18 Aprile 2024 - 15:38

Libro Blu: tutte le cose che non sono state dette

Nell’Amministrazione qualcosa sta cambiando, anzi, è già cambiata, e il Libro Blu 2019 ne è una testimonianza diretta. Non più la solita rappresentazione “nuda e cruda” dei dati dei vari

15 Settembre 2020

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Nell’Amministrazione qualcosa sta cambiando, anzi, è già cambiata, e il Libro Blu 2019 ne è una testimonianza diretta. Non più la solita rappresentazione “nuda e cruda” dei dati dei vari settori di competenza, ma anche un tentativo di offrire delle chiavi di lettura, per quanto poi anche a Piazza Mastai sappiano benissimo che i detrattori del gioco proseguiranno imperterriti per la loro strada, prendendo dalle tabelle e dai grafici ciò che a loro fa più comodo.

Comunque sia, nella relazione spicca innanzitutto la visibilità data ai significati delle terminologie usate, quasi a voler dire: se non lo capite adesso che differenza c’è fra Raccolta e Spesa, o siete in malafede oppure non sapete l’italiano.

A proposito dei quattro parametri cardine dell’elaborato ADM, nella figura IV.1 si nota il quasi perfetto parallelismo della crescita fra Raccolta e Vincite (negli anni 2015-19), che di certo non è casuale ma il frutto di una strategia di governo volta ad equilibrare il costante incremento negli anni del volume delle giocate – fatto di per sé sempre più imbarazzante per le istituzioni – con l’aumento delle percentuali di vincita. Infatti, nel quinquennio considerato, mentre la Raccolta ha registrato un +25,3%, le Vincite vantano un +27,95%.

 

 

D’altra parte, ciò che “politicamente” andava sottolineato, è che i meriti dell’aumento della Raccolta (e delle Vincite) sono tutti del gioco a distanza, che ha guadagnato il 34,7% rispetto al 2017 e il 15,78% sul 2018, tanto che la suddivisione del giocato lordo fra le branche terrestre/online è passata da 73,5%/26,5% a 60,7%/39,3%. Altro spunto interessante è che, rispetto alla Spesa effettiva, la suddivisione fra terrestre/online è 90,5%/9,5%, dato che amplifica la vantaggiosità del gaming a distanza, ancor di più se confrontato col rapporto tra le vincite: 62,06%/37,94%. In ultima analisi, giocando online la vincita media è del 94,93% (quindi, 5 euro di spesa effettiva ogni 100 euro vinti), mentre sul canale terrestre è del 76,26% (in media, 24 euro circa di spesa per ogni 100 euro vinti).

 

 

Stranamente, molta poca evidenza viene data alla notevole crescita della quota Erario: dal 2015 al 2019 le casse dello Stato hanno visto salire le proprie spettanze di quasi il 30%! (+9,6% solo nel passaggio dal ’18 al ’19). Eppure, nella tabella IV.1 la curva dell’Erario risulta essere quasi piatta e pressocchè parallela a quella della Spesa, che nei 5 anni di riferimento è comunque aumentata del 14,4% (+2,4 nell’ultimo anno).

 

Altro dato completamente, e clamorosamente, trascurato è quello per cui il volume delle Vincite, sempre nei 5 anni, è cresciuto di quasi il doppio rispetto al volume della Spesa.

 

Combinando questi due elementi, i Monopoli avrebbero potuto legittimamente vantarsi nel dire che il sistema italiano è perfetto: per la gente, in sostanza, giocare è sempre più vantaggioso, o se preferite meno rischioso, e l’Erario non fa altro che guadagnarci da questo trend!

Oltretutto, più il mercato si sposta verso le reti telematiche, più diventa … “invisibile” e quindi meno attaccabile.

In definitiva, grazie a tutto ciò il Governo può pure non battere ciglio di fronte alle levate di scudi di Regioni e Comuni contro gli apparecchi da gioco, evitando il rischio di perdere consensi nella popolazione e di alimentare lo scontro con gli Enti territoriali.

Saremmo dunque di fronte a una autentica magia, se non per un “piccolo” particolare di cui l’Amministrazione non si preoccupa minimamente nelle proprie rappresentazioni, anche perché in effetti esula dalle rispettive competenze: questo “meraviglioso” sistema poggia tutto sulla gobba della restante parte della filiera di raccolta.

Nel complesso, concessionari e raccoglitori a vario titolo vedono ridursi sempre più i propri margini; nel dettaglio, sono quelli del settore EGM (AWP+VLT) a soffrire enormemente più degli altri.

 

Basterà ricordare che mentre nel 2016 l’apporto degli apparecchi all’erario (senza considerare la quota ADM) era del 41,8% di quanto derivante dall’insieme dei giochi, nel 2019 il Preu su AWP e VLT contribuisce per il 63,46% sulle entrate erariali. Questo grazie soprattutto al fatto che il Preu sui comma 6A è cresciuto del 66%, passando dal 13% del 2015 al 21,6% (67,5% del margine) del 2019 – a cui ha corrisposto una diminuzione della raccolta del 7,5%, a causa sia della riduzione del numero delle macchine sia delle ordinanze locali – e quello sui comma 6B del 58%, passando 5% al 7,9% (49,37 del margine), ma con un aumento della raccolta del 6,39%.

Chiaramente, tutti questi discorsi sono stati ampiamente superati dalla crisi provocata dal Covid 19, di cui nel Libro Blu si fa appena cenno soltanto per “giustificare” che la raccolta a distanza ne ha tratto vantaggio, ovviamente senza alcun dato di supporto. Ci mancherebbe altro che, almeno per una volta, l’Amministrazione riesca a essere “sul pezzo”…

 

 

Marco Cerigioni – PressGiochi