20 Aprile 2024 - 09:39

Lazio e legge sul gioco. Associazioni insieme per chiedere una revisione della norma anche di fronte all’emergenza Covid

Nello speciale ’15 Minuti con PressGiochi’ ospitiamo il referente Sapar Lazio, Gabriele Perrone e Gianfranco Labib di Assotabaccai.

26 Gennaio 2021

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“Le associazioni di categoria si sono attivate immediatamente presso la Regione Lazio per una modifica alle legge sul gioco, quindi con SAPAR, Astro, AssoTabaccai e FIT abbiamo posto in essere un tavolo interassociativo per portare avanti le azioni a tutela di un comparto che conta circa 15mila occupati che potrebbe trovarsi senza reddito e senza un’occupazione. Ci sono circa 6mila punti vendita nel Lazio, circa 500 aziende di gestione e proprio per queste realtà abbiamo istituito un tavolo interassociativo alla fine di ottobre, nel quale le associazioni di categoria hanno sviscerato le criticità di queste disposizioni e a riguardo il prossimo step sarà quello di chiedere una seconda audizione nella quale andremo ad illustrare la contraddittorietà delle disposizioni e l’assenza di tutele per i consumatori. Non ci scordiamo che il comparto è al settimo mese consecutivo di fermo, periodo che è iniziato una settimana dopo l’approvazione di queste disposizioni e che non è dato sapere con certezza quando finirà, alla luce di questo andremo a chiedere una proroga per l’adeguamento a queste disposizioni e se ci sarà la volontà della Regione, a lavorare con essa per attuare alcune modifiche, tra le quali ci sarà sicuramente la richiesta di eliminazione della retroattività della norma”.

Ad affermarlo nello speciale ’15 Minuti con PressGiochi’, dove torniamo a parlare della legge della Regione Lazio sul gioco e dei suoi possibili effetti sulla rete imprenditoriale, è Gabriele Perrone presidente delegazione Lazio dell’associazione Nazionale Sapar.

Ad intervenire anche Gianfranco Labib di Assotabaccai che ha affermato: “Questa norma, inserita in un periodo in cui stiamo cercando di uscire da una crisi, toglie in modo insensato economia alle piccole rivendite, che non hanno le possibilità economiche illimitate dei grandi gruppi, ma che al contrario possono andare in difficoltà al minimo cambiamento. Per quanto riguarda il distanziometro e la delocalizzazione di queste rivendite, credo sia impossibile, perché sono inserite in un contesto urbano abbastanza eterogeneo e quindi nel momento in cui si limitano determinati giochi il 99% delle tabaccherie non potranno fare più quel tipo di raccolta, che come impatto economico incide sul 20-30% dell’attività, poiché si inserisce un discorso di guadagni reali, oltre all’aspetto ludico ed emozionale”.

 

 

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