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Piemonte. Chiamparino: “Sono orgoglioso che la nostra regione ha legiferato per prima in maniera efficace contro l’azzardo”

Il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha risposto alle critiche piovute in aula oggi dalle opposizioni riguardo alla legge sul gioco. “Esprimo l’orgoglio per essere stati la prima Regione

21 Novembre 2017

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Il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha risposto alle critiche piovute in aula oggi dalle opposizioni riguardo alla legge sul gioco.

“Esprimo l’orgoglio per essere stati la prima Regione d’Italia che ha legiferato in modo efficace contro i rischi della ludopatia- ha commentato. Ha inoltre smentito “gli equivoci” della lettera criticata dal Movimento Cinque Stelle e da altre forze politiche.

“La lettera che ho inviato al consiglio regionale- ha concluso- è stato un atto di pieno rispetto e un dovere istituzionale, per informare l’Assemblea su quanto sono venuto a conoscenza da parte del viceministro Pier Paolo Baretta”.

 

Ben venga la richiesta di un chiarimento, aggiunge, perché “mette una parola definitiva e perchè tutti siamo per la piena attuazione di questa legge per il Piemonte”. E prosegue dicendo che “se fra qualche mese emergeranno delle problematiche che necessiteranno di verifiche le faremo tutti insieme”.

Il presidente della Regione torna poi sulle ragioni che lo hanno spinto a mandare la lettera al presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, iniziativa che aveva inasprito il rapporto con il gruppo del Pd: “Se qualcuno ha preso la mia lettera come un’indebita interferenza nell’attività del Consiglio me ne scuso. Ho solo ritenuto che fosse mio dovere istituzionale tenere aggiornato il Consiglio e i colleghi su tutto quello che stava accadendo”. Il gruppo dei sette del Movimento 5 Stelle ha inscenato una protesta e alzato cartelli in aula: “Il Piemonte perde con Chiamparino”.

Ora il Consiglio si appresta ad approvare un ordine del giorno, primo firmatario il capogruppo Pd Davide Gariglio, che impegna il presidente Chiamparino a dare piena attuazione alla legge sul contrasto al gioco d’azzardo, i cui vincoli, più restrittivi di quelli nazionali, sono in vigore da ieri. Il documento, predisposto d’intesa con tutte le forze della maggioranza di centrosinistra, ma che dovrebbe vedere la condivisione anche delle opposizioni, impegna anche la giunta regionale a sostenere i Comuni nell’applicazione della legge e a difendere in ogni sede l’autonomia legislativa della Regione Piemonte.

 

 

Al termine dei lavori l’Assemblea regionale ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno presentato dal primo firmatario Domenico Rossi (Pd) in cui il Consiglio regionale “respingendo ogni pressione rispetto alla propria autonomia legislativa e ritenendo infondate le minacce di danni erariali, impegna la Giunta a dare piena attuazione alla legge n. 9 del 2016, anche attraverso il sostegno ai Comuni nell’applicazione della legge stessa e a difendere in ogni sede l’autonomia legislativa della Regione Piemonte”.

La comunicazione del presidente della Giunta è arrivata dopo quella dell’assessora regionale al Lavoro Gianna Pentenero, cofirmataria con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta del disegno di legge, che ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 2 maggio 2016.

Il consigliere Marco Grimaldi (Sel) ha definito la legge uno dei testi più innovativi dell’ordinamento italiano perché si propone di porre freno al sorgere di casinò a distanza ravvicinata e ai suoi effetti devastanti nelle periferie. E ha ammonito che non va dimenticato che ogni entrata nel sistema del gioco fa perdere almeno il doppio per la cura delle ludopatie.

Per il M5s sono intervenuti i consiglieri Francesca Frediani, Giorgio Bertola e Davide Bono, che hanno definito la lettera del presidente della Giunta “un goffo tentativo di colpo di mano per farci cambiare una legge vigente nell’arco di tre giorni” e messo in evidenza che è probabile che, con la chiusura di una parte di slot machine, ci sarà indubbiamente una mancanza di gettito per le casse dello Stato, ma che la Regione non potrà essere in alcun modo accusata di danno erariale. Bono ha ricordato che in Piemonte le giocate ammontano a 3,7 miliardi, quindi oltre 1.000 euro per abitante adulto.

Gian Luca Vignale (Mns) ha definito la lettera “gravemente inopportuna” e ribadito che, anche nel caso in cui il Parlamento dovesse approvare l’articolo 90 della legge di stabilità, modificare o no la legge è e rimane una prerogativa del Consiglio regionale. È compito esclusivo dell’Assemblea determinare il futuro delle leggi regionali.

Con il presidente Davide Gariglio, per il Partito democratico sono intervenuti i consiglieri Rossi, Andrea Appiano e Nadia Conticelli che hanno evidenziato che – prima del passaggio in Commissione Sanità – il provvedimento era assai più stringente e osservato che in quasi dieci anni, a livello nazionale, il volume del gioco d’azzardo legale è aumentato da 44 a 96 miliardi di euro ma gli introiti incamerati dallo Stato sono rimasti pressappoco gli stessi e che mettere al centro la salute di chi potrebbe cadere nella ludopatia è senza dubbio un investimento importante.

Gilberto Pichetto (FI) ha sottolineato che i ritardi della Giunta regionale nell’approntare il Piano contro le ludopatie ha probabilmente nuociuto a tutta la vicenda e ha esortato la Giunta a impegnarsi nei confronti del Governo nazionale per trovare una soluzione ai mancati introiti degli operatori.

Per Valter Ottria (Mdp) il tentativo di limitare una buona legge è giunto in maniera maldestra da parte di un componente del Governo attraverso colloqui informali e toni minatori. Il presidente della Giunta e del Consiglio regionale hanno entrambi svolto il proprio dovere istituzionale.

 

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