Las Vegas – La 25° edizione della G2E di Las Vegas si è svolta in un periodo non proprio felice per la città e per il gambling negli States in
Las Vegas – La 25° edizione della G2E di Las Vegas si è svolta in un periodo non proprio felice per la città e per il gambling negli States in generale. A livello locale, il turismo è in calo da un anno solare (e nemmeno è bastato che gli alberghi abbiano ridotto le tariffe delle camere anche oltre il 10%), mentre i ricavi del gioco d’azzardo hanno ricominciato a crescere soltanto negli ultimi mesi.
La divergenza tra i dati relativi alle visite e quelli relativi ai ricavi del gioco d’azzardo deve essere analizzata attentamente e rende anche difficili le previsioni. La preoccupazione è che il calo del traffico può far diminuire le entrate di tutte le imprese, il che significa che gli attori interessati devono essere creativi per rimanere competitivi. La città sta investendo molto in nuovi divertimenti, in particolare nello sport, e i casinò stanno perfezionando la loro offerta, come dimostra l’aumento dei ricavi. Ma nessuno può sapere cosa c’è dietro l’angolo.
Anche dal punto di vista normativo la reputazione di Las Vegas è traballante. Solo quest’anno sono state emesse tre multe multimilionarie per antiriciclaggio, e una quarta azienda è sotto inchiesta. Ecco allora che la regolamentazione è stato uno degli argomenti di discussione più vivi in fiera, dall’antiriciclaggio alla sicurezza informatica.
Ma, a ben vedere, è tutto il quadro generale del settore ad essere in discussione.
Il controllo legale e normativo sui mercati delle scommesse e degli sweepstakes casino continuano ad aumentare, così come destano timori le difficoltà macroeconomiche legate all’inflazione stagnante, all’aumento delle tariffe, alla questione dei dazi e, da ultimo, allo shutdown delle attività governative, dovuto alla mancata approvazione da parte del Congresso del nuovo disegno di legge sulla spesa.
Il caso degli sweepstakes casino, molto dibattuto nella G2E dello scorso anno, ha preso una brutta piega per il settore. Diversi stati, tra cui New Jersey, Connecticut e Montana, hanno emanato divieti assoluti, al pari della California, il mercato più importante per le lotterie, e di New York. Del resto, l’idea di spacciare per lotterie promozionali un meccanismo che porta il giocatore a vincere denaro reale giocando online su titoli casino-style a sfondo “social” è stata piuttosto subdola e alla fin dei conti ingenua. Tanto che ormai i pionieri degli sweepstakes si stanno sgretolando, e la fiera stessa ha un po’ snobbato l’argomento.
Come nota a margine (ma non troppo) risulta che la G2A ha rifiutato la richiesta della SGLA, che raduna gli operatori interessati al social gaming, di svolgere un dibattito simile a quello tenutosi nella loro convention di una settimana prima, incentrata sulla “confutazione della disinformazione” sul settore dei giochi social online, nonché sulla dimostrazione dell’impegno degli operatori verso “l’innovazione responsabile, la tutela dei giocatori e l’integrità. Quindi il messaggio è fin troppo chiaro: il gmbling è una cosa e i social sono un’altra; due realtà incompatibili!
Tornando a monte, mentre gli sweepstakes stanno facendo repentina retromarcia, salgono in cattedra i prevision market, anche qui accompagnati da belle polemiche. L’ascesa di piattaforme come Kalshi, Crypto.com e Robinhood e la loro incursione nei contratti per eventi sportivi ha irritato i bookmaker. In quanto entità autorizzate a livello federale dalla Commodity Futures Trading Commission, tali mercati ritengono di non essere soggetti alle leggi statali sulle scommesse sportive. Il dibattito è appena iniziato, ma anche qui è facile pensare che si arriverà ai ferri corti.
Per quanto riguardo lo shutdown, se storicamente l’effetto economico è minimo, non vi è alcuna garanzia che questa resistenza non si riverberi su fronti inesplorati, il che aggiunge un ulteriore livello di incertezza per il settore dei beni di consumo discrezionali. La US Travel Association, ad esempio, stima che la chiusura costerà al settore turistico statunitense 1 miliardo di dollari a settimana. Non solo, oltre due milioni di dipendenti federali sono interessati dalla chiusura, inclusi i dipendenti aeroportuali e della TSA. Alcuni continueranno a lavorare senza stipendio, mentre altri saranno sospesi o licenziati a tempo indeterminato.
Neanche a dirlo, però, il tema numero 1 è stato quello dei dazi doganali, tanto che la G2E gli ha dedicato l’apertura dei convegni di Las Vegas.
Daron Dorsey, presidente e CEO dell’Associazione dei Produttori di Attrezzature da Gioco, ha affermato che l’attenzione del suo settore si è concentrata sui programmi a breve periodo, poiché la guerra commerciale in corso sotto la presidenza di Donald Trump fa aumentare i costi e l’incertezza. A differenza di altri comparti, le aziende di gambling non possono facilmente adattare o riprogettare i dispositivi di gioco omologati per ridurre i costi, ha affermato. Pertanto, la situazione sta rallentando lo slancio dell’industria, con potenziali ripercussioni sulla forza lavoro e sullo sviluppo dei prodotti. A questo si aggiunge l’aumento dei costi, che spinge le aziende produttrici di apparecchiature per il gaming a valutare se questa rappresenti una sfida temporanea che possono affrontare, lavorando attivamente per attuare misure che ne mitighino l’impatto, oppure se si protrarrà nel lungo periodo.
