28 Marzo 2024 - 12:21

Marasco (Logico) a PressGiochi: “L’aumento delle tasse sulle scommesse incide sul giocatore e rende il gioco legale meno competitivo”

“L’articolo ‘Conti in tasca ai signori del gioco. Ecco a chi vanno i soldi degli scommettitori’ raggiunge un obiettivo importante: fare trasparenza nei conti economici degli operatori di gioco. Perché

20 Maggio 2020

Print Friendly, PDF & Email

“L’articolo ‘Conti in tasca ai signori del gioco. Ecco a chi vanno i soldi degli scommettitori’ raggiunge un obiettivo importante: fare trasparenza nei conti economici degli operatori di gioco. Perché si parla sempre di questi fantastiliardi che andrebbero a finire nelle loro casse, mentre le grandezze economiche sono tutt’altro.

Il dato di fatto –  afferma Moreno Marasco, presidente di Logico, commentando l’approfondimento di PressGiochi Magazine sul business delle scommesse pubblicato sul numero di maggio – è che la raccolta, in particolare per le scommesse, non è così rilevante. E per le scommesse è ancora più importante valutare questa voce in relazione alla spesa. Perché le due cifre sono quasi inversamente proporzionali: una spesa minore (quando i giocatori vincono di più) stimola una raccolta maggiore. E viceversa.

Ecco perché gli indicatori vanno sempre contestualizzati insieme.

Mi pare che l’elemento più importante dell’articolo consista nella chiarezza con la quale spiega quanto effettivamente incassino le imprese del settore. Non solo la raccolta è una voce inutile allo scopo ma addirittura la stessa spesa del giocatore è solo un punto di partenza per determinare ciò che “rimane in tasca agli operatori”: è la prima grandezza rilevante, poiché in qualunque altro settore rappresenta il punto di partenza di un bilancio, ovvero il fatturato: finché non si realizza l’esito di una giocata, valutare la raccolta ha la stessa valenza che misurare la quantità di denaro contante ricevuto in cassa prima di ridare il resto.

Inoltre, si chiarisce che le tasse, che secondo tanti sarebbero perfino più basse delle aliquote Irpef dei ceti meno abbienti, in realtà sono solo le imposte indirette. Sono paragonabili a quello che negli altri settori sarebbero Iva o accise: imposte indirette, che vengono applicate ai consumatori, che in questo caso sono gli scommettitori, utilizzando il concessionario come “sostituto d’imposta”.

Ma quando si cambiano le aliquote di queste imposte – continua Marasco – non si incide tanto sul conto economico del concessionario ma sul giocatore; anzi, sulla sua canalizzazione. Cioè, si rende il gioco legale meno competitivo e, soprattutto nel gioco on line, si spingono i consumatori a giocare su siti esteri dove, oltre a non offrire le tutele garantite invece dai concessionari, non portano alcun contributo al fisco italiano.

Credo che dopo aver letto questo articolo, e dopo aver capito quanti sono i soldi in ballo e quanti sono quelli che realmente rimangono agli operatori, si possa capire come la richiesta dell’1% sulla raccolta avanzata dalla Figc sia un contributo insostenibile”.

 

PressGiochi

 

Leggi anche:  Fiasco (Alea) a PressGiochi: “Il Covid19 porta il sistema del gioco al punto di rottura. Inevitabile fallimento di installatori, gestori e così via”

 

Binetti (Udc) a PressGiochi: “Con la nuova tassa sulle scommesse il Governo intende promuovere e tutelare l’attività sportiva”