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Presentazione ricerca della FBV. Cases (Codere): “Esagerare con i numeri del GAP, non aiuta a trovare i mezzi per combatterlo”

José Ignacio Cases, Vice Presidente Fundaciòn Codere ha introdotto il convegno, presso la Luiss a Roma, dove sono stati presentati i risultati della ricerca su “LA PERCEZIONE SOCIALE DEL GIOCO

11 Maggio 2017

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José Ignacio Cases, Vice Presidente Fundaciòn Codere ha introdotto il convegno, presso la Luiss a Roma, dove sono stati presentati i risultati della ricerca su “LA PERCEZIONE SOCIALE DEL GIOCO D’AZZARDO IN ITALIA”.

 

“La Fundación Codere ha affidato già da 8 anni all’Istituto di Politica e Governance dell’Università Carlos III di Madrid, la realizzazione di due inchieste-ha commentato- (popolazione in generale e consumatori di gioco online), la cui ripetizione annuale durante questo periodo, ha permesso di raggiungere, con chiarezza e sicurezza notevoli, alcune conclusioni che rompono con gli stereotipi frequentemente utilizzati dai social media, in base non alla realtà ma cercando una facile strada per raggiungere il maggior numero di adesioni  ai propri commenti da parte della popolazione che, inconsapevolmente, ancora una volta viene manipolata. Gli studi universitari si basano su parametri differenti, prescindono dall’approvazione, e cercano di conoscere e rappresentare la realtà al fine di facilitare l’attuazione di adeguate politiche pubbliche e la comprensione dei fenomeni sociali che possono essere scatenati da una determinata materia o questione. Con il nostro lavoro crediamo di aver stabilito che il gioco d’azzardo sia una libertà civile dei cittadini che è soggetta ad una precisa regolamentazione, garantendo che la loro partecipazione non sarà pregiudicata o ostacolata da cattive pratiche provenienti, normalmente, proprio da coloro che gestiscono il settore”.

 

“Però- ha proseguito Cases- si è anche dimostrato che, a fronte di una credenza generalizzata ma carente di alcun fondamento scientifico, il tempo e il denaro dedicati all’intrattenimento e al divertimento,variano in base al benessere ed alla disponibilità economica. In altre parole, si gioca quando si può e in tempi di crisi il denaro destinato al gioco dimonuisce al pari di quello destinato ad altri settori (alimentazione, viaggi, educazione, salute…). Ci sono persone a cui piacerebbe poter sostenere le proprie argomentazioni secondo cui in periodi di maggior crisi e povertà il gioco e il denaro ad esso dedicato aumentano; ma la realtà è dura e gli Annuari del Gioco di Azzardo in Spagna, pubblicati anche questi dall’Istituto di Politica e Governance, lo smentiscono categoricamente, anno dopo anno, con le loro lunghe e complete serie statistiche. Un secondo aspetto, altrettanto interessante e sorprendente, consiste nell’aver dimostrato che il gioco problematico in Spagna raggiunge solo un 0.1 – 0.3% della popolazione adulta, cosa che, in termini assoluti, significa un intervallo compreso tra i 34.000 e i 100.000 residenti. Il gioco problematico è una malattia importante descritta dal 1980 come un disordine mentale dall’Associazione di Psichiatria Americana (APA). A nostro parere, richiede sicuramente un’attenzione da parte dei servizi sociali e sanitari. Senza dubbio, tutto quello che è stato detto sino ad ora non giustifica che persone, mediamente serie e informate, possano affermare irresponsabilmente che ci siano, in un paeste come l’Italia o la Spagna, milioni di malati di ludopatia.

 

“Esagerare nei numeri- ha concluso- paradossalmente facilita solo l’allontanarsi dal problema fino ad arrivare ad ignorarne l’importanza, e rende difficile stabilire i mezzi e i meccanismi adeguati per combatterlo”.

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