20 Aprile 2024 - 16:17

Procuratore De Raho: “Identificazione giocatori, un’arma per scoprire illegalità e contrastare riciclaggio”

“Il gioco legale evita la proliferazione del gioco illegale. E’ fin troppo evidente che laddove non ci siano aperture per accogliere la domanda di gioco si aprono le porte dell’illegalità

17 Febbraio 2022

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“Il gioco legale evita la proliferazione del gioco illegale. E’ fin troppo evidente che laddove non ci siano aperture per accogliere la domanda di gioco si aprono le porte dell’illegalità pronta a soddisfare le richieste dei consumatori.

E’ sempre stato così in ogni settore. Dove si chiude un settore la criminalità mafiosa interviene per sopperire all’emergenza. Se pensiamo a cosa è avvenuto per il terremoto, negli anni 80 la camorra si è occupata di moltiplicare le attività edilizie per la ricostruzione. Altro esempio, quello dei rifiuti”.

Cosi il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Cafiero De Raho è stato audito questa mattina in una lunga sessione della Commissione di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.

Tanti gli aspetti toccati, dalle indagini svolte, alle norme europee, alla proposta di monitoraggio dei giocatori al match fixing.

“E’ evidente – ha detto il Procuratore – che se chiudiamo il gioco legale interverrà la criminalità con le proprie sale gioco illegali. Questo non significa dire di moltiplicare il gioco legale ma dobbiamo dire che sul gioco legale abbiamo controlli e vigilanza. Anche il lockdown ha determinato una moltiplicazione dei siti illegali online.

Dal 2015, da quando in Calabria è stata condotta l’operazione Gambling, è emerso chiaramente come le organizzazioni criminali usino il gioco per ripulire il proprio denaro. In quell’occasione furono emesse 28 ordinanze cautelari, scoperte 11 società estere e 45 operanti sul territorio nazionale nel settore giochi. Vennero sequestrati 88 siti nazionali ed internazionali, 1500 punti fisici. L’Organizzazione aveva aperto una piattaforma di giochi online in Austria e poi l’aveva trasferita nell’isola di Malta.

Malta rappresenta il territorio cui fanno riferimento le organizzazioni criminali per avere una loro base.

Emerse che nei punti di raccolta si riusciva a far passare somme di denaro coperte come giocate mentre erano trasferimenti di denaro al di fuori del territorio nazionale, denaro proveniente dalla stessa organizzazione ndranghetista.

Altra operazione – continua De Raho – nel 2018 fu Galassia che consentì di evidenziare come sia l’organizzazione mafiosa barese, siciliana e calabrese, si erano rivolte ad uno stesso esperto tecnico capace di organizzare il gioco online con il quale avevano posto società e punti di raccolta scommesse grazie alle quali veniva gestito il gioco. Si evidenziava come tre diverse organizzazioni mafiose, avevano operato in consorzio per muoversi attraverso gli stessi soggetti. Anche in questo caso vennero effettuati sequestri, società estere e italiane e 33 siti web per un valore di 723 milioni di euro. Avevano sede in Romania, Austria, Isola Man, Malta, Svizzera, Lussemburgo, Serbia, Curacao. Così si faceva passare denaro criminale coprendolo sotto forma di giocate per portarlo all’estero.

Queste attività diventano sempre più frequenti e mostrano l’interesse delle organizzazioni mafiose ad operare attraverso il circuito online con piattaforme costituite all’estero. Questa modalità operativa trova aggancio nella libertà di stabilimento prevista dai trattati Ue.

ADM ha indicato i siti web autorizzati. Questa dovrebbe essere la garanzia per il giocatore di muoversi in un circuito di legalità garantito da autorizzazioni e concessioni. Ma il giocatore spesso non si muove in questo senso e spesso finisce nell’offerta illegale. Pensiamo che nel solo anno 2021 sono stati inibiti 197 siti web.

Le scommesse e il gioco online rappresentano la modalità più frequente con la quale le organizzazioni coprono le loro attività criminali.

 

Ma accanto a scommesse e gioco online ci sono i punti fisici di raccolta. Ugualmente problematici.

Questi punti sorgono ovunque, specie nelle zone più a rischio.

Il punto fisico permette comunque un controllo ed è oggetto di verifica. In questi casi sono stati rilevati punti gioco legali che avevano al loro interno un canale parallelo illegale. Questa problematica necessita controlli frequenti realizzati non solo da ADM ma da tutte le forze di polizia.