In un panel successivo, Nicole Porpiglia, amministratore delegato del colosso contabile KPMG, ha spiegato che l’aliquota tariffaria doganale è aumentata di circa sei volte dal 2021, mentre ora si attesta tra il 16% e il 19% circa. Ma è difficile stabilire con certezza tale aliquota, poiché in generale cambia regolarmente. Basti dire che poche ore prima che Porpiglia salisse sul palco, Trump ha annunciato su Truth Social un dazio del 25% sui camion medi e pesanti in arrivo negli Stati Uniti a partire dal 1° novembre.
Ryan Comstock, direttore operativo di Ainsworth Game Technology, ha osservato che i dazi attuali non sono stati in gran parte inclusi nei budget e nelle previsioni per quest’anno. Con la loro inclusione, ritiene che ci sarà maggiore chiarezza su come le aziende risponderanno “all’avvicinarsi del 2026”.
In genere, le aziende del settore del gaming hanno esitato ad aumentare i prezzi per tamponare le sopravvenute difficoltà economiche, ha affermato Comstock. La stessa Las Vegas ha risentito duramente di queste difficoltà nel corso del 2025: secondo la Las Vegas Convention and Visitors Authority, nella prima metà dell’anno la città ha registrato un calo del 7,3% rispetto all’anno precedente, poco più di 1,5 milioni di persone in meno.
Comstock ha affermato che la Ainsworth ha collaborato molto più strettamente con i suoi fornitori. ristrutturando alcuni accordi di fornitura, “per mitigare il più possibile il rischio tariffario”.
Porpiglia ha illustrato diversi modi in cui le aziende stanno lavorando per attutire il colpo dei dazi più elevati, come l’utilizzo della regola della “prima vendita”, una strategia che a volte consente agli importatori di pagare i dazi in base al prezzo originariamente addebitato dal produttore a un intermediario straniero, anziché al prezzo più alto pagato dall’azienda statunitense.
Comstock ha anche fatto riferimento al rimborso dei dazi, un programma che consente alle aziende di recuperare la maggior parte dei dazi stessi,, delle tasse e delle imposte pagati sui beni importati, se questi vengono poi esportati dagli Stati Uniti o distrutti, sebbene alcuni tipi di tariffe non siano ammissibili al rimborso. Ma non è facile accedere a queste opzioni: “Ho scoperto che ci vogliono dai nove ai dodici mesi per ottenere l’approvazione”.
Porpiglia ha rincarato la dose dichiarando che la US Customs and Border Protection è normalmente tenuta a rispondere a determinate parti della procedura di richiesta entro 30, 60 o 90 giorni. Tuttavia, ha aggiunto: “Questa è la prima volta nella mia carriera che vedo la dogana ignorare sfacciatamente le scadenze normative”. Allo stesso tempo, la AD di KPMG ha affermato che c’è stato un forte aumento dei controlli doganali. “Ci saranno centinaia di controlli nel prossimo anno, mirati a stroncare qualsiasi tentativo di eludere i dazi.”
Mentre molti settori industriali sperano in un allentamento dei dazi doganali record, Trump ha lanciato una serie di accordi commerciali negli ultimi mesi, con Regno Unito, Unione Europea, Giappone e Indonesia. Ma a non sono ancora definiti e ci vorrà del tempo prima di capirne la portata. Separatamente, l’accordo tra Stati Uniti, Messico e Canada, che regola il commercio tra i tre paesi, dovrebbe essere rivisto nel 2026
Una tregua, però, potrebbe arrivare presto anche dalla Corte Suprema, chiamata a pronunciarsi sulla legalità dei dazi imposti da Trump ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act.
“Quindi – ha concluso Comstock – al momento non possiamo fare altro che mantenere le nostre attività e funzionalità aziendali facendo valutazioni a breve termine”.
Comunque, il fascino e la vivacità della G2E sono rimasti intatti.
L’esposizione ha raggiunto gli obiettivi di superare quota 25.000 partecipanti e di 400 espositori, provenienti da 120 paesi.
Ma soprattutto è riuscita ancora una volta a migliorarsi su tutti i livelli: allestimenti, coreografie, vivibilità, ospitalità e comunicazione. Un piccolo-grande paradosso è stato che, nel momento in cui i casino americani si stanno orientando sempre più verso una gestione senza croupier, la G2E ha indetto il primo G2E Dealer Championship, in cui i migliori croupier dei casino americani si sono sfidati a blackjack e roulette per ottenere l’ambito titolo nazionale. Del resto, la fiera è una pietra preziosa con tante facce, che brillano tutte alla stessa maniera. Lo sforzo delle aziende di guardare avanti con ottimismo è sempre ad alta intensità, e alla G2E tutte si presentano col loro miglior biglietto da visita. Il successo è dunque reciproco, e ciò costituisce una straordinaria iniezione di fiducia per un’industria che, purtroppo, sulla sua strada trova sempre più semafori rossi.
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