18 Aprile 2024 - 18:31

Ministero Salute. In Gazzetta ufficiale le linee di azione contro il gioco d’azzardo patologico

E’ stato pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale il Regolamento del Ministero della Salute recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle

06 Ottobre 2021

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E’ stato pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale il Regolamento del Ministero della Salute recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico (GAP). Il provvedimento entrerà in vigore il 20 ottobre.

Le Regioni sono chiamate a dare attuazione alle linee di azione attraverso l’adozione di misure che, nell’ambito dell’autonomia ad esse riconosciuta, favoriscano l’integrazione tra i servizi pubblici e le strutture private accreditate che erogano prestazioni sociosanitarie, gli enti del Terzo settore e le associazioni di auto-aiuto della rete territoriale locale, potendo prevedere, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili, anche forme di maggiore tutela per la popolazione.


Approcci “promettenti” su scala nazionale e internazionale

Come si può leggere nelle linee individuate dal Mnistero, “Non esiste un “intervento risolutore” nelle strategie di prevenzione del DGA. Molte misure concorrono, in qualche modo, ad un effetto preventivo. In particolare:
a) spesso si enfatizza l’intervento educativo (controlli interni) a scapito dell’intervento attraverso “misure” di policy specifiche (controlli esterni). Nel campo del gioco d’azzardo, infatti, esiste
la tendenza a considerare i controlli esterni meno efficaci dei controlli interni (approccio educativo/prevenzione primaria) che consistono, in particolare, nel “fare delle scelte informate”.
Una enfasi particolare viene posta sulla educazione della popolazione giovanile;

b) come per altri comportamenti di dipendenza (compresi quelli con sostanze), risulta applicabile un approccio restrittivo (nel senso di “restringere l’accesso a…”), soprattutto se combinato con un approccio educativo. Si fa riferimento ad interventi di prevenzione ambientale/strutturale, come ad esempio limitazioni orarie e spaziali, di dimostrata efficacia. Tali misure, inoltre, hanno il pregio di essere continue nel tempo, mentre gli interventi educativi hanno, all’inverso, il problema di essere frammentati nel tempo e nello spazio;

c) l’approccio educativo resta comunque centrale, anche perché fornisce il contesto culturale alle policy di restrizione;

d) assai promettente risulta essere l’indirizzo di intervento che parte dalla analisi del comportamento di gioco per definire sistemi di interazione con il giocatore in grado di favorire una
maggiore autoconsapevolezza dello stato di gioco;
e) altrettanto centrale si ritiene essere il contributo che può fornire la formazione degli operatori dei servizi attraverso un ripensamento delle competenze degli operatori del cosiddetto “Front-
Office”, nonché la formazione degli operatori dei luoghi dove si gioca d’azzardo.

Nel testo il Ministero individua nell’educazione della popolazione giovanile e nelle campagne informative due capisaldi per la prevenzione attraverso iniziative di carattere educativo/informativo.

Il servizio pubblico deve poter garantire al paziente affetto – si legge nella sintesi delle linee – da DGA dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) appropriati, tali da garantire:
– un agevole accesso alla cura del disturbo per una pronta presa in carico, possibilmente presso servizi dedicati;
– diagnosi e assessment appropriati, mediante tecniche e strumenti diagnostici validati;
– trattamenti integrati e a carattere multidisciplinare, mediante interventi “evidence based” rilevabili nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale;
– trattamenti ambulatoriali che prevedano, in base alle necessità, colloquio motivazionale, psicoeducazione, psicoterapia cognitivo-comportamentale (come modello psicoterapeutico
di prima scelta), eventuale terapia farmacologica, terapia di gruppo, lavoro con i familiari, tutoraggio economico;
– trattamenti in regime semiresidenziale o residenziale, qualora il percorso ambulatoriale venga valutato o si riveli non sufficiente, in base al livello di gravità del disturbo;
– interventi sinergici in un’ottica di rete, soprattutto nei casi complessi o dove sia presente comorbilità psichiatrica, al fine di operare una efficace presa in carico del paziente nella sua
globalità;
– azioni di monitoraggio del percorso di cura e di verifica dell’outcome, da parte del servizio pubblico (Ser.D.).

 

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