19 Aprile 2024 - 16:17

Mozioni gioco. Rondini (Ln): “Dal Governo parere favorevole solo su proposte che non prevedono un grosso impegno”

“Oggi la popolazione consuma in misura imponente, tra gli altri, un prodotto del tutto particolare: il gioco d’azzardo. In media oltre un euro su dieci che le famiglie spendono normalmente

12 Marzo 2015

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“Oggi la popolazione consuma in misura imponente, tra gli altri, un prodotto del tutto particolare: il gioco d’azzardo. In media oltre un euro su dieci che le famiglie spendono normalmente è drenato verso qualcuno dei modi di scommettere, puntare, ricercare denaro, come ricompensa da riscuotere dal caso o dalla fortuna. E così, tra il 1998 e il 2012, la spesa delle famiglie italiane per il gioco di azzardo ha pesato in modo crescente nella composizione dei consumi privati. Dall’impiego di 15,8 miliardi di euro rapportati ai prezzi 2012, applicando i coefficienti ISTAT sui 24.244 miliardi di lire della raccolta complessiva di azzardo nel 1998, si è giunti agli 87 miliardi di euro nell’anno 2012.
La scienza ufficiale – spiega alla Camera l’on. di Lega Nord Marco Rondini firmatario di una delle nove mozioni discusse – ha riconosciuto da decenni il gioco d’azzardo   patologico come un disturbo mentale, un disturbo del comportamento che rientra nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi. L’individuo affetto da gioco d’azzardo patologico non riesce più a controllare il suo desiderio di giocare e spesso, – le cronache ce lo raccontano quotidianamente – poiché il pensiero fisso del soggetto è quello di giocare e quindi di reperire denaro per continuare a farlo, è disposto a commettere azioni illegali pur di finanziare il proprio gioco, anche ricorrendo spesso al prestito usurario. Giocare denaro diventa il suo esclusivo interesse e niente lo potrà fermare, nonostante ciò si rilevi dannoso e Pag. 60distruttivo per la propria vita. Caratterizzano gli individui affetti da questa patologia stati simili a quelli di altre dipendenze. E se è vero che il gioco d’azzardo patologico è una delle prime forme di dipendenza senza droga, spesso questa è associata al consumo di alcol e droga.
Secondo le associazioni di volontariato che operano nel settore   del recupero dalle dipendenze sarebbero 800 mila i potenziali giocatori d’azzardo patologico o giocatori problematici, su una popolazione a rischio di quasi 2 milioni di persone. Numeri allarmanti che ci dovrebbero indurre a intervenire con determinazione in maniera tempestiva per contenere il grave disagio sociale che da tale fenomeno deriva. Se regolamentare il settore era necessario per cercare di sottrarre la gestione del gioco alla criminalità organizzata, è altrettanto vero che, da un lato, si dovevano mettere in campo tutte quelle azioni legislative per prevenire l’insorgenza di un fenomeno che purtroppo ha raggiunto dimensioni preoccupanti e, dall’altro, tale regolamentazione sappiamo che non è riuscita comunque a sradicare il gioco d’azzardo gestito dalla criminalità organizzata.
Noi sappiamo che il 4 per cento del PIL nazionale è rappresentato   dall’industria del gioco con un giro d’affari che supera gli 80 miliardi di euro. È la terza industria italiana, come ricordavano anche i colleghi. Abbiamo il poco ragguardevole primato di essere al primo posto in Europa e al terzo posto nel mondo. Abbiamo la presenza di quasi 400 mila macchinette in Italia ufficiali e ve ne sono circa 200 mila illegali, secondo il rapporto della direzione nazionale antimafia. E secondo i dati della Guardia di finanzia è di 23 miliardi di euro il valore del giro d’affari del gioco illegale in Italia nel 2013, il 13 per cento del giro d’affari complessivo dell’economia illegale. Di questi 23 miliardi ben 1,5 provengono direttamente dal gioco on-line.
Ed ancora sarebbe opportuno che il fondo istituito, quello di 50   milioni di euro, annualmente destinato alla cura delle patologie connesse alla dipendenza del gioco d’azzardo, non si dovesse ritagliare il proprio spazio all’interno di ciò che è destinato alle regioni per garantire i LEA.
Sulla base di queste brevi premesse, noi abbiamo chiesto degli impegni  semplici al Governo e per questo non possiamo accettare il parere del Governo. Anticipo che chiederemo di poter votare per parti separate la nostra mozione.
Gli impegni erano molto semplici. Chiedevamo di assumere   iniziative per sancire il divieto della pubblicità del gioco d’azzardo, che rappresenterebbe l’unico reale modo per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico, destinando i fondi che lo Stato ora chiede ai concessionari del settore alla pubblicità, alla cura e alla prevenzione, invece, delle patologie derivanti dal gioco.
Ed ancora chiedevamo di assumere iniziative per modificare la legislazione vigente, in modo che venga dato ai sindaci e alle giunte comunali un reale potere di controllo sulla diffusione e sull’utilizzo degli strumenti di gioco sul proprio territorio. Diversamente, ci sembra che, invece, il Governo abbia preso un’altra strada, attraverso il decreto attuativo che citava prima il sottosegretario Baretta. Noi abbiamo il forte timore che di fatto domani, attuato il decreto, esso toglierà la possibilità ai sindaci e alle regioni di poter decidere in merito alla diffusione di quello che possiamo definire tranquillamente un cancro per le nostre comunità sane. Le azioni poste in atto per salvaguardare le proprie comunità non possono essere mortificate da un atto, magari di imperio, da parte di un Governo centrale.
Al contrario, se è vero che dovrebbero essere dettate linee generali per contenere il fenomeno, alle quali i sindaci e le regioni dovrebbero far riferimento, è altrettanto vero che deve essere dato più potere ai sindaci, che sono l’istituzione alla porta della quale i familiari delle vittime del gioco d’azzardo principalmente vanno a bussare quando si ritrovano in seria difficoltà. Quindi, noi riteniamo che sia importante coinvolgere assolutamente i sindaci nella gestione dei programmi di prevenzione e dare potere ai sindaci per poter disporre anche che sul proprio territorio non vadano ad insistere nuove sale giochi.
Ed ancora chiedevamo di intensificare i controlli contro il gioco clandestino al fine di contrastare l’attività della criminalità che si è inserita nel settore, recuperando parte delle risorse che sfuggono all’Erario, e al fine di destinare le medesime alla lotta alle ludopatie, restituendo la quota di 50 milioni di euro al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Infatti, se è vero, come dicevo prima, che è stato istituito questo fondo, esso va a ritagliarsi lo spazio all’interno del fondo destinato alle regioni per garantire i LEA.
Concludo semplicemente dicendo che l’ultimo impegno, sul quale però il Governo ha dato un parere favorevole, mi sembra semplicemente un impegno di buon senso. Quindi, – conclude  Rondini – per quello chiederemo la votazione per parti separate. Alla fine il Governo ha dato parere favorevole semplicemente su quegli impegni che non prevedono un grosso impegno da parte del Governo. L’ultimo impegno chiedeva di promuovere protocolli precisi e stringenti che disciplinino le procedure di intervento per chi si occuperà del sostegno e del recupero sia dei soggetti affetti da ludopatie sia dei loro familiari, al fine di evitare abusi illeciti; questo per fare in modo che coloro i quali verranno impiegati per riabilitare le persone affette da gioco d’azzardo patologico siano magari formate da persone che intravedono in questa attività solamente un motivo per arricchirsi”.

PressGiochi