Rossi (PD): “Dati drammatici nascosti dalla Giunta, chiediamo chiarezza urgente in Commissione”
L’aumento del 40% dei casi di ludopatia in Piemonte a partire dal 2021 è un dato che non trova spazio nel piano socio-sanitario della Giunta Cirio. È questa una delle denunce più forti lanciate dal Partito Democratico piemontese in un comunicato che accusa la maggioranza regionale di “propaganda” e occultamento sistematico delle criticità sanitarie.
Al centro della polemica c’è lo studio commissionato all’Università Bocconi sul sistema sanitario regionale: secondo il PD, il documento consegnato al Consiglio è stato “alleggerito” delle informazioni più scomode, comprese quelle riguardanti la salute mentale, la condizione degli anziani e — in modo preoccupante — le patologie legate al gioco d’azzardo.
«Dopo l’abolizione della legge regionale del 2016 voluta dal centrosinistra, i numeri dei ludopatici sono esplosi», denuncia il PD. «Eppure, nel piano socio-sanitario, non c’è traccia di un’analisi seria del fenomeno né di strategie per affrontarlo».
La scelta della destra di smantellare le precedenti misure restrittive contro il gioco d’azzardo legale — come limiti orari e distanze dai luoghi sensibili — viene ora indicata come una delle cause dell’impennata dei casi, che rischiano di sovraccaricare un sistema sanitario già in affanno.
«Se il vicepresidente Riboldi chiede collaborazione, il primo passo deve essere la verità: basta omettere i dati che non piacciono alla Giunta», conclude il comunicato, ribadendo la disponibilità dell’opposizione a partecipare alla costruzione di un piano realistico, ma solo a partire da basi trasparenti e complete.
Tra gli esponenti del PD ad intervenire anche il consigliere regionale Domenico Rossi che scrive: “Il dato che riporta lo studio dell’Università Bocconi sulla sanità piemontese – un documento tecnico propedeutico all’elaborazione del nuovo piano socio-sanitario regionale – che l’assessore Riboldi ha provato a tenere nascosto è drammatico. Ci sarebbe un aumento del +40% di pazienti affetti da patologie azzardo-correlate in Piemonte a partire dal 2021. Proprio nel 2021 la giunta Cirio abrogò la precedente norma, voluta dalla maggioranza di centro sinistra nel 2016 per limitare l’eccesso di offerta, che aveva portato benefici ai cittadini sia sul piano del volume di gioco sia su quello del contrasto alla dipendenza.
Nel primo caso, secondo i report forniti da IRES e dallo stesso assessorato, i volumi del gioco fisico e, di conseguenza, le relative perdite avevano visto una costante diminuzione: -272 milioni nel 2017, -225 milioni nel 2018, – 77 milioni del 2019, -2.134 milioni nel 2020. Un trend che si interrompe bruscamente nel 2021 con la nuova norma che fa registrare un +336 milioni di euro giocati.
Nel secondo, dall’entrata in vigore della legge 2016, infatti, si registrò una riduzione del 20% dei pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco mentre nelle regioni limitrofe il fenomeno era in aumento: +10% in Lombardia, +29% in Liguria, +24% in Emilia Romagna. Si tratta di un dato che non solo non va nascosto, ma su cui chiederemo un’informativa urgente in commissione per fare chiarezza e capire i dettagli di questo aumento: chi ne è maggiormente colpito? Quali attività comprende: il gioco online o quello offline? Ma soprattutto, quali azioni sta mettendo in campo regione Piemonte per arginare questa situazione che colpisce famiglie e fasce deboli della società?”.
PressGiochi
Fonte immagine: Palazzo Lascaris sede del Consiglio regionale del Piemonte, cortile