“Decidendo di non esercitare la delega fiscale in materia di gioco – dichiara l’on. del Sel Giovanni Paglia – il governo lascia la situazione nell’attuale stato di incertezza. Al contrario,
“Decidendo di non esercitare la delega fiscale in materia di gioco – dichiara l’on. del Sel Giovanni Paglia – il governo lascia la situazione nell’attuale stato di incertezza. Al contrario, gli enti locali e le Regioni avrebbero avuto bisogno di una normativa nazionale di riferimento chiara per intervenire con certezza nelle limitazioni sul gioco”.
“La commissione Finanze – ribadisce Paglia – aveva proposto che lo Stato decidesse un numero massimo di concessioni per il gioco legale per città, in base al numero dei residenti. I sindaci, poi, avrebbero definito come e dove far aprire le sale per le scommesse e le sale per i giochi, introducendo limitazioni su orari e distanze. Invece, senza una legge nazionale, gli amministratori locali restano esposti a ricorsi e richieste di danni erariali. Perciò, il contrasto all’azzardo rimane nelle mani di sindaci e governatori coraggiosi”.
“Resta la speranza di recuperare il disegno di legge (fermo da un anno) in commissione Affari sociali alla Camera. Il ddl – ricorda – prevede di investire ogni anno 15 milioni per sostenere locali e circoli che eliminano le slot; 10 milioni per chi è affetto da dipendenza da gioco d’azzardo patologico; 50 milioni nel biennio per il sostegno alle famiglie dai giocatori. Il ministero delle Finanze ha bloccato il provvedimento per mancanza di “copertura”. Ma con 8,3 miliardi di entrate da gioco, i soldi forse si possono trovare”.
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