19 Aprile 2024 - 08:38

Lotteria degli scontrini: il dado è quasi tratto, ma probabilmente sarà un flop

Non è una coincidenza casuale che la lotteria degli scontrini, tra un rinvio e l’altro (la prima normazione risale al 2016), prenda il via proprio quest’anno (il 1° luglio), in

05 Febbraio 2020

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Non è una coincidenza casuale che la lotteria degli scontrini, tra un rinvio e l’altro (la prima normazione risale al 2016), prenda il via proprio quest’anno (il 1° luglio), in cui per tutti i commercianti al minuto (e attività assimilate) è diventato obbligatorio il registratore di cassa collegato per via telematica alla Agenzia delle Entrate (ADE).

In pratica, gli aspiranti giocatori (e spiegheremo fra poco perché aspiranti) diventano implicitamente e involontariamente “agenti di controllo”, o forse è meglio dire, come qualuno ha già fatto, “spie del fisco”, perché se l’esercente si rifiuta di indicare i dati necessari per la partecipazione alla lotteria degli scontrini, il cliente potrà (e non dovrà, per fortuna) darne segnalazione all’Agenzia.

Per il commerciante, comunque, va già meglio così, in quanto nella prima versione del Decreto Fiscale era addirittura prevista una sanzione da 100 a 500 euro.

Quanto al termine “aspiranti” che abbiamo adottato, il motivo è che per loro è prevista una duplice barriera d’accesso: per giocare, devono non solo dettare il proprio codice fiscale, come stabilito inizialmente dalla norma, ma dovranno pure comunicaro all’esercente il proprio codice lotteria, che si ottiene registrandosi sul Portale della Lotteria presso la ADE.

Conoscendo le abitudini e le ritrosie italiche, abbiamo la sensazione che, così impostata, la lotteria degli scontrini sarà un flop. Tutti quelli che non hanno dimestichezza con internet e chi non ha tempo da perdere quando va a prendersi un caffè, sono tagliati fuori in partenza, a meno che qualcuno non si sostitusca a loro. Non da ultimo, va sottolineato altresì che non sono validi gli scontrini relativi a beni o servizi acquistati per attività di impresa.

Di sicuro, anche se in possesso dei registratori a norma, i commercianti non hanno alcun vantaggio ma solo perdite di tempo, e pertanto saranno i primi a “lavorare” per il fallimento della lotteria, un po’ come avvenne anni fa con il gratta e vinci ideato a sostegno dei terremotati dell’Abruzzo, che subirono il boicottaggio dei venditori proprio perché il gioco li remunerava meno delle altre lotterie istantanee.

Oltretutto, tornando al giocatore, non è che poi le prospettive di vincita siano un gran che: ogni mese verranno estratti tre premi da 50/30/10 mila euro. Poi c’è un’estrazione annuale da 1 milione, che però è una prospettiva troppo lontana per chi, ovvero la stragrande maggiornanza delle persone, preferisce i giochi veloci e facili.

Un emendamento discusso e bocciato in questi giorni nell’ambito dell’esame del decreto Milleproroghe, voleva stabilire come soglia di accesso al gioco una spesa di 100 euro. Mossa intelligente da un lato ma sballata dall’altro, perché se è possibile che l’aspirante giocatore sia molto più incentivato alla partecipazione a fronte di una spesa rilevante, di contro c’è che, in tal modo, il numero potenziale delle “spie del fisco” si ridurrebbe drasticamente, così come il numero degli esercizi controllabili dato che, come è facile intuire, a un baretto qualunque non capiterà mai di incassare tanti soldi tutti d’un colpo.

Respinto pure l’emendamento che voleva rinviare l’inizio della lotteria al 2021. Il governo è convinto di “svoltare” nella caccia agli evasori e quindi non vuole perdere tempo. Ma è proprio il caso di dire che ha fatto i conti… senza l’oste!

 

 

 

Marco Cerigioni – PressGiochi