,92% ai locali che dismettono le slot.

Anche il secondo pdl, il n° 203  che vede come prima firmataria Serena Spinelli (Art.1-Mdp e presidente dell’Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco), propone alcuni cambiamenti terminologici nel testo della legge “originale”e pone le distanze minime a 500 metri, ma descrive in maniera più dettagliata i divieti per le nuove istallazioni di centri scommesse e apparecchi per luogo lecito e introduce gli obblighi per i gestori, in particolare la partecipazione a corsi di formazione. La mancata partecipazione a questi corsi di formazione, sempre secondo il pdl n°203, comporterebbe per il gestore multe da 1000 a 5000 euro e una diffida comunale. La reiterata inosservanza di questa diffida può causare la temporanea chiusura del centro scommesse o l’apposizione dei sigilli agli apparecchi  per il gioco lecito.

 

L’Associazione Culturale Preludio, impegnata sul tema del gioco d’azzardo e del disturbo da gioco d’azzardo in ottica di prevenzione, vanta competenze in campo giuridico, economico e socio sanitario ed è ideatrice del progetto “Io scommetto che me la cavo” dedicato ai ragazzi e realizzato nelle scuole. Al fine di valorizzare in chiave scientifica le informazioni e i dati raccolti, l’Associazione collabora con l’Istituto Eurispes che ha di recente istituito l’Osservatorio Permanente giochi legalità e patologie “Italia in Gioco”.

 

Ad intervenire anche il Sindaco di Pergine Valdarno, Simona Neri, è responsabile regionale ANCI dei progetti contro la ludopatia. “Ringrazio il presidente della Terza Commissione della Regione Toscana Stefano Scaramelli per l’audizione di stamani sulla proposta di Legge 203 “Prevenzione e contrasto delle dipendenze da gioco e disciplina del gioco d’azzardo pubblico. Modifiche alla L.R. 57/2013”.

 

 

Come ha spiegato Simona Neri, “l’aumento dei giocatori patologici è esponenziale anche in Toscana. I comuni stanno prendendo varie iniziative per arginare il fenomeno, ma senza una normativa nazionale ogni ordinanza virtuosa corre il rischio di una bocciatura da parte del Tar. Per quanto riguarda le ordinanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili come scuole e chiese il rischio di bocciatura è ormai contenuto grazie al fatto che nel 2013 è intervenuta la legge regionale, mentre un punto debole restano le limitazioni degli orari di apertura, su cui la Regione non ha legiferato.

I Tar, finora, hanno bocciato quasi tutti i provvedimenti comunali di riduzione degli orari obiettando che non erano sostenuti da un’evidenza tecnico scientifica attestata dalle Asl riguardo all’effettiva presenza di giocatori problematici sul territorio, su cui non ci sono mai dati certi. Ce ne sono ovviamente sugli utenti dei serd, cioè su quelli già in carico.

 

 

Inoltre, i limiti orari rischiano di entrare in conflitto con il principio di libera iniziativa economica e dunque anche una legge nazionale avrebbe difficoltà ad introdurli. L’unica è che intervenga l’Europa, stabilendo linee guida in nome della tutela della salute dei cittadini. Solo così a cascata anche le norme nazionali, regionali e comunali acquisirebbero forza.

Inoltre – ha dichiarato infine Neri – sarebbe necessario che in Conferenza Unificata si sbloccasse la legge quadro nazionale che prevede proposte interessanti e che prevede un alto livello di controllo e sicurezza nelle strutture di gioco autorizzate. L’Anci ha anche proposto l’introduzione di ulteriori luoghi sensibili, come parchi, terminal dei bus, stazioni ferroviarie, bancomat, banche, compro oro, di cui comuni come Pergine hanno tenuto conto rischiando però la bocciatura”.

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