19 Aprile 2024 - 19:40

Piemonte. L’ass. Tronzano (Att. Produttive): “Portiamo il distanziometro a 250 metri”

Il 20 maggio scorso è scattata una nuova fase – la seconda – della legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo. La legge impone di spegnere gli apparecchi in bar,

01 Luglio 2019

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Il 20 maggio scorso è scattata una nuova fase – la seconda – della legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo. La legge impone di spegnere gli apparecchi in bar, tabaccherie, circoli privati ed esercizi aperti al pubblico, ora si è estesa alle sale gioco e scommesse aperte prima del 2014. L’obbligo scatta per i locali nel raggio di 500 metri dai luoghi sensibili: scuole, ospedali, case di cura, impianti sportivi, luoghi di culto.

Eppure, a un mese dalla scadenza fissata dalla legge, sono pochissime le sale gioco chiuse e ancora meno i comuni che si stanno attivando per farla rispettare, tanto che le Asl hanno cominciato a sollecitarli.

 

Andrea Tronzano, assessore alle Attività produttive, ha spiegato: «È una materia di competenza del Consiglio regionale. Per quel che mi riguarda non ho cambiato idea: la tutela della salute e il contrasto alla ludopatia sono importanti, quindi la legge non va abrogata. Però servono alcune modifiche, perché così si sta distruggendo un settore ed escludendo 5 mila persone dal circuito lavorativo». Due sono i punti critici, secondo l’assessore: il “distanziometro” («500 metri sono troppi, portiamoli a 250») e la retroattività della norma: «Chi ha investito in un settore legale non può vedersi costretto a sbaraccare l’attività. È stata applicata una furia ideologica che non condivido. Di questo passo che facciamo, chiudiamo le pasticcerie perché l’eccesso di dolci fa male?».

 

Non è della stessa opinione, Paolo Jarre, direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl To3 e coordinatore del gruppo di lavoro regionale sulla legge, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a 26 sindaci della sua area per sollecitarli a intervenire sui locali che risultano ancora aperti.

A oggi, in provincia di Torino non risultano sale gioco chiuse né sanzioni. Solo nel territorio dell’Asl To3 i centri segnalati sono più di 70. «È plausibile che non ci sia stata un’applicazione ferrea della legge», spiega Jarre. «In ogni caso, siccome dalla Regione non sono arrivate deroghe chi non si adegua commette un’irregolarità».

PressGiochi