29 Marzo 2024 - 07:16

Partite Iva: nel primo trimestre le nuove attività nel settore giochi segnano un -30%

Nei primi tre mesi dell’anno sono state aperte 196.060 nuove partite Iva, registrando un aumento del 7,9% rispetto al corrispondente periodo dell’anno 2018.   A gennaio sono state 76, ad

13 Maggio 2019

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Nei primi tre mesi dell’anno sono state aperte 196.060 nuove partite Iva, registrando un aumento del 7,9% rispetto al corrispondente periodo dell’anno 2018.

 

A gennaio sono state 76, ad agosto 63 e a marzo 68 le nuove attività connesse al settore delle lotterie, scommesse e case da gioco che hanno preso il via in Italia. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e Finanze, il numero di nuove aperture tra febbraio e marzo si riduce in media del 35% rispetto al 2018, con gennaio che segna un calo del 15%.

Nel complesso dell’anno, sono state avviate nel settore del gaming nel primo trimestre 207 nuove attività con partita Iva. Pensare che nei primi tre mesi del 2018 erano ben 297 le nuove partite Iva aperte nel settore, con il solo mese di marzo che ne segnava +113.

 

 

A livello generale la maggior parte degli avviamenti (77%) riguardano persone fisiche, in notevole aumento grazie alle crescenti adesioni al regime forfetario (+14%), mentre solo il 22% è costituito da compagini societarie (18,5 società di capitali e 3,5 società di persone) che registrano significativi cali rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente (-8,5% le prime e -17,2% le seconde).

 

La distribuzione per natura giuridica mostra che, delle 196.060 nuove partite Iva (+7,9%), il numero di aderenti al già detto regime agevolato è pari a 104.456, ossia più della metà del totale (53,3%), con un aumento di consensi di ben il 40% rispetto allo stesso periodo 2018, grazie alle modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2019, che ha elevato a 65mila euro il limite di ricavi per fruire del regime forfetario, con l’introduzione anche di alcune agevolazioni contributive per chi effettua questa scelta, che hanno prodotto un duplice effetto: da un lato hanno determinato un aumento complessivo delle aperture di partita Iva, dall’altro una ricomposizione delle aperture a favore della natura giuridica “persona fisica” a sfavore delle forme societarie.

Per quanto concerne la ripartizione territoriale, il 45% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22% al Centro e quasi il 33% al Sud e Isole.
Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso mostra un generalizzato incremento di avviamenti: i più notevoli in Valle d’Aosta (+26,9%), Calabria (+16%) e Liguria (+12,6%); solamente in Abruzzo si registra una lieve flessione (-1,8%).

In base alla classificazione per settore produttivo, le attività professionali risultano essere le più gettonate, con il maggior numero di aperture di partite Iva (20,2% del totale), seguite dal commercio (17,8%) e dalle costruzioni (9,1%).
Rispetto al primo trimestre 2018, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nell’istruzione (+22,9%), nelle attività professionali (+19,2%) e nei servizi alle imprese (+16%).
Gli unici con calo di avviamenti sono i settori dell’agricoltura (-4,9%) e dell’alloggio e ristorazione (-2,1%).

La ripartizione di genere, relativamente alle persone fisiche, mostra una sostanziale stabilità (maschi al 62,1%). Inoltre, il 45,7% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 32,2% da soggetti compresi nella fascia dai 36 ai 50 anni.
Rispetto allo scorso anno, tutte le classi di età registrano incrementi di aperture: il più consistente è il +39,3% della classe più anziana.
Mentre, secondo il Paese di nascita degli avvianti, viene evidenziato che il 14,7% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero.

 

PressGiochi