18 Aprile 2024 - 12:27

Manuela Vinai, sociologa ed antropologa, entra nel Centro Studi di As.Tro

Prosegue il lavoro di rafforzamento e rinnovamento dell’attività e delle strategie di As.tro. Dopo aver esteso, nel corso del 2020, la propria rappresentanza anche ad altri segmenti del gioco legale, online e scommesse, l’associazione ha dato vita a un servizio integrato per tutti gli operatori del gioco lecito.

25 Gennaio 2021

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Prosegue il lavoro di rafforzamento e rinnovamento dell’attività e delle strategie di As.tro. Dopo aver esteso, nel corso del 2020, la propria rappresentanza anche ad altri segmenti del gioco legale, online e scommesse, l’associazione ha dato vita a un servizio integrato per tutti gli operatori del gioco lecito. L’Associazione, al fine di acquisire le competenze scientifiche, tecniche e giuridiche indispensabili per la nuova sfida verso il rilancio del settore, ha deciso di ampliare la propria struttura e di avvalersi del contributo e della professionalità della Dottoressa Manuela Vinai, antropologa e sociologa, che da oggi entra a far parte del Centro Studi As.tro, il cui ruolo è quello di approfondire e analizzare le tematiche normative, sociali ed economiche che riguardano l’offerta di gioco legale nel nostro Paese.

Manuela Vinai è laureata in sociologia all’Università di Trento e in etnologia all’Università di Nizza Sophia Antipolis, ed è attualmente PhD Fellow in Scienze Psicologiche, Antropologiche e dell’educazione presso l’università degli Studi di Torino. Si occupa di ricerca applicata ai servizi socio-sanitari, con particolare riferimento alle marginalità sociali e ai processi di impoverimento. Si è avvicinata al settore come autrice del libro “I giocatori – Etnografia nelle sale slot della provincia italiana“, un viaggio nelle sale slot italiane per osservare dall’interno il rapporto che i giocatori hanno con le macchine, il denaro e il tempo.

“La mia formazione scientifica è di antropologa” dichiara la Dottoressa Vinai. “L’antropologia ha questa idea di conoscere “mondi altri”, per lo più geograficamente, anche se in tempi recenti la disciplina ha avuto uno sviluppo importante anche in contesti vicini, nelle ricerche che vengono definite “at home”. Il mio lavoro si colloca in questo ambito e in particolare nell’antropologia applicata. Accettare di far parte del Centro Studi di un’associazione di categoria rappresenta per me una sfida significativa dal punto di vista scientifico, mi piace considerarla come un’esplorazione della mia professionalità. Facendo ricerca da tanti anni in ambito locale sono consapevole di quanto sia fondamentale il lavoro degli operatori che si occupano delle pratiche quotidiane sul territorio e intendo mettere a disposizione la mia esperienza in tal senso. L’obiettivo è implementare una comunicazione efficace tra tutti i soggetti che animano la filiera del gioco pubblico in Italia. Durante la ricerca etnografica sulle sale slot/vlt è stato molto interessante per me il confronto con i gestori e vorrei raccontare il loro punto di vista, sottolineando la necessità di una maggiore consapevolezza del peso dell’aspetto morale sull’opinione pubblica e i mass media. Proverò a portare l’attenzione su temi poco presi in considerazione oggi dalla comunicazione, mi auguro in maniera originale. L’importante, a mio avviso, è che ciò che si fa in ambito di studi e ricerche abbia una ricaduta anche per la comunità, mettendosi a disposizione dei soggetti che la compongono. Un primo spunto da cui partire è l’errore di rendere sinonimi i termini “gioco d’azzardo” e “gioco d’azzardo patologico” che in realtà sono molto differenti tra loro: proverò ad analizzare e a capire quali sono le motivazioni alla base di questo fraintendimento”.

 

 

 

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