29 Marzo 2024 - 15:47

Online. Haijer (EGBA): “Solo un mercato regalamentato e trasparente può garantire la tutela del consumatore”

Per la Corte di Giustizia europea la normativa ungherese che vieta l’organizzazione di giochi d’azzardo online in assenza di una previa autorizzazione rilasciata dalle autorità amministrative, costituisce una restrizione alla

22 Giugno 2017

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Per la Corte di Giustizia europea la normativa ungherese che vieta l’organizzazione di giochi d’azzardo online in assenza di una previa autorizzazione rilasciata dalle autorità amministrative, costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi. Questa decisione rappresenta un passaggio fondamentale per quei Paesi come i Paesi Bassi che hanno adottato in materia di gioco legislazioni nazionali incompatibili con i Trattati. Ue

Lo ha confermato l’European Gaming and Betting Association commentando la sentenza della Corte di questa mattina.

 

 

Come ricorda la Corte, ha evidenziato l’associazione – “affinché una tale normativa sia giustificata, anche se deroga a una libertà fondamentale, dalla giurisprudenza della Corte risulta che un regime di concessioni e di autorizzazioni per l’organizzazione di giochi d’azzardo deve essere fondata su criteri oggettivi, non discriminatori e noti in anticipo, in modo da circoscrivere l’esercizio del potere discrezionale delle autorità nazionali entro limiti idonei ad evitarne un utilizzo arbitrario.

 

Oltre a ciò, le autorità pubbliche che rilasciano le concessioni sono tenute a rispettare l’obbligo di trasparenza. Quindi, il suddetto obbligo di trasparenza, che si applica laddove la concessione di servizi di cui trattasi possa interessare un’impresa avente sede in uno Stato membro diverso da quello in cui tale concessione è attribuita, benché non implichi necessariamente l’obbligo di procedere ad una gara, impone all’autorità concedente di garantire, a favore di ogni offerente potenziale, un adeguato grado di pubblicità che consenta l’apertura della concessione di servizi alla concorrenza, nonché il controllo dell’imparzialità delle procedure di aggiudicazione.

 

Inoltre, il principio di certezza del diritto, che ha come corollario quello della tutela del legittimo affidamento, impone, segnatamente, che le norme di diritto siano chiare, precise e prevedibili nei loro effetti, in particolare quando possono avere sugli individui e sulle imprese conseguenze sfavorevoli”.

 

 

Di conseguenza, – continua EGBA – quando il regime nazionale è in violazione della legislazione comunitaria, uno Stato membro è impossibilitato dal sanzionare un operatore che detiene una licenza nell’UE. Tale giurisprudenza è più rilevante che mai con Stati come la Polonia e i Paesi Bassi, che introducono regolamenti molto restrittivi e incompatibili e impongano misure di esecuzione successive che contraddicono chiaramente i principi fondamentali del diritto dell’UE.

 

 

Al riguardo, è sufficiente ricordare che, qualora sia stato istituito un regime restrittivo in materia di giochi d’azzardo e tale regime sia incompatibile con l’articolo 56 TFUE, la sua violazione da parte di un operatore economico non può costituire oggetto di sanzioni.

Alla terza questione occorre rispondere affermando che l’articolo 56 TFUE deve essere interpretato nel senso che esso osta a sanzioni, come quelle di cui trattasi nel procedimento principale, inflitte a motivo della violazione della normativa nazionale che istituisce un regime di concessioni e di autorizzazioni per l’organizzazione di giochi d’azzardo, nel caso in cui una simile normativa nazionale risulti contraria al suddetto articolo.

 

 

Maarten Haijer, segretario generale di EGBA, ha affermato: “La Corte ha ribadito che gli Stati membri devono garantire che il regolamento nazionale sui servizi di gioco online soddisfi criteri oggettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati. Solo un mercato di gioco on-line regolarmente regolato e trasparente può garantire che il consumatore sia incanalato nell’offerta regolamentata “.
“La sentenza della Corte – ha aggiunto il segretario – è un messaggio chiaro ad altre autorità di gioco, tra cui l’autorità olandese, che non devono applicare norme che non sono conformi alla normativa fondamentale dell’UE. Ci aspettiamo che questi Stati membri riesaminino le rispettive misure di esecuzione in quanto agiscono in violazione del diritto dell’UE. Le loro azioni non servono all’interesse dei consumatori, non riescono a convogliare i consumatori verso fornitori affidabili, ma semplicemente propongono una regolamentazione fallimentare”.

 

PressGiochi