Nel corso dell’evento “Il futuro dell’intrattenimento: mercato, regole e innovazione”, organizzato dalla Sezione Concessionari ADI di AS.TRO a Roma, Marco Piatti, amministratore di Prisma ed esperto analista del settore giochi,
Nel corso dell’evento “Il futuro dell’intrattenimento: mercato, regole e innovazione”, organizzato dalla Sezione Concessionari ADI di AS.TRO a Roma, Marco Piatti, amministratore di Prisma ed esperto analista del settore giochi, ha offerto una riflessione ampia sui principi che dovrebbero guidare il riordino del gioco pubblico previsto dalla legge delega n. 111 del 2023.
Sottolineando l’urgenza di un nuovo equilibrio tra sostenibilità economica, tutela dell’ordine pubblico e competitività dell’offerta legale rispetto al gioco illegale, Piatti ha evidenziato come i trend degli ultimi anni impongano una revisione non solo tecnica o fiscale, ma anche culturale e strategica del comparto.
“L’articolo 15 della legge delega n. 111 del 2023 pone al centro la necessità di un riequilibrio e di una armonizzazione degli aspetti fiscali e impositivi del gioco pubblico, in un contesto di riserva statale. L’obiettivo è quello di conciliare sicurezza, ordine pubblico e tutela del giocatore con la sostenibilità economica e sociale, contrastando al contempo la concorrenza esercitata dal gioco illegale, che continua ad attrarre una parte consistente della domanda di intrattenimento.
I dati parlano chiaro: tra il 2019 e il 2024, il rapporto tra la spesa complessiva per il gioco e il PIL nominale è sceso dall’1,098% allo 0,98%, con un calo del 10%. Più marcata ancora la contrazione per il comparto degli apparecchi da intrattenimento, passato dallo 0,58% allo 0,38%. Un segnale evidente che impone di capire dove si stia spostando questa spesa.
Le ragioni sono molteplici. Oltre agli effetti della pandemia e ai cambiamenti macroeconomici, emerge con forza il ruolo della concorrenza illegale: criptocasinò, piattaforme anonime e circuiti alternativi offrono esperienze di gioco prive di tracciabilità, spesso accessibili tramite social come Telegram. In questo contesto, il prodotto regolamentato appare obsoleto, sia per tecnologia sia per attrattività, specie per i giocatori più giovani o altospendenti.
Serve – ha spiegato Piatti – un ripensamento profondo dell’offerta, non solo dal punto di vista tecnico o fiscale, ma strategico. Il mercato si sta trasformando velocemente, i modelli di consumo cambiano, le forme di socializzazione si modificano (smart working, meno frequentazione dei luoghi fisici), e lo stigma che ancora grava sugli apparecchi incide negativamente sulla capacità di intercettare le nuove generazioni.
Il compito del regolatore è complesso e non va giudicato con severità: regolamentare un settore così ampio e delicato richiede tempo, equilibrio e visione. Tuttavia, è ormai evidente che per restare competitivi e garantire la funzione pubblica del gioco legale, non basta adeguarsi: bisogna anticipare.
Dovremmo pensare a come dovrebbero essere gli apparecchi da gioco nel 2036, quando andranno in scadenza le concessioni che dovrebbero essere oggetto dell’attuale riordino. La sfida è quella di non disperdere il patrimonio del settore degli ADI, per evitare che possa essere intercettato anche dal circuito illegale”.
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