La criminalità sfrutta anche la necessità dei giocatori di avere denaro, quindi si sviluppa anche un mercato dell’usura che spesso schiavizza quei giocatori che sono anche imprenditori, costretti a cedere le proprie attività.

Colpisce l’attenzione il fatto che la cessione delle attività avviene senza formalità in modo che il soggetto titolare continui ad apparire lo stesso ma in realtà l’attività è gestita da altri. Pensiamo alle ristorazioni, bar la cui chiusura in pandemia ha costretto a ricorrere al credito usurario dal quale si passa facilmente al trasferimento delle attività.

Serve quella cooperazione interistituzionale che permetta alle forze di polizia di verificare che nei punti scommesse non ci siano infiltrazioni o influenze criminali.

Per i prestatori di servizio di gioco vi è l’obbligo di comunicare alla Uif le operazioni sospette che nel 2021 sono state 5772. Questo rappresenta un segnale di criticità.

Alcuni concessionari hanno sviluppato sistemi che permettono di monitorare i giocatori e conoscere le somme giocate per ciascun utente: per alcuni vi sono scommesse per centinaia di migliaia di euro senza chiara giustificazione della forza economica del soggetto.

Se si riuscisse a controllare ogni singolo giocatore e monitorare quando una giocata supera una cifra non giustificata questo potrebbe aiutare.

Avere concessionari che riescono a monitorare attentamente le attività di gioco questo potrebbe aiutare la legalità dell’offerta e impedire che le scommesse rappresentino uno strumento per aggirare le leggi e fare danni al paese.

Le indagini sono emblematiche di come si muove il sistema criminale per occupare spazi lasciati liberi dalla legalità.

La maggior difficoltà oggi è riuscire a muoversi nel territorio nazionale ma anche in Europa che costituisce anche uno spazio di libertà economica, libertà che rappresenta una difficoltà anche nei controlli, una maggiore possibilità di costituire società all’estero e farle operare in Italia. Da un lato è necessario intervenire per selezionale i concessionari, ma dall’altro è necessaria una politica europea che consenta di arginare il fenomeno della pluralità di attività economiche nel gioco pronte ad intervenire senza controlli. Questa è una delle difficoltà maggiori. La sede di operatività di un soggetto economico che si muove e che offre il gioco in tutto il territorio europeo. Ci si chiede nei confronti di quale paese è debitore relativamente agli oneri fiscali. Come si controllano questi soggetti, a quali parametri facciamo riferimento? Servirebbe un maggior ordine anche a livello di legislazione europea per rendere più agevole il controllo anche i ambito nazionale.

Se si consentisse il gioco con identificazione – torna a proporre il Procuratore – avremmo un quadro molto più chiaro per impedire aggiramenti. Il controllo deve esserci anche per contrastare il gioco patologico attivando meccanismi di vigilanza per intervenire in favore di coloro che diventano schiavi del gioco. ”.

Sulla questione che si pone nella gestione dei dati del consumatore e tutela della privacy, De Raho ha affermato: “Anche relativamente alla tutela dei dati personali, credo che sia solo un problema apparente perché quando si interviene su un problema di sicurezza la privacy deve cadere.

Le banche dati istituzionali vengono create per monitorare l’andamento del gioco e sono finalizzate alla prevenzione del riciclaggio e di altre violazioni. Anche la tutela dei dati va affrontata in modo obiettivo perché non può esserci una protezione del dato personale sempre e assoluta altrimenti anche le indagini non potrebbero essere fatte.

Se la protezione del dato è un problema insuperabile allora non sarà mai possibile un controllo.

Anche la segnalazione dell’operazione sospetta in realtà è un dato personale.

I concessionari che organizzano il gioco devono esser messi nella condizione di monitorare il gioco, sia fisico che online e che sia possibile identificare il giocatore. L’assenza dei dati e la loro copertura rappresentano uno strumento che favorisce le mafie. Il monitoraggio permetterebbe di controllare in tempo reale numerosi tipi di illegalità. Per questo ribadisco che tutelare la privacy significa anche impedire che un dato parli e ci dica quelle che sono le varie illegalità realizzate”.

“Anche il tema del match fixing, un tema di grande importanza. Bisognerebbe escludere le categorie più basse dalle scommesse. A livello europeo servirebbero agenzie dedicate a monitorare questo settore. Istituire un’agenzia finalizzata esclusivamente a monitorare il gioco in Europa sarebbe significativa ed importante per tutti”.

 

PressGiochi